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Randy Mamola: le alette in MotoGP sono davvero troppo pericolose?

Le alette sono diventate un tema caldo nel paddock della MotoGP, continuando ad aumentare di dimensioni e di quantità gara dopo gara. Randy Mamola pensa che sia giunto il momento per un'analisi approfondita sui loro possibili pericoli.

Andrea Dovizioso, Ducati Team, Ducati

Foto di: Ducati Corse

Dani Pedrosa, Repsol Honda Team
Dani Pedrosa, Repsol Honda Team
Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing
Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Andrea Iannone, Ducati Team, Ducati
Andrea Iannone, Ducati Team, Ducati

Il dibattito sull'adeguatezza o meno delle alette alla MotoGP ha suscitato tanto scalpore in questa stagione e si sta scaldando ad ogni gara. Ad Austin è stato Dani Pedrosa l'ultimo pilota a lanciare un avvertimento sulle conseguenze che potrebbero creare in caso di incidente.

Credo che Dani si sia spaventato immaginando quello che sarebbe potuto succedere se nel suo incidente con Dovizioso una di queste alette fosse entrata in contatto con il corpo del pilota italiano.

Dani ha scelto una via di mezzo e, nelle sue parole, ha chiesto di "fermarle", riferendosi soprattutto ad alcune squadre, su tutte Ducati e Yamaha, che montano le alette più grandi sulle loro moto.

La soluzione per il problema, tuttavia, è complessa.

Per cominciare, è necessario tenere a mente che i regolamenti tecnici della MotoGP consento l'utilizzo di questo tipo di soluzione, anche se nelle categorie inferiori sta per essere bandita.

Se è consentito nella top class, è perché i costruttori sono una voce importante nel campionato, e vietarle o meno è un qualcosa che deve essere votato dalla MSMA (Motorcycle Sports Manufacturers' Association).

E qui troviamo il secondo ostacolo: è molto improbabile che si possa raggiungere l'unanimità, perché ci sono costruttori che le utilizzano ed altri che invece non lo fanno. E' un argomento di cui si dovra discutere in Safety Commission, cercando di trovare un punto d'accordo.

Dovizioso è probabilmente il pilota che ha rischiato di più con le winglets, sia ad Austin con Pedrosa, che in Argentina, quando Iannone lo ha centrato all'ultimo giro.

In questo secondo però dobbiamo tenere una cosa a mente: la manovra di Iannone è stata pericolosa in sé e non ha nulla a che fare con il profilo della moto.

E inoltre, è significativo che Dovi non abbia detto nulla a riguardo dopo averle viste da vicino, sia a Termas de Rio Hondo che in Texas.

E' perfettamente normale che la Ducati voglia tenerli, perché la Desmosedici GP è stata progettata tenendo conto dei benefici che le possono portare. E questo è stato raggiunto attraverso ore trascorse in galleria del vento.

La mia esperienza con le alette sulla two-seater è relativa giusto ai giri che ho fatto in Argentina, una pista che conosco a malapena, quindi per avere un'idea migliore del loro effetto credo che dovrò aspettare di provarle su una pista come il Mugello.

In ogni caso, dopo questi pochi giri, ho già potuto vedere il vantaggio che offrono, specialmente con le moto più potenti, che tendono a far alzare l'anteriore da terra in uscita di curva, quando sono in fase di accelerazione.

Quando carico un passeggero, la maggior parte del peso è sul posteriore, qualcosa che rende molto semplice il sollevamento da terra della ruota anteriore.

La MotoGP deve rivolgere molta attenzione all'importanza del sistema anti-wheelie ed al fatto che se la centralina non taglia la potenza e tu puoi trasferirla tutta al suolo senza il sollevamento della ruota anteriore, è possibile guadagnare qualcosa a livello di accelerazione, perdendo probabilmente un po' di velocità di punta.

E che, oggi, questo può fare una grande differenza a seconda del circuito.

Io non sto dicendo che le alette non sono pericolose, ma solo che non sappiamo ancora quanto possono essere pericolose. Penso che l'opzione migliore sia quella di aprire un periodo di analisi per giudicare se questo tipo di soluzione possa essere più dannoso, per esempio, rispetto alle pedane, una componente che da sempre è presente sulle moto.

E intento un'analisi approfondita, con dati che dimostrano che in caso di contatto con una gamba o un braccio, sarebbe l'ala a rompersi prima di provocare danni alla tuta (come accaduto con Marquez alla prima curva in Argentina) e a tutto quello che c'è al suo interno.

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