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Quartararo: “Per la tuta aperta meritavo la bandiera nera”

Fabio Quartararo ha chiuso in seconda posizione la giornata di test a Barcellona, ma il lunedì catalano si porta dietro gli strascichi di quanto successo nella gara di domenica, per cui il pilota Yamaha rivela di aver meritato più una bandiera nera che la penalità inflitta.

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing, shoulder

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing, shoulder

Gold and Goose / Motorsport Images

Il lunedì di test di Barcellona si porta dietro gli strascichi di una domenica ricca di colpi di scena e polemiche, di cui Fabio Quartararo ne è stato protagonista. Nel bene e nel male, è il leader del mondiale ad aver fatto parlare di sé al Gran Premio di Catalogna e quanto accaduto domenica è stato argomento di discussione anche al termine della giornata di test al Montmelo.

Qui il pilota Yamaha ha chiuso il test in seconda posizione, ma ovviamente non è andato a caccia del tempo, come ogni test che si rispetti. Alla fine del giorno però il tema principale continua ad essere quello della tuta, che si è aperta in gara a pochi giri dal termine e che lo ha costretto a finire il Gran Premio di Catalogna di fatto a torso nudo. La Direzione Gara gli ha inflitto una penalità di tre secondi sul quarto tempo finale, già frutto di una precedente penalità comminata per aver tagliato la pista nel duello con Johann Zarco.

Quartararo ammette che per la tuta aperta avrebbe meritato la bandiera nera, una sanzione importante che però non è arrivata: “Prima di tutto, penso che guardando a cosa è successo in gara, ora che la storia è finita posso essere felice, perché è difficile da ammetterlo, ma meritavo la bandiera nera. È vero che ho messo in pericolo me stesso e con quello che è successo la scorsa settimana penso che fosse la cosa corretta. Ma sono stato fortunato. L’unica penalità con cui non sono d’accordo è quella per il taglio, non credo sia giusta. Ho perso sette decimi, ma se avessi perso un secondo la penalità era andata e come faccio a sapere sulla moto se perdo sette decimi o un secondo? Questa è stata una cosa un po’ stupida. Ma accetto la seconda penalità. Ero arrabbiato, ma meglio così che zero punti. La cosa buona è che nei momenti molto difficili e con penalità finiamo sesti. Ne accetto una, ma non l’altra”.

 

Il leader del mondiale ha espresso chiaramente il suo pensiero in una storia su Instagram domenica pomeriggio, ma spiega di non averla scritta mosso dalla rabbia: “Onestamente, ieri ho scritto quelle parole, ma non ero arrabbiato. È divertente per me, ho ricevuto una penalità dopo un’altra penalità. Vedere tanti commenti, molte persone che erano andate a lamentarsi era troppo, erano passate tre ore. Per questo ho scritto quelle parole. So che queste persone vedranno il messaggio. So che gara ho fatto, sono arrivato terzo. Se non fosse stato per il problema della tuta, credo che avrei finito secondo o magari avrei anche lottato per la vittoria, ma onestamente non credo, perché Miguel era davvero forte”.

El Diablo poi punta il dito su una gestione delle gare da parte della Direzione Gara decisamente troppo rigida, in riferimento alla prima penalità, che continua a non accettare: “Per la sicurezza, più ce n’è e meglio è. Ma stiamo finendo in alcune cose che non mi piacciono, come Miguel e Mir al Mugello all’ultimo giro. Hanno superato i limiti della pista, ma fuori dal cordolo non è limite dea pista, era la fine del cordolo come con Joe Roberts, sempre al Mugello. Non ti fa guadagnare nulla. Per quanto riguarda i tagli, beh non taglio perché voglio andare dritto, ma magari perché perdo l’anteriore, cado e vado dritto. Se fosse ghiaia, finirei sulla ghiaia. Se prendi tre secondi di penalità per aver tagliato ma il taglio è più lento della velocità normale, allora non è un taglio. Quindi per me queste regole stanno diventando sempre più rigide, non possiamo essere sempre precisi sulla traiettoria. Possiamo commettere errori, non siamo dei robot, quindi penso che un margine di errore sia consentito ai piloti quando si fanno 24 giri al limite”.

Sulla scia di quanto accaduto con la tuta nella gara di ieri, Quartararo in pista nei test ha provato una nuova soluzione per far sì che l’episodio non si verifichi più. “Non ho alcune spiegazione del problema. È un mistero, perché nessun pilota con Alpinestars ha avuto questo problema in tutti questi anni ed è successo a me! Stiamo provando a vedere cosa possiamo fare, oggi abbiamo provato un nuovo sistema, che però non è molto interessante. Dobbiamo lavorare più duramente per trovare qualcosa di davvero sicuro”.

Oltre alla tuta, Quartararo ha lavorato anche sulla moto, per cui non c’erano aggiornamenti importanti ma dettagli in vista delle prossime gare: “Abbiamo provato alcune cose sul setting, quindi sono cose facili che possiamo usare già in Germania. I rivali? È difficile sapere che miglioramenti ha fatto ognuno, è difficile che in un test corto si vedano tante cose”.

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