Puig risponde a Ducati: "Honda avrebbe corso in Qatar. Ducati no"
Alberto Puig fa presente come Honda sia stata l'unica a presentare i disegni richiesti per l'omologazione in tempo, mentre gli altri no.
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Repsol Media
In una dichiarazione rilasciata qualche giorno fa a Sky Itaia, Gigi Dall'Igna ha espresso apertamente la sua opinione su alcune delle conseguenze sportive che l'inattività dovuta alla pandemia da coronavirus potrebbe avere sul Mondiale 2020, una volta che questo sarà iniziato.
Per l'ingegnere della Ducati i principali favoriti dall'attuale situazione sono quelli che si sono dimostrati un po' meno in forma negli ultimi test pre-campionato svolti in Qatar. Dall'Igna non si è fatto problemi a parlare di Honda e del principale rivale della Ducati, ossia Marc Marquez, vincitori di 6 degli ultimi 7 Mondiali.
"Questa pausa andrà a beneficio di Marquez perché era quello che aveva più da recuperare a livello fisico e più lavoro da fare. Darà anche ossigeno ad alcune Case che quest'inverno hanno avuto qualche problema con la mancanza di prestazioni e affidabilità delle rispettive moto. Questo darà loro il tempo di reagire. Mi riferisco alla Honda, ma anche all'Aprilia, che pur avendo migliorato la loro moto hanno avuto ancora qualche problema d'affidabilità. E ora potranno cercare di migliorare la loro situazione", ha commentato l'ingegnere veneto.
Interrogato da Motorsport.com sulle parole di Dall'Igna, Alberto Puig ha risposto immediatamente: "Quello che Ducati avrebbe dovuto fare era prepararsi alle richieste che sarebbero state fatte loro in Qatar. Honda, come al solito, era pronta a correre. Loro no".
Puig ha parlato di questo in relazione alla circolare inviata da Dorna qualche giorni fa, in cui si specificava come il costruttore giapponese fosse l'unico a presentarsi a Losail il giorno giusto e in grado di omologare i suoi motori.
In questo senso bisogna notare come dopo i test pre-campionato in Qatar, conclusosi il 24 febbraio, Honda ha deciso di mantenere a Losail tutti i membri giapponesi della sua struttura, mentre Ducati, così come hanno fatto altri, ha scelto di mandare a casa quasi tutto il suo staff, per la maggior parte composto da italiani.
"Siamo stati gli unici a consegnare, quando è stato il momento, i disegni che ci sono stati richiesti. Da quel momento in poi, se c'è il sospetto che qualche costruttori abbia fatto qualche strana manovra con il suo motore, è chiaro che Honda non potrà essere tirata in ballo", ha concluso Puig.
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