Puig: "Marquez è ancora l'animale che era da bambino, ma con più esperienza"

Marquez ha esordito nel Motomondiale nel 2008, vestendo i colori del Team Repsol diretto da Alberto Puig. Nel suo primo anno, quando era alto appena un metro e mezzo e pesava 46 kg, il pilota di Cervera ha stupito tutti.

A Donington, alla sua sesta gara, ha ottenuto il suo primo podio, rubando il record del più giovane a farlo a Dani Pedrosa. Una vera prodezza se si considera che nelle prime due gare stava ancora recuperando da una frattura ad un braccio rimediata nei test pre-campionato e i 10 kg di zavorra che doveva caricare sulla KTM per rispettare il peso minimo.

Un decennio dopo i destini di Puig e di Marquez si sono di nuovo incrociati, quando Puig ha preso il posto di Livio Suppo sul ponte di comando della HRC. Dopo il primo anno di lavoro insieme, l'ex pilota spagnolo ha elogiato il connazionale, dicendo che è stato elemento chiave per la conquista della Tripla Corona da parte della Honda.

"Marc da bambino era un vero animale sulla moto e lo è anche oggi, ma con più esperienza e maturità" ha detto Puig in un'intervista a La Vanguardia. "Quando sale sulla moto è un vero killer, che è quello che dovrebbe essere ogni pilota. Ha ancora spazio per crescere. E' un ragazzo molto semplice, dice le cose come le vede e non finge di essere qualcun altro. Ha l'umiltà e la curiosità per ascoltare ed imparare. Ti permette di dargli il tuo punto di vista, anche se è difficile insegnargli qualcosa".

Nel 2019 Marquez affronterà una nuova sfida per la sua carriera, perché avrà al suo fianco un tre volte campione del mondo come Jorge Lorenzo. Puig, tuttavia, ritiene che questo possa essere un ulteriore stimolo per il #93.

"Conosco e Marquez e so che, qualunque sia il suo rivale, proverà a batterlo. Lorenzo è entrato nella squadra e non credo che sia un problema. Avremo due piloti di alto livello, due campioni ambiziosi, per la prima volta nello stesso box, perché in pista lo hanno già fatto. Se Jorge si adatterà e sarà veloce, alzerà il livello. Marc troverà un modo per essere ancora più veloce e Jorge sarà uno stimolo per lui".

Sulla carta, il direttore della HRC disporrà di un "dream team", ma prima di brillare sulla Honda, Lorenzo dovrà adattarsi ad una moto che nell'ultimo anno è stata competitiva solo nelle mani di Marquez.

"Lorenzo ha accettato il rischio e la sfida di venire in questa squadra e questo la dice lunga su di lui, sul suo coraggio e la sua ambizione di essere al top. Però dovrà adattarsi, la Honda non è una moto facile, è particolare. Noi però faremo tutto il possibile per rendere rapido il suo adattamento" ha concluso.