Paradosso WADA: 3 mesi per la cocaina e 4 anni a Iannone
Alla luce degli ultimi pronunciamenti da parte della WADA e del TAS in materia anti-doping, paiono veramente sproporzionati i 4 anni di squalifica inflitti ad Andrea Iannone, che di fatto ne hanno concluso la carriera come pilota professionista.
Le nuove linee guida introdotte dalla WADA da qualche settimana hanno fatto discutere parecchio. L'Agenzia Mondiale Anti-Doping ha infatti concesso una clamorosa apertura alle droghe come la marijuana o la cocaina, riducendo le sanzioni ad un massimo di tre mesi nel caso in cui l'atleta riesca a dimostrare di averne fatto uso al di fuori della competizione (è stata ridotta la finestra della durata dell’evento) e che questo non fosse rivolto a migliorare le prestazioni.
Sanzioni che potrebbero essere addirittura ridotte ad un solo mese nel caso in cui l'atleta dovesse accettare di sottoporsi ad un programma di riabilitazione. Una nuova visione da parte della WADA, che punta a vedere le droghe più come un problema sociale e diffuso piuttosto che come un fenomeno direttamente legato al mondo dello sport.
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