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Dall'Igna: "Non abbiamo vinto, ma ci siamo avvicinati"

La Ducati ha mancato l'obiettivo stagionale, ma il Direttore Generale crede di poter lottare al vertice nel 2016

Gigi Dall'Igna, Ducati Team
Bradley Smith, Tech 3 Yamaha e Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Iannone e Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team e Aleix Espargaro, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team
Danilo Petrucci, Pramac Racing Ducati
Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team and Cal Crutchlow, Team LCR Honda
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team

Gigi Dall'Igna non si nasconde: la Ducati non ha raggiunto l'obiettivo prefissato all'inizio del 2015, ma non è assolutamente tutto da buttare al termine della stagione. Seppur con qualche alto e basso, le Desmosedici sicuramente hanno fatto dei progressi evidenti, conquistando ben otto piazzamenti a podio e riducendo il gap rispetto ai migliori. Senza dimenticare la grande crescita mostrata da Andrea Iannone, alla quale però ha fatto un po' da alto lato della medaglia il calo di Andrea Dovizioso nella seconda parte del campionato. Di questo e di molto altro ha parlato il Direttore Generale di Ducati Corse nell'incontro con la stampa andato in scena oggi a Valencia, dove da domani si inizierà già a pensare al 2016 con il consueto test di fine stagione.

La sua analisi è partita proprio da un bilancio della stagione appena conclusa: "Sicuramente non possiamo ritenerci completamente soddisfatti della stagione, soprattutto perché non abbiamo raggiunto l'obiettivo che ci eravamo prefissati, che era quello di riuscire a vincere almeno una gara. Ci siamo arrivati vicini in qualche occasione, ma alla fine non siamo riusciti a sfruttare quelle che si sono presentate. Il nostro 2015 è stato un po' altalentante, ma lo dividerei sostanzialmente in tre parti: una prima parte in cui abbiamo fatto bene ed eravamo sempre a lottare con i primi, una seconda in cui abbiamo faticato sicuramente di più ed una terza in cui ci siamo riavvicinati anche se abbiamo sicuramente raccolto meno rispetto a quanto abbiamo seminato. Da Brno in avanti abbiamo fatto uno step abbastanza importante, lottando per la vittoria in Australia. E forse avremmo potuto fare delle altre gare positive se non fossimo incappati in altri problemi: basta pensare che delle ultime quattro gare Iannone è riuscito a finirne solamente due".

Poi ha spiegato quali sono stati i motivi che secondo lui hanno portato ad un andamento altalenante per il 2015 Rosso: "Io non credo alla sfortuna, ma sicuramente ci sono stati degli episodi che ci hanno dato chiaramente fastidio. Eravamo una realtà che stava cercando di recuperare uno svantaggio rispetto agli altri e che ha incontrato dei problemi che ci hanno destabilizzato proprio quando stavamo riuscendoci. Siamo anche partiti anche in ritardo con il progetto e questo vuol dire che avevamo un sacco di prove da fare nell'arco della stagione. Non avendo il tempo per farle tutte nei test, alcune le abbiamo dovute fare nella nevrosi dei weekend di gara ed inevitabilmente questo ti porta a commettere anche degli errori. Quando uno sta recuperando però ci si può aspettare di non riuscire a farlo su tutti i fronti, quindi credo che sia normale che ci siano delle gare in cui si finisce per fare molto bene ed altre invece che vanno in maniera deludente. Fa parte di una normale attività di riavvicinamento".

Nella seconda parte del Mondiale sono state abbastanza evidenti le difficoltà di Dovizioso. Dall'Igna però non crede che sia tutta colpa del forlivese, ma anche di una linea di sviluppo della GP15 che in un certo senso lo ha un po' penalizzato: "Io credo che le cose stiano un po' nel mezzo. Siamo riusciti a trovare un set-up che complessivamente aiutava un po' di più lo stile di guida di Iannone che quello di Dovizioso, ma anche Dovi non è riuscito a sfruttare al meglio le doti della nostra moto. Divido equamente la colpa, ma questo chiaramente ci deve portare a fare dei ragionamenti per migliorarci per l'anno prossimo, anche perché Dovizioso è stato fondamentale per aiutarci a crescere e a sviluppare la moto, inoltre quest'anno ha portato la moto cinque volte sul podio. Il suo inizio di stagione era stato importante, ma nella seconda parte della stagione abbiamo perso un po' di feeling e dovremo lavorare per ritrovarlo, perché noi abbiamo bisogno di Dovizioso e Dovizioso ha bisogno di noi".

Partendo da questo presupposto, è facile ipotizzare che Andrea Iannone possa diventare la prima guida della Ducati ma, pur ammettendo la sua grande crescita, il grande capo del reparto corse di Borgo Panigale non sembra pensarla così: "Per prima cosa, io non credo che ci siano i piloti di punta e quindi avremo grande attenzione per entrambi i nostri piloti ufficiali. Iannone ha fatto un passo importante dall'anno scorso a quest'anno e lo ha fatto soprattutto in termini di concretezza: sapevamo tutti che era un pilota veloce, anche se credo che sia cresciuto anche da questo punto di vista, ma è riuscito a portare a casa molta più regolarità rispetto al passato. Un anno fa aveva buttato diverse occasioni, mentre quest'anno credo che le abbia sfruttate praticamente tutte, fallendo solo quella di ieri. Comunque, come dicevo prima, metteremo tutto il nostro impegno affinché entrambi i piloti possano esprimersi al massimo".

Intanto dal prossimo anno le Desmosedici non disporranno più delle concessioni "Open", ma la cosa non sembra preoccupare troppo alle porte di Bologna: "Dovizioso ha chiuso la stagione con otto motori e Iannone con qualcuno in più. Durante l'anno abbiamo avuto tre step evolutivi del propulsore ed è per questo che ne abbiamo "consumati" così tanti. L'anno prossimo ne dovremo utilizzare sette, quindi credo che non sia un problema rientare su questa cifra. Per quanto riguarda la gomma, devo dire che in alcuni casi è stato un vantaggio poter utilizzare la soft in qualifica, ma sicuramente non lo è mai stato in gara. Anzi, forse a volte siamo stati penalizzati dal non poter sfruttare la dura a disposizione delle factory. Infine, riguardo ai litri di benzina, noi abbiamo tutt'ora 22 litri che è il quantitativo che avremo anche l'anno prossimo, quindi non dobbiamo cambiare nulla. Direi che al momento sul motore abbiamo un piccolo vantaggio rispetto agli altri, probabilmente potrebbe ridursi, ma io mi aspetto di mantenerlo anche nella prossima stagione".

Con tutte le polemiche e le voci delle ultime settimane, non si poteva evitare una domanda su possibili scossoni di mercato piloti nelle prossime settimane. Anche Dall'Igna però ritiene che alla fine le cose rimarrano così, anche perché confida molto nei suoi piloti: "Tenete presente che i contratti si possono disfare, ma con un costo sia molto alto. Io sono molto contento dei piloti che ho in questo momento. Abbiamo lavorato tanto, abbiamo fatto anche degli errori e da quelli dobbiamo imparare. Con la potenza di fuoco che abbiamo io credo comunque che il prossimo anno sarà promettente".

Parlando di un grande potenziale, non poteva mancare un riferimento agli obiettivi per il 2016: "Per il prossimo anno il nostro obiettivo deve essere quello di essere più costanti e quindi di riuscire a lottare per le prime posizioni più o meno in tutte le gare del Mondiale".

Con otto Desmosedici in griglia, la Ducati sarà il marchio più rappresentato in griglia il prossimo anno. Una cosa che lo rende orgoglioso, ma che ritiene si possa rivelare anche molto utile: "Il fatto di avere così tante moto in griglia vuol dire che la Ducati ha aumentato la sua credibilità all'interno del paddock, perché non le abbiamo svendute. Ci sono state delle richieste precise da parte dei team e questo chiaramente ci fa estremamente piacere, ma è anche importante sia dal punto di vista economico che dal punto di vista tecnico, perché avere più piloti ti permette di avere più informazioni e credo sia molto utile in un anno di grandi cambiamenti come il prossimo".

Quest'anno la Ducati ha lavorato molto sul fronte aerodinamico, mostrando diversi tipi di alette ai lati della GP15. Era lecito quindi chiedere se magari l'anno prossimo vedremo qualcosa di ancora di più rivoluzionario: "Le carenature sono state sempre progettare per essere deportanti. Le ali hanno permesso di spostare la deportanza da un'altra parte e pensare ad una carena migliore sotto altri punti di vista. Credo che il grosso del lavoro sia stato fatto quest'anno dal punto di vista dell'aerodinamica, magari ci manca qualcosina a livello di affinamento, quindi non mi aspetto che ci siano escaltation da questo punto di vista".

Infine, anche lui ha detto la sua sui fatti avvenuti nelle ultime settimane e sulle accuse rivolte da Valentino Rossi a Marc Marquez di aver fatto tutto il possibile per aiutare Jorge Lorenzo a vincere il Mondiale: "E' molto complicato, perché non dispongo di tutti gli elementi che servono per dare un giudizio completo. Come tutti ho visto le immagini in tv e anche a me sembra che, soprattutto in Malesia, Marquez forse abbia fatto un po' troppo l'aggressivo nei confronti di Valentino. Se poi ieri volesse veramente superare o meno Lorenzo all'ultimo giro è una cosa che può sapere solo lui. Secondo me aveva fatto una gara intelligente in ottica vittoria, perché nell'ultima parte sembrava effettivamente averne di più rispetto a Lorenzo. Ma questo è il giudizio di uno che guarda la gara seduto davanti alla tv, in sella alla moto le cose possono apparire molto diversamente".

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