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MotoGP | Taramasso: "Caduta Bagnaia? La gomma non è in causa"

Il responsabile della Michelin, Piero Taramasso, ha spiegato che la gomma posteriore dura in gara ci ha messo un po' più del previsto ad entrare in temperatura, ma che non sembra questo il caso di quella del ducatista, caduto nel corso del quarto giro. Inoltre ha fatto il punto alla fine del caldissimo weekend tedesco ed introdotto l'ultimo appuntamento prima della pausa estiva, il Gran Premio d'Olanda.

Caduta di Francesco Bagnaia, Ducati Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Un caldo infernale, inusuale per il Sachsenring. Sono queste le condizioni con cui la MotoGP ha dovuto fare i conti lo scorso fine settimana per il Gran Premio di Germania. Solitamente da queste parti si fa fatica a mandare in temperatura gli pneumatici nei turni della mattina, invece stavolta i piloti si sono ritrovati ad affrontare una gara che alcuni hanno definito "quasi endurance", nella quale la gestione degli pneumatici è diventata un aspetto fondamentale.

Eppure abbiamo assistito ad un weekend nel quale Pecco Bagnaia ha polverizzato il record della pista e poi Fabio Quartararo è andato ad imporsi montando la gomma media al posteriore. Tutte indicazioni più che positive per la Michelin, che ha dovuto affrontare anche qualche piccolo inconveniente, ma nulla di troppo significativo, come ci ha spiegato il responsabile Piero Taramasso.

"Già dalla FP1 abbiamo capito che sarebbe stato un weekend difficile, anche se il grip della pista non era male, considerato che al Sachsenring girano pochissimo. Hanno un regolamento legato al rumore che gli impone di girare massimo 25-30 giorni all'anno. Anche se il grip era superiore alle aspettative, si vedeva che c'era poca gomma per terra. Infatti, di sessione in sessione, i tempi miglioravano parecchio. Non di un secondo, ma quasi, nonostante fin dal primo giorno avessero già stabilito il nuovo record del circuito", ha detto Taramasso a Motorsport.com.

Nella giornata di sabato abbiamo visto dei tempi a dir poco mostruosi: Bagnaia ha fatto il nuovo record in 1'19"765, contro il precedente primato di Marc Marquez che era 1'20"195...
"Nella FP3 ben cinque piloti sono riusciti a girare in 1'19" e anche Quartararo non è sceso sotto all'1'20" solo perché ha avuto un problema con il casco. E tutto questo nonostante le temperature fossero davvero elevatissime, per di più su uno dei circuiti più impegnativi di tutto il campionato per gli pneumatici".

Le temperature così elevate hanno richiesto uno sforzo particolare alle squadre ed ai piloti?
"Dall'inizio dell'anno abbiamo visto una certa tendenza a surriscaldare più l'anteriore che il posteriore e devo dire che sia i piloti che le squadre hanno lavorato veramente bene, sia a livello di aerodinamica che di soluzioni legate ai cerchi, proprio per cercare di non stressare troppo le gomme e per raffreddarle. Per esempio, i cerchi più chiari, che sono realizzati con un trattamento diverso, aiutano a tenere le temperature più basse tra i 5 ed i 7 gradi, quindi è già un accorgimento che aiuta. Ma in tanti hanno modificato anche il parafango e le cover, in modo che la gomma potesse respirare un po' di più, nonostante l'aria fosse già di per sé a 40 gradi. Questo sforzo però è stato fondamentale per fare una buona corsa".

Abbiamo visto delle scelte praticamente univoche verso una coppia di gomme dure, ma alla fine ha vinto chi ha rischiato di più come Quartararo...
"La maggior parte dei piloti hanno scelto la dura sia all'anteriore che al posteriore, che era una soluzione che aveva performato bene per tutto il weekend. Ma ci sono state anche scelte differenti, come quella di Fabio, che ha vinto con la media al posteriore. Comunque non era un azzardo, perché non c'erano problemi a livello di usura. La dura l'hanno scelta in tanti perché dava più stabilità alla moto, ma sapevano che nei primi giri avrebbero pagato qualcosa rispetto alla media, che offriva più grip, ma poi sarebbe stata da gestire un po' nella parte finale".

La gestione della gomma di Quartararo è sembrata davvero magistrale, anche perché dietro di lui c'era uno specialista in materia come Johann Zarco, che però è calato di più alla distanza pur avendo la dura...
"Fabio ha fatto una bellissima gara e ha gestito molto bene le gomme, come aveva già fatto anche a Barcellona in condizioni abbastanza simili, con temperature altissime e poco grip. Al punto che nel finale è riuscito ad aumentare il suo gap, segno che aveva ancora abbastanza gomma. Il problema della dura è stato che, se in prova riuscivano a metterla in temperatura in due giri, in gara ce ne sono voluti quattro o cinque per arrivare al potenziale ottimale del grip posteriore".

Piero Taramasso, Michelin

Piero Taramasso, Michelin

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

In gara abbiamo assistito anche alla strana caduta di Pecco Bagnaia, che ha perso il posteriore e poi ha fatto una sorta di testacoda. Una dinamica non proprio tipica della MotoGP. Lui aveva la gomma dura, pensi che ciò che ci hai detto poco fa potrebbe aver inciso?
"Potrebbe anche essere, perché in tanti ci hanno detto che per sentire il massimo potenziale della posteriore dura ci sono voluti diversi giri. Ci può stare che non fosse ancora al meglio, anche perché il lato destro è quello più critico al Sachsenring, visto che ci sono solo tre curve, ma è il pilota che lo deve sentire e lo deve gestire. Quindi ci può stare, ma penso che sia stata una combinazione di fattori. Devo dire però che a noi Pecco ha detto che aveva un buon feeling con la gomma, quindi non credo che sia un elemento in causa, anche perché al terzo giro, quello prima della caduta, ha girato in 1'21"9, uno dei più veloci in pista. In teoria, dunque, stava funzionando tutto al meglio".

Dopo la gara invece Aleix Espargaro si è lamentato di aver accusato delle vibrazioni all'anteriore. Cosa ci puoi dire a riguardo?
"Per adesso è un po' un mistero. Aleix ci ha detto che sentiva queste vibrazioni all'anteriore, quindi dopo la gara abbiamo riverificato l'equilibratura e non abbiamo riscontrato problemi sia sulla gomma che sul cerchio. Abbiamo chiesto anche i dati all'Aprilia, come facciamo sempre in questi casi, ma non si vede nessuna vibrazione legata alla rotazione della ruota. Quelle sono le più facili da vedere, perché la frequenza è proprio legata alla rotazione. Devo ammettere che è una situazione strana, quindi continueremo ad investigare sia noi che l'Aprilia, ma sono abbastanza convinto che verrà fuori qualcos'altro".

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Anche Joan Mir però aveva parlato di qualcosa di analogo in precedenza...
"Mir si era lamentato di un problema di vibrazioni sabato, al termine delle qualifiche. Quella stessa gomma l'abbiamo smontata e rimontata su un altro cerchio: l'ha riutilizzata nel Warm-Up e questa vibrazione non c'era più, quindi nel suo caso sembrava una problematica legata al cerchio. A dire il vero, durante le giornate di venerdì e sabato, sono stati diversi i piloti che hanno detto di aver accusato delle vibrazioni, ma osservando i dati abbiamo subito trovato una spiegazione: era un problema di chattering, con la gomma davanti che perde grip e comincia a saltare. Ma non è una cosa che dipende dalla gomma, quanto dal comportamento della moto. Nei dati si vede chiaramente che si tratta di chattering, perché ha una frequenza diversa rispetto ad una vibrazione che può essere legata alla gomma o al cerchio".

E' piaciuta davvero tanto invece la gomma soft che avevate portato al Sachsenring. Dopo aver firmato la pole position, per esempio, Bagnaia ha detto che la vorrebbe sempre per fare i time attack...
"Non solo Pecco, anche altri piloti mi hanno detto la stessa cosa. Era una gomma molto morbida, che offre molto grip. Però penso che per altri tracciati sarebbe troppo morbida, anche perché noi cerchiamo di portare sempre delle soluzioni che possano essere utilizzate anche in gara. Al Sachsenring le temperature erano estreme, ma c'è anche chi è riuscito a fare la gara con la media. Magari se ci fossero stati 15 o 20 gradi in meno sull'asfalto, qualcuno avrebbe provato a correre anche con la soft. Però questa soluzione rischierebbe davvero di essere solo una gomma da qualifica su altri tipi di tracciato, che butti via dopo tre giri. Devo dire poi che ci sono anche piloti che ci hanno detto l'opposto. Per esempio, secondo Aleix Espargaro il grip era talmente tanto che finiva per spingere sull'anteriore, sbilanciando la moto".

Pneumatici Michelin

Pneumatici Michelin

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Questo fine settimana c'è l'ultima gara prima della pausa estiva ad Assen. Che scelte avete fatto per il Gran Premio d'Olanda?
"La gara dell'anno scorso era andata molto bene. Avevamo corso su un asfalto nuovo e, visto che non avevamo avuto modo di fare un test prima del GP, avevamo portato quattro specifiche sia all'anteriore che al posteriore. Per quest'anno ne abbiamo confermate solamente tre, eliminando in entrambi i casi la più dura, che era quella di back-up e non era stata utilizzata da nessuno. Si tratta di soluzioni simmetriche per quanto riguarda l'anteriore ed asimmetriche invece al posteriore. L'anno scorso la scelta che è andata per la maggiore era stata quella della media all'anteriore e della dura al posteriore. La temperatura dell'asfalto era di 38 gradi, ma il grip era davvero molto buono. Infatti c'erano stati anche tre piloti che avevano optato per la soft e cinque per la media al posteriore. Dunque, erano state utilizzate tutte e tre le soluzioni in gara ed era abbastanza normale confermarle. Inoltre credo che parliamo di pneumatici adatti a qualsiasi range di temperature".

Quali sono le insidie del tracciato che ospita il TT olandese?
"Assen è una pista che conosciamo bene, con tanti cambi di direzione ad alta velocità, che tendono a mettere sotto stress soprattutto il posteriore. Ci sono tante accelerazioni, inoltre ci sono alcune curve veloci nelle quali non si frena neanche ma si va solo a togliere il gas e in questo modo invece non si carica troppo l'anteriore. Non ho ancora visto le previsioni meteo, ma non nego che non mi dispiacerebbe vedere anche una giornata di pioggia, perché è una pista che offre un ottimo grip anche con l'asfalto bagnato".

Questo fine settimana poi tornerà in pista anche la MotoE...
"In realtà non c'è molto da dire. Assen è una pista su cui avevamo già corso anche l'anno scorso, quindi abbiamo dei riferimenti. Ci sarà però per la prima volta l'allocazione standard per la stagione 2022, quindi siamo curiosi di vedere come si comporterà".

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