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MotoGP | Quartararo fa paura, l'equilibrio è "merito" di Yamaha

A Portimao "El Diablo" ha dimostrato di essere ancora l'uomo da battere, ma se in campionato regna l'equilibrio è probabilmente perché la Yamaha non gli ha messo a disposizione una moto degna di un campione del mondo. In ballo c'è anche il futuro di Fabio, quindi le prossime gare su piste favorevoli saranno cruciali.

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Gold and Goose / Motorsport Images

La gara di Austin ne aveva già dato un segnale, ma il ritorno in Europa probabilmente lo ha confermato: se abbiamo un Mondiale così aperto e senza un dominatore, probabilmente lo dobbiamo alla Yamaha. Può sembrare quasi un paradosso, perché il "merito" della Casa di Iwata in questo momento probabilmente è quella di non essere riuscita a consegnare a Fabio Quartararo un mezzo all'altezza di un campione del mondo.

Dopo le prime gare un po' in ombra, ad eccezione della zampata del secondo posto conquistato a Mandalika sotto alla pioggia, c'era anche chi aveva iniziato a mettere in dubbio la capacità di reagire alle difficoltà di "El Diablo" oltre alle carenze della M1. Poi però in Texas lo abbiamo visto lottare come un leone, soprattutto con Marc Marquez, nonostante la sua moto fosse lenta quasi in maniera imbarazzante sul rettilineo rispetto alla concorrenza. Alla fine però ne è venuto fuori solo un settimo posto che non gli ha reso giustizia, facendo anche passare in secondo piano la grande gara di cui si era reso protagonista.

A Portimao però Fabio è riuscito a mandare in scena la "tempesta perfetta". In qualifica si era visto privare a causa di una bandiera gialla di una prima fila che avrebbe meritato, visto che nessuno era in grado di pennellare il T4 del circuito dell'Algarve come lui, ma non si è perso d'animo. Dopo aver mostrato un grande ritmo nel Warm-Up, l'unica sessione disputata completamente sull'asciutto prima della gara, sapeva di avere una sola opportunità per portarsi a casa la vittoria.

Con quei problemi di velocità di punta ed una velocità di percorrenza che non ha nessun'altra moto, l'unica opzione per lui è quella di riuscire a mettersi davanti subito e riuscire ad imporre il suo ritmo. Altrimenti la sua M1 si ritroverebbe non solo ad essere superata sul rettilineo, ma anche ad essere bloccata dalle altre moto a centro curva, quando deve sfruttare il suo punto di forza.

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

"E' la prima volta quest'anno che riesco a fare un primo giro così forte e so che se non lo faccio la mia gara è finita. Basta poco per fare la differenza tra vincere o fare fatica come nella seconda gara qui l'anno scorso", ha spiegato infatti dopo essere sceso dal podio.

Questa volta, in effetti, il campione del mondo ha recitato il copione alla perfezione: dalla seconda fila si è subito portato in seconda posizione, poi non ci ha messo troppo a sbarazzarsi anche della Suzuki di Joan Mir per andare successivamente ad imprimere alla gara un ritmo letteralmente insostenibile per tutti gli altri, staccando di quasi 6" il diretto inseguitore Johann Zarco. Ma ad impressionare è il mezzo minuto che ha rifilato alle altre M1 in configurazione factory.

Nel corso del weekend c'era stata anche una mezza diatriba con Andrea Dovizioso riguardo a quello che mancherebbe alla M1 in questa stagione. Secondo il forlivese, infatti, il nodo non sarebbe tanto il motore, quanto la carenza di grip al posteriore.

Idea che Fabio aveva rispedito al mittente: "Dovi dice che serve grip? No, non sono d'accordo. Penso che se chiedi a qualunque pilota di cosa ha bisogno per essere veloce ti risponde il grip. Perché con più grip puoi andare veloce. Ma ho abbastanza esperienza con questa moto e posso dire che il problema non è il grip, ma la potenza".

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing, Johann Zarco, Pramac Racing, Aleix Espargaro, Aprilia Racing Team

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing, Johann Zarco, Pramac Racing, Aleix Espargaro, Aprilia Racing Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Per quanto poi Dovizioso gli abbia riconosciuto il merito di riuscire a sfruttare al meglio il pacchetto a disposizione oggi, non si è mosso troppo dalla sua posizione: "Fabio non dice una cosa sbagliata, semplicemente non lo sa perché non ha provato altre moto. E' possibile essere veloci con la Yamaha, guidando in modo molto dolce. Ma in uscita di curva inizi a derapare e ti porti questo problema in accelerazione. Fabio è bravo ad arginare questa situazione, quindi riesce a sfruttare le altre caratteristiche della M1, facendo la differenza in ingresso di curva e percorrenza".

In un momento in cui riuscire a far progredire la M1 è un qualcosa di cruciale, non riuscire ad avere un'unità di intenti non è certamente di aiuto. La gara di ieri però ha fatto capire chiaramente che se si vuole sperare di lottare per il titolo, bisognerà assecondare le richieste di Fabio, correndo magari il rischio di ritrovarsi nella stessa condizione della Honda, che senza il suo baluardo Marc Marquez ha dovuto fare i conti con una moto che era in grado di guidare solamente il campione di Cervera.

Ma questa è anche la doppia partita che deve giocare il marchio giapponese, perché non dobbiamo dimenticarci che sul tavolo c'è anche il futuro di Quartararo, che non ha ancora deciso se rinnovare o cercare una nuova strada. All'orizzonte ci sono due piste sulla carta favorevoli, come Jerez e Le Mans, che non hanno lunghi rettilinei. Lo scorso anno a negargli la vittoria furono solo un problema di sindrome compartimentale e l'arrivo della pioggia.

Ora quindi è il momento di remare tutti nella stessa direzione, per avere un margine per giocare in difesa quando arriveranno tracciati più ostici tipo il Mugello o il Red Bull Ring, nella speranza che per allora sia arrivato anche qualche upgrade per la M1. Anche perché farsi scappare l'uomo da battere sarebbe davvero un peccato capitale...

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Fabio Quartararo, Yamaha Factory Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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