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MotoGP | Petrucci: "Sarei venuto anche a nuoto a guidare la Suzuki"

Il ternano ha raccontato come si è concretizzata l'opportunità di correre con la Suzuki in Thailandia e ritiene che sia stato un grande regalo che gli ha fatto il motociclismo, perché si è goduto soprattutto l'affetto con cui è stato riaccolto nel paddock. Sa che non lo attende un weekend facile, perché dovrà scoprire la GSX-RR da zero, e spera nella pioggia perché sia almeno impegnativo dal punto di vista fisico.

Danilo Petrucci, Suzuki MotoGP Team

Suzuki MotoGP

Il saluto a Valencia alla fine dello scorso anno sembrava un addio o i titoli di coda di un film. Danilo Petrucci invece ha vissuto un 2022 che dire intenso è limitativo. Ha corso alla Dakar con la KTM, diventando il primo pilota di MotoGP a vincere una tappa. Poi è volato negli States per difendere i colori della Ducati nel MotoAmerica, inchinandosi al campione in carica Jake Gagne proprio all'ultima gara.

La ciliegina sulla torta però è stata di quelle veramente inaspettate. In cuor suo, il ternano magari sperava che la Ducati gli offrisse ancora l'occasione di fare una wild card nel Mondiale Superbike, ma a sopresa questo fine settimana tornerà a calcare la scena della MotoGP, avendo risposto presente alla chiamata della Suzuki, che lo ha cercato per sostituire l'infortunato Joan Mir in sella alla GSX-RR. Tra le altre cose, non è stato affatto semplice raggiungere la Thailandia e questo ha reso il tutto ancora più avventuroso.

"Ho ricevuto la chiamata prima della gara di domenica scorsa in Alabama. Stavo ancora lottando per il titolo, quindi gli avevo detto che ci avrei duvuto pensare, anche perché la corsa in Thailandia è sempre stata dura, anche quando ero in perfetta forma. Ora sono anche più vecchio (ride). Poi, una volta finiti gli impegni con i media dopo la gara, sono tornato alla tenda e il mio manager mi ha detto che dovevamo decidere, perché altrimenti non ci sarebbe stato il tempo per arrivare in Thailandia. A quel punto gli ho detto: 'ok, andiamo!'. Da quel momento è stato come essere messo in una lavatrice e ora non vedo l'ora di salire sulla moto, perché penso di poterla gestire anche se è molto diversa da quelle che ho guidato in passato", ha raccontato "Petrux".

"Ero negli Stati Uniti con mio fratello e questa settimana saremmo dovuti andare in vacanza a New York, ma gli ho detto che sarebbe dovuto andare in Italia per recuperare la tuta della Suzuki. Ora è arrivato qui in Thailandia, quindi gli devo una vacanza. Sono partito dall'Alabama alle 6 del mattino di lunedì e sono arrivato a Buriram ieri pomeriggio, ma faccio fatica a dire quanto sia emozionante: nemmeno in una storia di Alfred Hitchcock avrei mai pensato di fare la Dakar con la KTM, correre in America con la Ducati e poi venire qui con la Suzuki. Penso che nessuno abbia mai fatto una cosa del genere", ha aggiunto.

Una cosa che ha voluto sottolineare però è il grande affetto che ha ricevuto in tutte queste esperienze e quando ha fatto ritorno nel paddock della MotoGP. Un qualcosa che secondo lui forse va addirittura oltre i risultati sportivi.

"Questo è uno dei più grandi regali che abbia ricevuto nella mia vita, quindi voglio dire grazie a tutto il mondo del motociclismo e della MotoGP. Anche se parliamo di grandi marchi, dietro ci sono delle persone e sono felice di avere un grande rapporto con tutti loro. Esclusi i risultati sportivi, è la cosa più bella che abbia mai ottenuto. Avevo già provato questa sensazione a Valencia, quando ho smesso, e quando sono tornato ad Austin ero davvero felice di vedere tutte le persone della MotoGP. Questa volta non posso attraversare il paddock, devo stringere la mano a tutti. Questo mi rende davvero orgoglioso".

Danilo Petrucci, Suzuki MotoGP

Danilo Petrucci, Suzuki MotoGP

Le previsioni parlano di pioggia per il fine settimana e questo potrebbe essere un punto a suo favore, anche se potrebbe rendere più complicato imparare a conoscere una moto molto diversa da quelle con cui ha corso in passato.

"Sì, spero che piova per sempre fino a domenica alle quattro, perché almeno la gara è meno fisica. Non ho avuto modo di sedermi sulla moto, ma mi hanno mostrato tutto e i dispositivi sono in posizioni diverse. Quindi non possiamo fare alcuna modifica. Di solito uso il freno a pollice e qui il il pulsante del freno a pollice è l'abbassatore. Quindi sarebbe pericoloso premere il pulsante all'interno delle curve. Quindi devo sistemare il pollice per non toccarlo".

"Ma spero che piova, perché avevo già molta paura quando sono venuto qui per la MotoGP, perché correre sull'asciutto quando fa così caldo è una delle cose peggiori che un essere umano possa provare. Quindi, spero che rimanga bagnato perché tutto è più morbido, più facile. Voglio solo divertirmi e finire la gara. Penso che sia difficile non finire in una posizione che non sia l'ultima. Ma forse la moto è così buona che riuscirò a trovare la strada e a stare vicino agli altri. Voglio solo spingere al massimo, ma non mi interessa il risultato, anche se voglio andare forte. Ho detto la stessa cosa quando sono andato alla Dakar".

Quando poi gli è stato chiesto se riteneva più tosta la sfida alla Dakar o quella di questo fine settimana, ha aggiunto: "Almeno alla Dakar ho avuto la possibilità di provare la moto, non per molto tempo, perché dopo sei giorni di allenamento mi sono infortunato. Avrei dovuto fermarmi per tre settimane, ma sono riuscito a fermarmi solo una settimana. Quindi, avevo molta paura di correre la Dakar. Ma questa volta non ho avuto la possibilità di provare la moto, quindi sarà davvero dura. Anche perché gli altri ragazzi sono alla fine del campionato e sono molto in sintonia con la moto".

"Per me l'anno scorso è stata una delle stagioni più difficili, quando stavo per lasciare la MotoGP. Stavo già andando a Dubai per allenarmi per la Dakar, poi ho corso la Dakar. Poi non c'è stato riposo perché sono andato negli Stati Uniti. Quindi, per me è stato davvero difficile finire questa stagione, perché è stato come farne due in una. Ma non si può dire di no a questa offerta. Avrei potuto nuotare nel Pacifico per venire qui a guidare questa moto... se ci fosse stata una settimana in più".

Inoltre, dovrà adattare rapidamente il suo stile di guida: "Ho sempre guidato una V4 e questa è una quattro cilindri in linea. Ho guidato un quattro cilindri in linea nel 2013 con Ioda e Suter-BMW. Ma quella era un'altra epoca della MotoGP. La moto, la posizione, l'ergonomia sono molto diverse. Ho dato un'occhiata ad alcuni dati, ma è tutto così difficile. Ho bisogno di provare la moto prima di tutto e di capire, anche perché, avendo queste dimensioni, ho sempre bisogno di qualcosa di diverso sull'assetto. Quindi, dobbiamo prima provare la moto e capire tutto. Sono felice di essere qui e domani cercheremo di capire quanto sarà difficile".

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