MotoGP | Marquez sul braccio: “Se ne parla solo quando lo dico io”
Marc Marquez, che in Giappone ha completato la sua prima gara dopo la quarta operazione al braccio destro, spiega come a Motegi ha gestito la limitazione fisica, che ancora si porta dietro in base ai movimenti.
Foto di: Dorna
Marc Marquez ha accumulato già alcune centinaia di chilometri in sella alla sua RC213V da quando è tornato in moto in occasione del test collettivo di Misano, svolto dopo il Gran Premio di San Marino. Dopo 101 giri al circuito dedicato a Marco Simoncelli, il pilota Honda ha deciso di prendere parte al weekend di Aragon, in cui è sceso in pista per tutte le sessioni. La domenica però ha completato solo metà giro a causa di un incidente dopo un impatto con Fabio Quartararo proprio all’inizio della gara.
Dopo l’appuntamento di Motorland lo aspettava Motegi, uno scenario molto più impegnativo per via del layout della pista, composta da potenti accelerazioni e frenate forti. Nonostante l’incertezza del catalano nel vedere come reagisse il braccio in queste circostanze, ha ottenuto una quarta posizione in gara. Ma soprattutto le sensazioni avute durante tutto il fine settimana gli hanno permesso di andare a Buriram togliendosi un peso di dosso. “Non mi aspettavo di concludere così bene fisicamente né di poter attaccare negli ultimi giri. È vero che il braccio sinistro è diventato duro come una pietra, ma questo perché in modo inconsapevole proteggeva il destro. Ma non mi ha mai fatto male, non in quel modo che nemmeno l’adrenalina può mitigare”, ha dichiarato Marc.
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
Poco prima di andare in Thailandia, passando prima per Tokyo, Motorsport.com ha chiesto all’otto volte campione del mondo se la condizione del suo braccio fosse una variabile lasciata alle spalle o se ancora facesse parte delle grandi conversazioni di routine nel box Honda. “L’unico con cui parlo del braccio è Alberto Puig, perché è la persona che è rimasta più aggiornata di tutti e ancora lo è. Sa tutto e gli sono molto grato. Nel box si parla molto poco del braccio e solo quando lo dico io”, ha rivelato il catalano, prima di entrare nei dettagli di come questo fatto che è stato al centro della sua vita per due anni sia passando in secondo piano.
“Per esempio, nella curva che dà sul rettilineo principale, ho chiesto ai ragazzi che non confrontino i miei dati con quello degli altri, perché lì avevo delle limitazioni e andavo come potevo. Dicevo loro ‘non mi chiedete nulla’. Nel resto della pista, quello che volete. Poi, durante il fine settimana, guido io un po’. Ad esempio, il warm up non si fa per intero”, ha proseguito il pilota di Cervera. Nonostante abbia saltato la metà delle gare disputate fino ad ora (8 su 16), continua ad essere il pilota Honda miglior piazzato nella generale, con 26 punti di vantaggio su Pol Espargaro, suo compagno di squadra nel box Honda.
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