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Marquez come Agostini: dieci di fila ad Indianapolis!

Marc aspetta e poi scappa, Lorenzo batte Valentino nel duello per il secondo posto. Pedrosa quarto e a -89

Marc Marquez come Giacomo Agostini: fino ad oggi solamente alla leggenda italiana era riuscita l'impresa di vincere consecutivamente le prime dieci gare della stagione, ma da stasera dovrà condividere questo primato con il pilota della Honda, che anche ad Indianapolis quindi ha scritto un'altra pagina di storia della MotoGp.

E dire che nella prima fase della corsa sembrava quasi che questa potesse essere la giornata giusta per la Yamaha, con un Valentino Rossi "on fire", che si è portato al comando con una partenza a fionda e ci è rimasto praticamente per i primi dieci giri di gara, salvo per una brevissima parentesi nella quale era stato superato dalla Ducati di Andrea Dovizioso.

Quando mancavano 17 giri alla bandiera a scacchi però "El Cabronsito" ha rotto gli indugi ed è andato a prendersi la testa della corsa a modo suo, ovvero con un sorpasso clamoroso: prima ha risposto a Jorge Lorenzo all'esterno della prima curva, poi ha scavalcato entrambe le M1 ufficiali all'interno della curva 2.

Da quel momento ha cambiato passo, aggiungendo decimi al suo vantaggio sugli inseguitori di giro in giro, fino a transitare solitario sul traguardo e potendo così festeggiare la sua 16esima vittoria nella classe regina. A questo va aggiunta una curiosità: Marc ha vinto tutte le gare che ha disputato sul suolo statunitense in questi due anni.

Alle sue spalle è stata tutta in casa Yamaha la lotta per la seconda posizione: fino a metà gara Valentino ha dato la sensazione di potersi difendere, ma poi ad una decina di giri dal termine Lorenzo lo ha scavalcato perentoriamente, mettendo oltre 4" tra sé ed il pesarese, che comunque sale nuovamente sul podio dopo aver mancato l'appuntamento sia ad Assen che al Sachsenring e diventa il primo pilota nella storia a superare la soglia dei 4.000 punti. Per Lorenzo invece si tratta di un altro risultato che porta ancora fiducia dopo il terzo posto in Germania ed il rinnovo di contratto con la Casa di Iwata.

Ai piedi del podio troviamo l'altra Honda di Dani Pedrosa, autore di una gara abbastanza anonima, nella quale non ha mai avuto degli spunti particolarmente brillanti. Lo spagnolo ora si ritrova quindi a ben 89 punti da Marquez nella classifica iridata, con Rossi appena 4 lunghezze più indietro. Continuando con questa marcia perfetta, dunque, Marc potrebbe chiudere matematicamente i conti a cavallo tra Misano ed Aragon.

Peccato per Andrea Dovizioso, perché per buona parte della gara il passo della sua Ducati è stato davvero interessante, ma poi il forlivese è precipitato al settimo posto, alle spalle delle due Yamaha Tech 3 di Pol Espargaro e Bradley Smith. Davvero una disdetta se si pensa che per quasi metà gara è rimasto attaccato alle Yamaha, reggendo il passo dei migliori. Come temeva, però, la relazione tra il degrado della gomma (montava la media, la più dura per le GP14 e le "Open") e l'aumento del gap è stata direttamente proporzionale. Va detto però che i 40" di ritardo dell'anno scorso, oggi sono stati solo 20.

La top ten si completa poi con Cal Crutchlow, Scott Redding ed Hiroshi Aoyama. Sicuramente si merita un bravo il britannico del Team Gresini, che quindi si è imposto tra le "Open" con la sua Honda RCV1000R, reggendo il passo del ducatista praticamente per tutta la corsa.

Sono stati tanti però i ritiri che hanno caratterizzato questa corsa: stupisce infatti che non ci sia Aleix Espargaro in cima alla classifica delle "Open", ma il portacolori del Forward Racing è stato tamponato da Stefan Bradl ed il contatto è costato il ritiro ad entrambi. Out anche Andrea Iannone, tradito dalla sua Ducati dopo essere stato nelle prime cinque posizioni all'inizio. Si è chiuso dopo neanche un giro poi il weekend di Alvaro Bautista e Yonny Hernandez, caduti per un contatto alla curva 4.

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