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MotoGP: Marini svela i segreti dell'holeshot Ducati

Dopo averlo provato per la prima volta al GP di Stiria, Luca Marini ha svelato alcuni dettagli inediti dell'holeshot della Ducati, a oggi il dispositivo più avanzato tra quelli proposti dai team nella classe regina del Motomondiale.

Luca Marini, Esponsorama Racing

Luca Marini, Esponsorama Racing

Gold and Goose / Motorsport Images

Luca Marini, uno dei due piloti titolari del team Esponsorama di MotoGP, ha avuto modo di correre per la prima volta con il dispositivo holeshot sulla sua Ducati Desmosedici lo scorso fine settimana, al Red Bull Ring, al Gran Premio di Stiria.

Dopo un comprensibile lasso di tempo in cui ha avuto bisogno di prendere confidenza con il nuovo dispositivo, che permette al posteriore della moto di abbassarsi e migliorare la trazione in uscita di curva, Marini ha iniziato a usarlo con naturalezza. In fondo si tratta di un pulsante in più da premere, ma al momento giusto.

Se l'innesco del dispositivo sembra molto semplice, Marini ha rivelato aspetti molto interessanti dell'holeshot, rimasti inediti sino a oggi. Al GP di Stiria lui ha utilizzato un assetto standard del device inventato e portato per la prima volta in gara dalla Ducati, ma dietro - o meglio, dentro - a questo sistema c'è molto di più. Si tratta di una serie di assetti variabili che permettono ai piloti di fare diverse regolazioni, abbassando e alzando la moto con la velocità più gradita.

"L'holeshot è molto interessante, un sistema molto tecnologico e la Ducati a mio avviso ha fatto davvero un grande passo avanti. E' nettamente avanti alle altre, anche come funzionamento. E' un sistema che si può proprio modificare molto, il tempo della discesa o anche come risale il posteriore".

"Per il momento non abbiamo ancora toccato nulla, nel primo fine settimana abbiamo usato i parametri standard che ci ha fornito Ducati. Vediamo se in questo fine settimana riusciremo a perfezionare qualcosa. Perché ci sono piloti a cui piace che la moto si abbassi il più tardi possibile, ad altri piace che si sieda subito. Io sono partito con l'assetto standard, ma credo che si possa anche provare a lavorare per vedere se riusciamo a trovare anche altri miglioramenti".

Marini ha rivelato anche che, sebbene l'holeshot sia un dispositivo molto complesso e variegato nelle sue possibilità d'assetto, l'attivazione in gara si è rivelata piuttosto semplice e praticamente immediata. Dopo aver provato il sistema nella sua versione standard, Marini potrebbe provare a modificare i primi parametri in questo weekend, in vista del Gran Premio d'Austria.

"Per quanto riguarda l'automatismo, diciamo che durante la gara ogni giro era più facile usarlo. Nei primi giri è stato più complicato, perché ogni giro devi premere tanti pulsanti, e quindi non è facile se si considera che ora dobbiamo premere anche quello. Però verso metà gara in poi è diventata proprio una cosa automatica. Spero di ripartire da quel punto in questo weekend. Mi sento già capace di usarlo".

"Come detto, possiamo iniziare a lavorarci, sistemare e modificare qualcosa. Magari il tempo di abbassamento o risalita del posteriore. Però più o meno mi sento al pari degli altri. Anzi, non necessito di ulteriore tempo per imparare. Anzi, mi piace imparare cose nuove e velocemente".

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