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MotoGP | Marini: "Manca veramento poco per stare davanti"

Il pilota della Mooney VR46 ha disputato la sua più bella gara in MotoGP al Mugello. Dopo aver firmato la prima fila sabato, si è confermato sul ritmo dei migliori anche in corsa, chiudendo al sesto posto. Ora manca solo un ultimo step per lottare per il podio e Luca spera che si concretizzi al più presto.

Luca Marini, VR46 Racing Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Non è stato il suo miglior risultato in carriera, ma probabilmente non si sbaglia se si dice che quello del Gran Premio d'Italia è stato il miglior weekend da quando è sbarcato in MotoGP per Luca Marini. Il pilota della Mooney VR46 aveva già conquistato la prima fila in due occasioni e lo scorso anno in Austria si era piazzato quinto in condizioni miste, ma non aveva mai vissuto un intero fine settimana al livello dei migliori e questo è sicuramente uno step importante per lui.

Dopo aver preso il via dalla terza casella dello schieramento, ha battagliato per le posizioni da podio per una buona metà di gara, chiudendo alla fine in sesta posizione. Ma la cosa che più preme al ragazzo di Tavullia è che questo possa diventare un passo avanti acquisito, garantendogli un proseguimento di stagione da protagonista.

"Sono soddisfatto del weekend, perché mi sembra che stiamo facendo dei passi avanti. Come avevo detto ieri, non mi sembrava di avere il ritmo per lottare per il podio, ma io volevo farmi trovare pronto a sfruttare un'opportunità nel caso in cui qualcuno avesse commesso qualche piccolo errore". ha detto Marini.

"Nelle ultime due gare, dopo il test di Jerez, il mio feeling con la moto è migliorato tanto, mi sento meglio, e la cosa più importante è questa. Adesso guardiamo a Barcellona, perchè sarebbe importante confermare la mia velocità su un'altra pista e poter continuare a lottare per queste posizioni in tutte le gare", ha aggiunto.

Cosa ti è mancato oggi per fare qualcosa in più?
"In tutto il weekend ho perso molto nel T4 e non siamo riusciti a metterlo a posto. Ero lento all'uscita della Bucine: non so perché, ma facevo fatica a girare e quindi ero sempre in ritardo in uscita. Quando mettevamo la moto dritta, perdevo già una ventina di metri, quindi un decimo e mezzo circa. Ovviamente in gara questo è un problema più grande, perché poi ti superano sul dritto ed è più difficile combattere. Però non c'è stato modo di sistemare questa cosa. Nelle altre parti della pista però mi sentivo veramente veloce, riuscivo a staccare forte e questo è importante perché ci abbiamo lavorato tanto dall'inizio dell'anno e questo è un aspetto fondamentale della MotoGP di oggi".

Questo weekend ha dato la sensazione che il passaggio generazionale da Valentino a voi dell'Academy sia completato...
"Sicuramente più per Pecco (Bagnaia), perché ha vinto, ma anche io e Bez (Bezzecchi) stiamo andando forte. Ognuno fa il proprio percorso e in questo momento Pecco è pronto per lottare per la vittoria in ogni gara, a me invece manca ancora qualcosina per arrivare a lottare per il podio in ogni gara. Bisogna fare i giusti passi per arrivare lì, perché alla fine è un obiettivo raggiungibile per tutti, perché il livello dei piloti in MotoGP è altissimo. Tutti hanno le carte in regola per riuscirci".

Luca Marini, VR46 Racing Team

Luca Marini, VR46 Racing Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Com'è stato battagliare per il podio insieme a Bezzecchi?
"Uguale, come nelle altre posizioni. E' sempre bello. Tra di noi cambia poco, quello che è diverso è battagliare con Pecco, con Quartararo, con Zarco. Se lotti sempre con gli stessi piloti, che sia per il 14° posto o per il primo, tu vuoi solamente arrivargli davanti. E' lottare con quelli con cui non sei abituato che ti dà quel qualcosina in più".

Hai provato a fare un doppio sorpasso come Petrucci alla San Donato proprio su Bezzecchi e su Quartararo...
"Appena sono andati larghi, ho pensato: 'Vai, facciamo come Petrucci'. Poi una volta che ero tutto piegato non vedevo più cosa c'era alla mia sinistra, ma ci ho provato. Potevano anche toccarmi e magari sarei caduto, ma se uno vuole vincere o lottare per il podio deve rischiare".

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Battagliare con i migliori cosa ti ha fatto imparare?
"Ho trovato la consapevolezza che manca veramente poco per stare davanti. E' bello lottare con loro, ma siccome in MotoGP c'è un grandissimo livello anche quando lotti per il decimo posto è dura uguale. La fatica che fai sulla moto è la stessa, perché la tua velocità è quella. Però lottare con gente più esperta o più forte, specialmente negli ultimi giri, ti dà qualcosa in più. Ti rendi conto che magari loro hanno un po' più di gomma perché sono riusciti a gestirla meglio: Zarco, per esempio, accelerava fortissimo in uscita dalle curve anche alla fine. Io invece i primi giri ho dato tutto quello che avevo e alla fine ho sofferto di più".

Ma anche mentre eri in lotta con loro c'era questo pensiero lucido di non poter ambire al podio?
"Nella tabella vedevo che gli altri venivano su. Enea stava guadagnando un po' di decimi ogni giro. Stavo valutando e sapevo che la situazione non sarebbe stata facile, ma volevo stare più avanti possibile per avere più chance alla fine della gara. Non volevo rimanere quarto, avrei voluto stare più avanti, ma per forza di cose dovevo rimanere in quella posizione".

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