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Questa MotoGp consente troppo ai suoi campioni?

La Race Direction tende a lasciar correre tutto, ma così si rischia davvero di far venire meno la sicurezza

Sono passati ormai più di tre giorni dall'epilogo della gara di Assen, ma la MotoGp fatica ancora a voltare pagina e guardare oltre al contatto tra Marc Marquez e Valentino Rossi che ha deciso il Gp d'Olanda. Il fatto però è che tutti si sono concentrati principalmente a chiedersi se l'accaduto fosse colpa dello spagnolo o del "Dottore" e nessuno invece ha provato a domandarsi se sia proprio normale che in un finale di gara molto al di sopra delle righe la Direzione Gara si prenda la responsabilità di dire che va tutto bene così.

Se il ragionamento è stato quello per cui senza il tocco di Marquez, Valentino non avrebbe tagliato l'ultima curva, può aver avuto un senso non dare sanzioni a nessuno (evidentemente il calibro dei due personaggi coinvolti ha avuto il suo peso in questa scelta), ma lasciar passare che quello che è accaduto in Olanda sia tutto normale potrebbe creare un precedente pericoloso dal punto di vista della sicurezza.

Diversi colleghi della classe regina, Andrea Iannone su tutti, hanno puntato il dito contro il campione del mondo in carica, lasciando intendere che lui una carenata in bagarre non la nega a nessuno. Ma se per la Race Direction questo genere di manovre vanno sempre bene, chi gli deve impedire di continuare a provarci? E non esiste che un'eventuale manovra scorretta, peralto non sanzionata come tale, possa renderne automaticamente legale un'altra che non lo è affatto (il regolamento vieta categoricamente di trarre vantaggio tagliando la pista).

Forse in questo caso avrebbe avuto senso una punizione simbolica per entrambi, magari 5" di penalità, che non avrebbe cambiato nulla ai fini della classifica, ma avrebbe lanciato un chiaro messaggio che si stava andando un po' troppo oltre: in questa fase, la MotoGp ha imboccato una strada del tutto opposta a quella della Formula 1 che addirittura punisce i piloti quando i meccanici non gli fissano una gomma correttamente, perché i rider non li sanziona mai.

Senza voler rimanere ancorati a questo caso e senza voler far torto a Danilo Petrucci, per esempio, sinceramente resta inspiegabile come sia possibile che in Argentina il suo ingresso di "sponda" su Hiroshi Aoyama, finito a terra all'ultima curva, non abbia portato a provvedimenti. E anche in questo caso la lezione non c'è stata, perché poi al Mugello ha rifatto una manovra molto simile su Aleix Espargaro alla San Donato, buttando giù lo spagnolo della Suzuki.

Viene anche da pensare ai ripetuti rimproveri che vengono fatti ai ragazzini terribili della Moto3. Come si può pensare che questi giovani calmino i loro bollenti spiriti se poi vedono che ai loro beniamini, che corrono sulle moto su cui sperano di salire tra qualche anno, è concesso praticamente tutto? Fortunatamente per ora non si è ancora fatto male nessuno e bisogna sperare che non si aspetti un incidente grave perché la Race Direction cominci a far rispettare quelle norme che sono scritte nel regolamento...

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