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Lorenzo e la domanda che condiziona il mercato

Con il ritiro di Stoner, Jorge può andare dove vuole, ma vede Valentino ancora come un avversario?

Ha in mano il pallino del mercato. Almeno dopo che Casey Stoner ha deciso di fermare le bocce con l'annuncio del ritiro a fine stagione. I riflettori si sono accesi su Jorge Lorenzo. Il maiorchino ha il contratto in scadenza con la Yamaha e può decidere di andare dove vuole. La prima mossa sullo scacchiere toccherà allo spagnolo leader della MotoGP. Ha già vinto tre gare su cinque nel campionato che dovrebbe essere quello del commiato di Casey (perché già parla di fare delle riapparizioni da wild card?) e si carica sulle spalle la responsabilità di traghettare nel futuro il MotoMondiale, specie ora che la Superbike sembra avergli scippato lo scettro della spettacolarità. I SEGNI SULLA FACCIA DA BAMBINO L'eterna faccia da bambino comincia ad essere segnata, nonostante abbia solo 25 anni. Cinque campionati a 300 all'ora fanno crescere più in fretta. Le brutte cadute hanno lasciato delle cicatrici nelle ossa, ma non nell'anima: Jorge è un campione consapevole della sua maturità e della sua forza. IL PILOTA PIU' COMPLETO Forse non è il pilota più veloce, lui stesso è consapevole che Casey Stoner sa essere più ispirato nel giro secco, ma oggi è certamente il rider più completo. Si diceva che la sua competitività dipendesse dalle qualità di messa a punto di Valentino, ma i fatti più recenti dimostrano che non è vero: la M1 mille se l'è sviluppata da solo e, insieme ai tecnici giapponesi, ha messo insieme una moto vincente, mentre Rossi non ha ancora saputo indicare la retta via alla Ducati per lo sviluppo della Desmosedici. IL MERCATO IN MANO Può restare alla Yamaha, ma può decidere di andare alla Honda per fare coppia, come si dice, con Marquez, rivoluzionando i ranghi della HRC. Sarà spinto dalla voglia di dimostrare che può essere vincente su qualsiasi moto o cercherà di consolidare il lavoro fatto in questi anni, plasmando la squadra diretta da Lin Jarvis, secondo i suoi desiderata? CUORE O PORTAFOGLIOPer Jorge varrà la ragione del cuore o quella del portafoglio? È meglio diventare la bandiera di una squadra restando legato ad un marchio o è più giusto provare a monetizzare il proprio valore sul mercato, perché c'è chi ritiene che il potere si esprime con quanto si guadagna. NON C'E' FRETTALorenzo ha già fatto sapere che non ha fretta di prendere una decisione, sapendo di avere la prima mano nella partita. Due anni fa aveva costretto il Dottore a lasciare la Yamaha: lo spagnolo era fresco campione del mondo e costava quasi la metà di Vale, che era ancora alle prese con i postumi della brutta caduta al Gp d'Italia del Mugello. VALE DA NON SOTTOSTIMARE Ora Jorge deve evitare di commettere un errore grave: sottostimare Valentino. Il campione di Tavullia è un uomo-industria. Rossi non guadagna solo dall'ingaggio in MotoGp che è pur sempre principesco (chiedete alla Ducati...). Il Dottore può agitare le acque del mercato accettando una nuova una sfida nella quale i soldi potrebbero non essere l'elemento determinante. UNA RISPOSTA IMPORTANTE Al marchigiano interessa di più aggiungere un decimo titolo mondiale nel suo palmares o ingrossare il conto in banca (che crescerà comunque a prescindere)? Per l'orgoglio toccato nel profondo di Vale è facile scommettere che possa puntare sulla prima ipotesi. Ma allora c'è da chiedere a Lorenzo: considera Rossi è un pilota finito o un campione che può tornare ad essere l'avversario più ostico per il titolo su una moto competitiva? In base alla risposta che darà a questa domanda deciderà in fretta il suo futuro o prenderà tempo...

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