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Dovizioso: "Parlo anche con Suzuki, ma la Ducati..."

Il pilota della Ducati ci ha parlato del suo futuro prossimo, ricordando che la sua fiducia in Ducati è inalterata.

Dovizioso:
Questo pomeriggio Andrea Dovizioso ha partecipato a un evento promozionale programmato da uno degli sponsor principali della Ducati in via dell'Indipendenza, a Bologna. Il pilota di Forlimpopoli ha aperto l'evento parlando delle sue recenti imprese in sella alla rossa di Borgo Panigale: "E' sicuramente molto bello vedere il proprio nome in cima alla lista dei tempi e fare tre giri davanti a tutti in sella a una Ducati, ma non dobbiamo prenderci in giro. I nostri obiettivi sono ben altri. Noi vogliamo stare davanti a tutti ben di più dei tre giri effettuati a Le Mans. Ai tifosi chiediamo ancora pazienza, perché sappiamo quanto stiamo lavorando duro per cambiare le cose e qualche miglioramento si è già visto, ma non basta. Dobbiamo fare molto di più e stiamo lavorando tanto proprio per arrivare in cima". A margine dell'evento felsineo, Dovizioso si è concesso ai nostri microfoni, non esitando a parlare di speranze per il mondiale 2014 e il suo prossimo futuro, che potrebbe essere ancora a tinte rosso Ducati o tendenti all'azzurro della Suzuki, senza però dimenticare altri team che ambiscono a mettere sotto contratto Andrea a partire dal 2015. Andrea, proprio negli ultimi giorni l'ingegner Luigi Dall'Ingna ha svelato che, per il Gran Premio del Mugello, la tua moto potrà avvalersi di modifiche al motore. In più, di recente, avete svolto test proprio sul tracciato toscano. Quali sono gli obiettivi ducati per la tappa italiana del Motomondiale? "Sì, innanzitutto dico che spesso portiamo piccole migliorie alla moto, perché il nostro obiettivo è colmare il gap con i primi e questo può avvenire solo con un costante sviluppo della moto. Sappiamo che il cammino è lungo, per questo portiamo sempre novità. Detto ciò dobbiamo essere realisti, perché non mi piace illudere le persone. Porteremo sì degli aggiornamenti al motore, ma non saranno significativi, o meglio, non saranno così determinanti come qualcuno può pensare. Detto ciò il nostro obiettivo rimane quello dichiarato anche a Le Mans: ridurre il gap in gara con i primi". Nel tuo intervento che ha aperto l'evento, hai chiesto pazienza ai tifosi Ducati. Ma, alla luce di quanto visto in questo anno e mezzo in sella alla Ducati, quanta pazienza ha ancora Andrea Dovizioso? "Sì, la pazienza è ancora tanta. Sai, un pilota quando entra in pista deve dare il cento per cento. Prendo sempre dei rischi ogni volta che entro in pista, perché il mio obiettivo è essere il più vicino possibile ai primi e, in questi anni, il livello della MotoGP è aumentato in modo vertiginoso e quindi non serve solo pazienza, ma anche altre cose. Ad esempio migliorarsi ogni volta per limare ogni centesimo possibile. Ora le cose non stanno andando come tutti vorremmo, non lottiamo per la vittoria e quindi tutto risulta più difficile, ma sapendo che ci sarà la possibilità di avere una moto migliore - perché credo molto nei nostri ingegneri - mi aiuta a lavorare perché so che arriveranno i risultati". Dopo un anno e mezzo passato in Ducati, sappiamo che sei in trattativa anche con altre squadre, ad esempio Suzuki... "Sì, parlo anche con Suzuki, ma non solo con loro...". Se dovessi approdare in Suzuki, sai bene che potresti trovarti nella medesima situazione che vivi in Ducati. "Sì, ma non è affatto detto che firmi per loro. Non siamo così avanti nelle trattative come molti hanno scritto in questi giorni. Non ho iniziato trattative con nessuno. Presto inizieremo a trattare con Ducati. Per ora abbiamo solo parlato di eventuali tempistiche e modi di prosecuzione del nostro rapporto, ma una trattativa vera e propria non esiste affatto. Ma non solo con Ducati. Non esiste con nessuno. Ci sono solo interessamenti da parte di Ducati e altri team, tra cui Suzuki". Ducati rappresenta quindi la tua priorità anche per il prossimo futuro? "Sono venuto in Ducati perché è stata una scommessa e ho accettato una sfida. E' bello essere considerati piloti di valore, piloti che possono indicare la strada per lo sviluppo, ma ciò che conta sono sempre i risultati. Ho fatto questa scommessa perché ci credevo, ci credo ancora e soprattutto adesso che si comincia a vedere la luce - cosa che l'anno scorso non è accaduto - è logico che la valuterò come la più importante". Abbiamo un solo dominatore in questo inizio di 2014 ed è Marc Marquez. La Honda è certamente la moto da battere ma, stando ai risultati di Pedrosa che guida lo stesso mezzo, cosa dimostra di avere in più rispetto a tutti? "Pochissimo. Però ha pochissimo in più di tutti in tante cose. Il livello dei piloti di testa della MotoGP è talmente alto che non c'è un driver che possa avere molto più degli altri. Solo che avere poco di più degli altri in vari aspetti fa una differenza enorme". Il suo aspetto che ti ha colpito di più, correndo assieme a lui da ormai un anno e mezzo? "Ha tanti aspetti positivi e altrettanto sorprendenti, ma l'aspetto che mi ha sorpreso di più è la sua adattabilità a ogni tipo di situazione che si presenta nel corso del fine settimana di gara. Sai, quando un pilota prova parti nuove, che siano gomme, impianto frenante, motore o elettronica, avviene sempre un piccolo shock e il tempo per adattarsi a queste nuove cose è fisiologico. Mentre per lui sembra che questo shock non esista. Ha una capacità di adattamento alle cose fuori dal comune ed è anche per questo che è così bravo. Non deve sorprendere vederlo in testa alla classifica".

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