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MotoGP | Guidotti: "Il segreto delle partenze KTM va cercato in qualifica"

Nonostante le spettacolari partenze dei piloti KTM in questa stagione, Francesco Guidotti, team manager della squadra factory orange, afferma che non c'è un segreto se non il passo avanti fatto dalla moto sul giro da qualifica.

Jack Miller, Red Bull KTM Factory Racing

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Se si considerano tutte le partenze avvenute finora, tra le gare Sprint e quelle convenzionali, Jack Miller e Brad Binder ne hanno percorse in totale venti. Di queste, solo due volte hanno perso posizioni.

In entrambi i casi si è trattato di Miller nella prima tappa del calendario, a Portimão, dove l'australiano ha perso due posizioni all'inizio della Sprint (da quinto a settimo) e una domenica (da quinto a sesto). A parte questo episodio isolato in Portogallo, Miller e Binder ne hanno guadagnate in altre 18 occasioni.

Alcune partenze in gara del sudafricano sono state particolarmente sorprendenti. Su tutte, quella della Sprint in Argentina, dove è passato dalla quindicesima posizione in griglia alla quinta alla prima curva del circuito di Termas de Rio Hondo, andando a vincere. Miller, invece, è stato particolarmente ispirato ad Austin, sia sabato (da decimo a quinto) che domenica (da decimo a quarto). A Jerez, le KTM si sono presentate in testa alla prima curva del circuito di Jerez in entrambe le gare, pur partendo seconda (Miller) e quarta (Binder).

Un tale livello di efficacia ha attirato l'attenzione degli altri costruttori, convinti che la Casa di Mattighofen abbia trovato qualcosa che loro non conoscono. "La cosa migliore che KTM ha al momento è il sistema di partenza. Il launch control che hanno sviluppato è imbattibile. In effetti, questo è un argomento di discussione all'interno della Ducati", ha detto il team manager del Pramac Racing, Gino Borsoi, nel podcast "Por Orejas" di Motorsport.com qualche giorno fa.

A questo punto è stato opportuno chiedere direttamente a KTM se durante l'inverno ha lavorato su un componente specifico per ottimizzare le partenze. Secondo la risposta di Guidotti, no.

 

"Non c'è nulla di diverso su questa moto rispetto a quella dell'anno scorso. Il segreto di queste partenze va ricercato nelle qualifiche", afferma. "Il nostro obiettivo era quello di migliorare la moto nel suo complesso, concentrandoci su diversi aspetti. Abbiamo cercato di fare un piccolo passo avanti con la frizione, un altro con l'elettronica e così via, per evolvere nella giusta direzione. Ma in termini di sistema di partenza non c'è nessun elemento diverso dal 2022", dice Guidotti, che spiega tutto a partire dallo sviluppo della RC16, che ora offre molte più alternative rispetto al recente passato.

"Tutto è collegato. Prima potevamo usare solo lo pneumatico anteriore duro, ora non più. Questo ha avuto un grande impatto sulla moto. Questo ha avuto un grande impatto sul potenziale sul giro secco, che a sua volta ci ha permesso di posizionarci molto meglio sulla griglia", dice l'italiano. "Con il nuovo format, stare davanti è ancora più importante di prima", aggiunge Guidotti.

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