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MotoGP | Ducati: se la GP22 è quella di Jerez, Bagnaia ce la può fare

C'è voluto quasi un terzo di campionato, ma finalmente a Jerez Pecco Bagnaia è arrivato a sfruttare il potenziale della GP22 come faceva con la GP21 nella seconda parte della scorsa stagione. Con 33 punti da recuperare e 15 gare all'orizzonte, lo spazio per rimontare c'è, soprattutto se la Rossa si confermerà anche nelle prossime gare.

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Lo scorso novembre, alla conclusione dei test di Jerez, Pecco Bagnaia aveva spaventato la concorrenza con il suo primo parere sulla Desmosedici GP22: "La Ducati è riuscita a migliorare una moto che era già perfetta". Parole da brividi per chi nell'ultimo scampolo del 2021 si era visto "bastonare" dalle Rosse, che avevano vinto quattro delle ultime sei gare, con tanto di tripletta nell'odiata Valencia.

Se si guardano le statistiche di questo avvio stagionale, i numeri non sembrano poi tanto diversi: la Ducati ha vinto tre delle sei gare disputate finora. Così come tre sono le pole position, senza dimenticare che è l'unico costruttore ad aver piazzato sempre almeno un pilota in prima fila ed uno sul podio.

Numeri che farebbero pensare ad un dominio assoluto, anche se in realtà non è affatto così. Due delle tre vittorie sono arrivate infatti con la moto "sbagliata", la vecchia GP21 curata dal Gresini Racing ed affidata ad un Enea Bastianini che ha mostrato una grande maturazione al suo secondo anno in MotoGP.

Per vedere la GP22 al livello a cui se l'aspettavano Gigi Dall'Igna e lo stesso Bagnaia si è invece dovuti tornare a Jerez e sono dovuti passare circa cinque mesi rispetto a quelle parole pronunciate dal pilota piemontese, che però ieri hanno dato la sensazione di essere diventate realtà.

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

L'avvio della stagione 2022 è stato a dir poco travagliato per il vice-campione del mondo, che faticava a trovare il feeling per guidare la GP22 a modo suo ed ha commesso anche qualche errore di troppo, come la caduta nella gara inaugurale in Qatar e quella nella Q1 di Portimao, che lo ha costretto a prendere il via dal fondo dello schieramento con una spalla dolorante.

L'ex campione del mondo della Moto2 si era un po' incapponito a cercare di rendere la nuova moto il più simile possibile a quella che lo scorso anno gli ha fatto fare faville. La svolta è arrivata però quando ha capito che non era possibile e che sarebbe stato più produttivo cercare di adattare la sua guida alle esigenze della GP22. Qualche primo bagliore si era già visto nella gara di Portimao, mascherato dalla posizione di partenza, ma a Jerez è stato lampante che qualcosa è cambiato.

"Questa è una moto che va guidata in maniera diversa e ci ho messo un po' a capirlo. Nel momento in cui abbiamo smesso di cercare di adattarla, abbiamo iniziato a migliorare. Va guidata in maniera molto più dolce sul gas rispetto a prima, ma nelle piste guidate rende tanto perché è veramente agile e chiude davvero bene le linee, quindi è un passo in avanti", ha spiegato Pecco dopo aver firmato un clamoroso Gran Chelem, quindi pole position, vittoria, giro veloce e tutti i giri al comando della corsa.

Nel corso del weekend, tra l'altro, aveva già dato anche qualche altra dritta in questo senso, spiegando che, oltre al motore, è anche l'aerodinamica della GP22 a richiedere un approccio differente: "Nella fase di staccata da dritto sembra che la GP21 sia ancora un pochino meglio, forse perché aveva anche una carena più grossa, che frenava di più aerodinamicamente. La carena nuova però ci sta aiutanto tanto in percorrenza perché, essendo più piccola, riusciamo ad entrare in curva molto più forte. E' una cosa che su una pista come questa mi aiuta a chiudere molto di più le linee".

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Il tutto su una pista che sembra disegnata per assecondare le caratteristiche della Yamaha e di Fabio Quartararo, che era reduce da quattro pole position e due vittorie negli ultimi tre anni (nel 2020 ci sono state due gare su questa pista). Successi che avrebbero potuto essere tre se lo scorso anno non fosse stato colpito da un problema di sindrome compartimentale quando era saldamente al comando, servendo così alla Ducati la doppietta su un piatto d'argento.

Ed è proprio in questo che si è visto il salto tra la GP21 e la GP22. Lo scorso anno non c'era stato confronto fino a quando "El Diablo" era stato a posto fisicamente. Quest'anno invece Bagnaia è stato in grado di rifilargli oltre quattro decimi in qualifica, polverizzando il record del tracciato. In gara poi il portacolori della Yamaha ha potuto solamente guardare il codone della Rossa per i 25 giri in programma, senza poter neanche provare ad abbozzare un tentativo di attacco.

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Una sorta di replay di quanto si era già visto nella prima gara a Misano dello scorso anno, quando Bagnaia era già nel suo momento di grazia, ma molto lontano da Quartararo nel Mondiale. Grazie anche ad un inizio di stagione che non ha avuto "padroni", oggi il gap è di soli 33 punti e di gare all'orizzonte ce ne sono ancora 15. Se quello di Jerez non è stato solo un fuoco di paglia, dunque, il margine per rendere trionfale una stagione iniziata molto al di sotto delle aspettative c'è ancora tutto. Tra due settimane, a Le Mans, altra pista teoricamente Yamaha, inizieremo ad avere le prime risposte.

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Photo by: Dorna

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