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Ducati: inedita pinza dei freni Brembo con il "calorifero"

La squadra di Borgo Panigale ha affidato al collaudatore Pirro nei test di Misano una Desmosedici GP20 dotata di alcune evoluzioni aerodinamiche, ma sulla ruota anteriore la grande novità è data dal nuovo impianto frenante.

Michele Pirro, Ducati Team

Michele Pirro, Ducati Team

Ducati Corse

Se lo sviluppo dei freni in Formula 1 è stato praticamente congelato dalle regole approvate dagli ultimi due Consigli Mondiali della FIA, non si può dire altrettanto per la MotoGP, dove la ricerca è più spinta che mai.

Sulla Desmosedici GP20 affidata al collaudatore Michele Pirro, la Ducati ha fatto debuttare nei test di Misano un’inedita pinza anteriore della Brembo che costituisce il nuovo stato dell’arte in materia di impianto frenante.

Molti osservatori sono rimasti colpiti dall’ultimo sviluppo aerodinamico della Rossa che ha esteso le carenature della ruota anteriore anche agli steli, mostrando un profilo che copre la forcella nel tentativo di ripulire i flussi che sono perturbati dalla rotazione del cerchio, rendendo più efficiente l’aria che viene convogliata nell’impianto di raffreddamento, favorendone l’estrazione dalle feritoie e consentendo uno scambio termico migliore.

Nella parte inferiore della ruota non manca l’altro convogliatore di flusso in carbonio che è sinergico al vistoso cucchiaio sotto al forcellone e al semi gruppo lenticolare della ruota posteriore.

Non può passare in secondo piano, però, la nuovissima pinza anteriore in alluminio della Brembo. Si tratta di una realizzazione che si vede in pista per la prima volta e che ha almeno tre obiettivi: ridurre il peso grazie a una forma che ha permesso di asportare del materiale dal disegno classico, senza minimamente intaccare la rigidezza dell’impianto.

Ma la chicca è data dall’incremento delle prestazioni: il raffreddamento della pinza, infatti, è stato sensibilmente migliorato grazie all’adozione dei “caloriferi” che sono quelle piccole lamelle che sporgono dalla faccia anteriore.

Hanno la stessa funzione di un radiatore dal momento che è maggiore la superficie investita dal flusso utile al raffreddamento, con un incremento della prestazione quando la pinza è sotto stress e un miglioramento dell’affidabilità del sistema.

La MotoGP, in questo caso, beneficia dell’esperienza che la Brembo ha maturato in F1, dove i caloriferi avevano già trovato la prima applicazione l’anno scorso e adesso arriva una interessante ricaduta tecnologica che può giovare molto alle moto della classe regina del MotoMondiale.

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