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MotoGP: con più gare si va verso i GP di due giorni?

La crescita del numero dei Gran Premi per i prissimi anni potrebbe portare anche ad un cambiamento del format dei fine settimana.

Atmosfera nel paddock

Atmosfera nel paddock

Gold and Goose / Motorsport Images

Con l'espansione del calendario, la MotoGP dovrà pensare a riorganizzare i suoi fine settimana. Alcuni dei suoi protagonisti, per esempio, hanno sollevato la possibilità di concentrare i weekend su due soli giorni.

Dopo aver stabilito un record nel 2019 con ben 19 appuntamenti, l'asticella verrà alzata ulteriormente nel 2020, con 20. Al momento poi sono previsti 22 GP nel 2020 e la Dorna ha parlato della possibilità di arrivare a quota 25 nei prossimi cinque anni.

Sebbene i piloti abbiano espresso il desiderio di non superare la soglia delle 20 gare, l'interesse mostrato da paesi come la Finlandia (che sarà nel calendario dal 2020), l'Indonesia (prevista per il 2021), il Brasile (2022) o l'Ungheria (che ha un accordo preliminare con Dorna) dovrebbe portare a superare questo limite entro breve.

La risposta del promoter alle preoccupazioni dei team per un programma fin troppo fitto è stata quella di ridurre i test. L'anno prossimo non ci saranno più quelli tradizionali di Valencia dopo l'ultimo Gran Premio, così come quelli pre-campionato in Qatar nel 2021, anche se quelli potrebbero essere sostituiti da una sessione a Lombok, per permettere ai piloti di scoprire il tracciato indonesiano.

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Valentino Rossi si era espresso a favore della possibilità di ridurre a soli due giorni i weekend di gara. Un qualcosa che sembra considerare interessante anche Davide Brivio, team manager della Suzuki in MotoGP.

"22 gare saranno abbastanza complicate. E' difficile per i piloti mantenere la concentrazione e gestire lo stress. Anche per tutti quelli che lavorano nel paddock, diventa un periodo davvero lungo" ha detto.

"Abbiamo iniziato a parlarne tra i team quest'anno. Quando è arrivata la possibilità di avere 20 gare, cosa che accadrà nel 2020, abbiamo iniziato a pensare di ridurre i test. Si trattava di provare a compensare un po'. Annullare un test ed aggiungere una gara non è la stessa cosa, ma almeno cerchiamo di ridurre un pochino lo stress".

Per il leader della Suzuki, l'espansione del calendario è un processo naturale, quindi bisogna trovare una soluzione per riorganizzare l'agenda dei piloti e delle persone che lavorano nel paddock.

"22 gare saranno molto impegnative per tutti, ma è quello che faremo. La F1 ci è appena arrivata e stanno parlando di farne 25. Noi siamo a 20 e stiamo parlando di farne 22. Penso che l'idea di accorciare il fine settimana possa essere una soluzione. Personalmente, io lo prenderei in considerazione. Non so se sia possibile, ma penso che sia qualcosa a cui possiamo pensare. Se facciamo 22 gare, forse si dovrebbe ridurre il programma a sabato e domenica. Potrebbe essere un modo, ma in ogni caso dobbiamo trovare una soluzione".

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"La MotoGP sta diventando sempre più popolare e questo va bene. Ci sono molte richieste per organizzare delle gare. Potremmo visitare più paesi, è positivo. La mia opinione è che dobbiamo cercare di trovare il miglior compromesso. Ridurre il fine settimana è qualcosa a cui stiamo pensando. Abbiamo iniziato a parlarne un po' ed è qualcosa che studieremo".

La F1 ha già realizzato questa espansione, arrivando a 19 Gran Premi addirittura nel 2005, una soglia che la MotoGP non ha mai raggiunto fino a quest'anno. Nel 2020 i GP del Circus saranno 22, ma è stata introdotta una riduzione delle giornate di test.

L'ex direttore sportivo della Ferrari ed attuale CEO di Aprilia in MotoGP, Massimo Rivola, sembra anche lui a favore della possibilità di ridurre la durata del weekend, anche se teme che possa avere un impatto sulla crescita dei piloti giovani delle altre categorie.

"Comprendo appieno il punto di vista di Carmelo (Ezpeleta) sull'avere più gare e meno test. Penso che alla fine sia positivo per il nostro sport. L'idea di un weekend di due giorni non è male, l'avevo proposta dieci anni fa in F1, ma era stata respinta" ha detto.

"Sinceramente, penso che dovremmo pensarci. Sono solo preoccupato che i piloti più giovani abbiano bisogno di tempo in pista. Forse, con un formato diverso potremmo pensarci" ha concluso.

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