L'incubo è stato lungo, ma finalmente è finito.
Valentino Rossi ha messo fine ad una lunghissima astinenza dalla vittoria che durava dal
Gp della Malesia del 2010 (sono passati 993 giorni), dominando in lungo e in largo un
Gp d'Olanda che potrebbe segnare la svolta della sua seconda avventura in
Yamaha, riconsegnandogli la consapevolezza di avere tutte le carte in regola per giocarsela alla pari con gli spagnoli.
Oggi il pesarese è tornato a vestire i panni del
"Dottore", lasciando che
Dani Pedrosa prendesse il comando delle operazioni al via, come di consueto, prima di andare a scavalcarlo con autorità dopo appena pochi passaggi. Da quel momento è iniziato un vero e proprio monologo del nove volte campione del mondo, che ha costantemente aumentato il suo vantaggio sugli inseguitori, aiutato da una
M1 che oggi sembrava davvero perfetta e che lo ha accompagnato solitario a celebrare la sua
vittoria numero 106 nel Motomondiale.
Una vittoria che è pesante anche per il suo compagno di squadra
Jorge Lorenzo, che senza ombra di dubbio è stato l'altro eroe di questa corsa. Dopo la frattura della clavicola rimediata appena due giorni fa e la conseguente operazione nel cuore della notte di giovedì, il maiorchino ha avuto la forza di salire in sella alla sua
Yamaha ed è stato ripagato per la sua grinta, perchè ha portato a casa un quinto posto inatteso, perdendo appena 2 punti nei confronti di
Pedrosa, che non è andato oltre al quarto posto.
Oltre a
Rossi, infatti, sono stati suoi alleati anche
Marc Marquez e Cal Crutchlow, che nel finale sono andati a scavalcare con grinta la
Honda del leader della classifica, che in questo fine settimana non ha mai dato la sensazione di avere il passo per lottare per la vittoria. Lo spagnolo ed il britannico poi hanno dato grande spettacolo nel finale, rischiando anche il contatto all'ultimo giro, quando
Cal ha tentato una staccata piuttosto al limite. Alla fine quindi l'ha spuntata
"El Cabronsito" (anche lui acciaccato per la frattura del mignolo della mano destra e dell'alluce destro), ma la sensazione è che se
Crutchlow non fosse partito male dalla pole position, la
Yamaha avrebbe anche potuto fare doppietta.
Il grande sconfitto invece è senza dubbio
Pedrosa, al quale la grande partenza non è bastata. Oggi aveva una grande occasione per allungare su
Lorenzo, ma non è stato capace di sfruttarla al meglio. Anche se va detto che probabilmente è stato soprattutto il maiorchino a fare un miracolo, visto che per circa metà gara è rimasto addirittura nella scia delle
Honda. I punti che li separano restano solamente nove, quindi il Mondiale è ancora aperto come non mai.
In sesta posizione ha chiuso una gara solitaria
Stefan Bradl, dal quale forse ci si attendeva qualcosa in più dopo la prima fila di ieri. Dietro di lui si è piazzata l'altra
Honda di Alvaro Bautista, che ha viaggiato praticamente per tutta la corsa in tandem con la
ART-Aprilia di Aleix Espargaro, che quindi ha centrato l'ennesimo successo tra le
CRT.
Notte fonda, infine, in casa
Ducati: la migliore delle
Desmosedici è stata quella di
Andrea Dovizioso, risalito dal 15esimo posto in griglia fino alla decima piazza finale, alle spalle anche della
Yamaha di Bradley Smith. Ad essere davvero sconfortante però è il distacco di oltre 33" accumulato dalle Rosse in appena 26 giri di gara.
MotoGp - Assen - Gara
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