Guardando alla prestazione che è riuscito a sfoderare nelle prove ufficiali di oggi, la sensazione è che solo
Casey Stoner può perdere il
Gp d'Australia, ma che nessuno sia in grado di batterlo ad armi pari nella gara di domani a
Phillip Island.
Sul tracciato di casa, il leader del mondiale ha comandato tutte le sessioni andate in scena fino ad oggi ed ha meritatamente portato a casa l'undicesima pole position di questa stagione trionfale. La cosa clamorosa è che nella parte centrale delle qualifiche gli altri "big" sembravano aver raggiunto il suo passo. Appunto, sembravano...
Quando ha visto che anche i suoi avversari erano in grado di scendere sotto all'1'31", infatti, il portacolori della
Honda è sceso nuovamente in pista ed ha polverizzato anche il muro dell'1'30" in 1'29"975, un tempo che gli ha consentito di tenere ad una distanza di oltre quattro decimi
Jorge Lorenzo.
Lo spagnolo rimane determinato a ritardare almeno fino a domenica prossima la festa di
Stoner, ma non sarà facile perchè alle sue spalle sono diversi i piloti che sembrano in grado di infastidirlo (se vince Casey, deve arrivare almeno terzo per tenere il campionato aperto). A partire da un
Marco Simoncelli che ha conquistato la prima fila, riuscendo finalmente a terminare una sessione di questo weekend senza cadere.
La grande sorpresa di giornata è senza dubbio il quarto tempo messo a segno da
Alvaro Bautista: è vero che lo spagnolo è stato abilissimo a sfruttare la scia di
Andrea Dovizioso, quinto in griglia, ma in questa stagione una
Suzuki così competitiva non si era mai vista. Completa la seconda fila
Nicky Hayden, che proprio nel finale è riuscito a piazzare una bella zampata con la sua
Ducati.
Zampata che non è riuscita al compagno di squadra
Valentino Rossi: il pesarese ancora una volta non è riuscito ad andare oltre al 13esimo crono, chiudendo con un ritardo di circa 2" dalla pole position. La sensazione è che sul velocissimo tracciato australiano al momento la "vecchia" GP11.1 sia decisamente più veloce rispetto alla sua dotata di semitelaio in alluminio.
Da segnalare, infine, le cadute di cui si sono resi protagonisti
Ben Spies, Hiroshi Aoyama e Karel Abraham. In un primo momento aveva preoccupato quella dell'americano, che è rimasto a terra per diversi secondi. Successivamente però è stato trasportato alla Clinica Mobile, dove sono state escluse fratture. Dunque, ha deciso di tornare in pista, chiudendo con il settimo tempo, davanti ad un
Dani Pedrosa decisamente in ombra.
MotoGp - Phillip Island - Qualifiche
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