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Pedrosa avrà in Stoner un rivale o un alleato?

Lo spagnolo è ancora in lotta per il mondiale: da Motegi sulla Honda rientrerà Casey ma in quale ruolo?

Il campione dalle “ossa di cristallo” ha temprato la sua anima: Daniel Pedrosa è maturato. Finalmente è consapevole dei suoi mezzi. Ha una scorza più dura che lo protegge. Lo spagnolo della Honda ha reagito alla delusione di Misano Adriatico nel modo migliore: vincendo. TRE VITTORIE IN QUATTRO GP Daniel ha incasellato tre successi nelle ultime quattro gare iridate della MotoGP e la sequenza positiva è stata interrotta proprio nel Gp di San Marino dove è stato “steso” in malo modo da Hector Barbera, altrimenti avrebbe centrato molto probabilmente un prodigioso poker che lo avrebbe tenuto più concretamente in lizza per il mondiale piloti. RECORD DI PUNTI IN MOTOGP Pedrosa, finora, ha incasellato 257 punti: in sette anni di MotoGP non aveva mai conquistato così tanti punti iridati in una stagione e ha ancora quattro appuntamenti per rimpinguare il suo bottino. Quattro vittorie, quattro secondi posti e quattro terzi sono uno score importante al quale vanno aggiunte anche quattro pole: se escludiamo il fattaccio di Misano (è stato due volte vittima: per il caos in griglia della Honda HRC che lo ha fatto scivolare all’ultimo posto nello schieramento della ri-partenza e per il filotto di Barbera), il peggiore risultato resta il quarto posto di Le Mans. GALLONI DA CAPITANO Il pilota di Sabadell a 27 anni (compiuti proprio ad Aragon) sembra aver raggiunto la maturità agonistica: forse aveva bisogno di “liberarsi” della presenza ingombrante di Casey Stoner. Da quando il “capitano” della Honda HRC è obbligatoriamente fuori scena, si è cucito sulla tuta i galloni di capo-squadra trascinando la squadra giapponese. LEZIONI E RIPETIZIONI Ha dimostrato di saper vincere delle gare con i denti, facendo i sorpassi che contano. Quelli che si ricordano. Quelli che fanno la storia del motomondiale. A Brno ha dato la misura del suo cambiamento con un attacco che ha lasciato Lorenzo sbigottito. Pedrosa non è più solo l’imprendibile rider che sa scappare via dalla pole position: è diventato un arcigno combattente anche nei corpo a corpo, dove, invece, era considerato un perdente. Se la “lezione” ceca no fosse bastata, Daniel ha dato Jorge le “ripetizioni” anche ad Alcaniz. LORENZO IN DIFESA Nel deserto spagnolo la Honda HRC era indiscutibilmente più competitiva della Yamaha, ma il pilota catalano ha avuto l’autorevolezza di annichilire qualsiasi voglia di reagire di Lorenzo: il maiorchino, che è solitamente capace di costruire finali di gara molto consistenti, ha rinunciato alla bagarre, ragionando in funzione del campionato. Meglio perdere cinque punti nella classifica iridata (Jorge ne ha 33 di vantaggio su Pedrosa) che rischiarne 25 per una scivolata. INIZIO TROPPO PRUDENTE? Il piccolo Dani ha saputo reagire ad una caduta del sabato, resettando il cervello come se non fosse successo niente. “E’ la prima volta che arrivo a questo punto della stagione al meglio della forma – ha ammesso Pedrosa – senza cadute che mi hanno costretto ad un giro in ospedale”. Tutto vero. C’è chi gli imputa un avvio di campionato troppo prudente: lo spagnolo replica che la sua Honda non era certo la moto più competitiva e Lorenzo ne ha approfittato per costruire un tesoretto. La RC213V ha fatto un salto di qualità dal Mugello sia di telaio (adattato alle esigenze delle gomme Bridgestone) sia di motore e Daniel ne ha sfruttato il potenziale. IL RUOLO DI STONER Black Mamba può arrivare sempre dietro a Camomillo e sarà ugualmente campione del mondo per la seconda volta. Pedrosa deve sperare che Stoner rientri a Motegi e che l’australiano sia subito pronto per tornare a lottare per il vertice. Ma Casey sarà disponibile alla causa? Scalpita per tornare in pista, perché vorrebbe chiudere l’avventura nel Motomondiale lasciando l’impronta del campione vincente e non del gregario. CASEY AGO DELLA BILANCIA Quando ha annunciato (troppo presto) il ritiro, Stoner contava di abdicare nel ruolo di tri-campione del mondo. Ora rischia di dover stendere il tappeto rosso al compagno di squadra… Forse è troppo da digerire. Jonathan Rea non è stato convocato per Motegi: l’HRC aspetta l’australiano, ma nessuno in squadra si azzarda a parlare di giochi di squadra. L’anno scorso al Twing Ring aveva vinto Daniel, ma imporsi di nuovo potrebbe non bastare. E Lorenzo, paradossalmente, potrebbe trovare un inconsapevole “alleato” proprio in Stoner…

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