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Harakiri Honda e il risveglio della Ducati

Come bisogna leggere il secondo posto di Valentino e il ritiro di Daniel Padrosa a Misano?

Il Gp di San Marino verrà ricordato per il secondo posto di Valentino Rossi o per essere stata la gara che rischia di aver tolto Daniel Pedrosa dalla sfida mondiale? La Ducati non è ancora la Yamaha o la Honda, ma a Misano il “Dottore” ha dato un segno che, con una moto decente, è ancora in grado di fare bella figura. È salito sul podio accanto al Mamba Nero: una fotografia che sembra anticipare il 2013. MIGLIOR ROSSI IN DUE ANNI Rossi ha disputato la miglior gara in due anni di Ducati: ha contenuto il distacco a soli 4”398 da Lorenzo (che ha girato con un ritmo non certo strepitoso) e ha conquistato il secondo podio stagionale. Ha tutto un altro sapore questo secondo posto sull’asciutto, rispetto a quello bagnato di Le Mans. C’è il risveglio di Valentino che, finalmente, ha fatto in pieno la sua parte e c’è la consapevolezza che la Rossa sta crescendo. IL VANTAGGIO DEI TEST È vero che nelle prove libere i piloti della MotoGP hanno girato poco per le incerte condizioni climatiche e la Ducati ha potuto approfittare dei test svolti proprio al Santa Monica due settimane prima per mettere a punto la Desmosedici, ma il nuovo telaio perimetrale a cui sono stati aggiunti dei “fazzolettini” di carbonio per irrigidire la struttura, comincia a funzionare come si deve. Scopriremo più avanti se è stato solo un episodio e se, invece, il puzzle di Preziosi comincia a dare i suoi frutti. LA CRESCITA DUCATI I tifosi della Casa di Borgo Panigale hanno avuto una boccata di ossigeno dopo due anni trascorsi quasi in apnea. E non sono certo state le due o tre modifichine del warm up decise da Jeremy Burgess ad aver cambiato il comportamento della Ducati, ma il lavoro incessante di una Squadra Corse stufa di prendere in continuazione pesci in faccia. Lo sviluppo prosegue con altri test e scopriremo se la strada tracciata è quella giusta… IL MONDIALE CONDIZIONATO Il mondiale, intanto, ha preso una strada: direzione Maiorca, anziché Barcellona. Jorge Lorenzo capitalizza 38 punti su Daniel Pedrosa. Cominciano ad essere tanti perché mettono Jorge al riparo anche da un eventuale ritiro. E non è poco, quando mancano ancora cinque appuntamenti alla fine. Lo strike di “Camomillo” causato da Hector Barbera nelle primissime fasi di gara, forse, è un effetto della partenza caotica. HECTOR IN PURGATORIO È stato un incidente di corsa che avrà forti ripercussioni sulla stagione: la sincerità di Hector nell’ammettere subito l’errore, non lo assolve da quello che ha fatto. Lo spagnolo sa già che nel 2013 sarà condannato ad un anno nel “purgatorio” delle CRT perché non ci sarà più una MotoGP a sua disposizione. Non per punizione, ma per penuria di mezzi (moto e soldi). FIGURACCIA HRC Chi ha rimediato una figura barbina a Misano è la Honda HRC: la confusione con cui è stata gestita la ripartenza di Daniel Pedrosa non è degna di un top team del Motomondiale. Il primo start abortisce perché Karel Abraham, al centro della griglia fa ammutolire la sua Ducati satellite e scatena il caos. Mike Webb, direttore di gara, non spegne i semafori rossi, ma fa lampeggiare quelli arancioni. Si deve ricominciare tutto daccapo. Peccato che ci siano piloti come Ben Spies che non se ne rendono conto e schizzano dalla casella come biglie nel flipper. Pericolosissimo. È andata bene, ma è emerso che sullo schieramento c’è chi non conosce le regole. Abbassa la visiera e via! PARTENZA CAOTICA Anche gli uomini Irta vanno nel pallone. Non si capisce dopo quanto tempo deve essere data la ripartenza e su quale distanza, accorciata, verrà disputata la corsa. Dani Pedrosa scopre che si inchioda la ruota anteriore per qualcosa che blocca i dischi-freno. La Honda viene spinta fuori dalla griglia e portata ai box dove si risolve il problema e, quindi, riportata sullo schieramento. QUANTA CONFUSIONE! L’operazione è vietata: lo spagnolo doveva scattare dalla corsia box e nel corso del nuovo giro di formazione della griglia poteva tornare alla sua posizione. Invece i meccanici hanno indugiato e sono rimasti in pista oltre i tre minuti entro i quali in pista devono restare solo i piloti. C’è chi sostiene che non sia stato mostrato ai piloti il cartello dei 3 minuti, ma il cronometraggio ufficiale inizia il count down della ripartenza. IL PULSANTE SUL MANUBRIO Nella concitazione un meccanico aveva toccato inavvertitamente le regolazioni sul manubrio della moto di Dani e la Honda non ne voleva sapere di andare anche nel secondo giro di ricognizione. Il pilota se n’è accorto ed è riuscito a ripristinare il corretto funzionamento della RC213V, ma si è innervosito. Sta di fatto che “Camomillo” è finito in fondo alla griglia, incrociando poi il suo destino con quello di Hector Barbera. NAKAMOTO IRRITATO La Casa giapponese, insomma, ha sommato una serie di errori clamorosi e l’irritazione di Shuhei Nakamoto, vice-presidente di Honda HRC, lasciava trasparire che la figuraccia non resterà impunita.

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