In un certo senso si potrebbe dire che la gara di
Le Mans ha due vincitori: a tagliare il traguardo per primo è stato
Jorge Lorenzo, ma c'è chi ha dato una risposta importante soprattutto a sé stesso. Stiamo ovviamente parlando di un
Valentino Rossi tornato strepitoso sotto la pioggia, dimostrando che la sua classe cristallina è ancora tutta lì quando il potenziale della moto conta meno come oggi in Francia.
Sull'asciutto sarebbe stato impossibile pensare ad un'impresa di questo tempo, ma il secondo posto di oggi è il miglior risultato della sua era ducatista e arriva proprio sull'unica pista dove era riuscito a salire sul podio nel 2011. Ma da ricordare è il sorpasso perentorio ai danni di
Casey Stoner sfoderato nel corso dell'ultimo giro.
A rovinare il sogno di
Rossi di lottare per la vittoria ci ha pensato però uno stratosferico
Jorge Lorenzo: si potrebbe quasi dire che oggi il
"Martillo" ha fatto lo
Stoner, portandosi al comando fin dalle primissime fasi ed imprimendo alla gara un passo insostenibile per il resto del gruppo.
Solo nella parte centrale della corsa l'australiano della
Honda ha dato la sensazione di potersi rifare sotto al maiorchino, arrivando a poco più di 2" dalla sua
M1, ma poi
Jorge ha sfoderato nuovamente una serie di giri veloci clamorosi, iniziando nuovamente ad incrementare il suo margine fino ai quasi 10" su
Valentino con cui ha tagliato il traguardo, andando anche a riprendersi la leadership in campionato.
E nel finale appunto
Casey ha accusato un improvviso calo di ritmo, favorendo il rientro di
Rossi, che nel frattempo si era liberato delle due
Yamaha del Team Tech 3. Prima
Cal Crutchlow e poi
Andrea Dovizioso sono purtroppo finiti anche ruote all'aria, scivolando rispettivamente in settima ed ottava posizione al termine di una gara in cui avrebbero meritato decisamente qualcosa in più.
Una volta rimasto solo con
Stoner, Valentino ha affilato i canini ed ha sfoderato la grinta di un tempo: dopo un tentativo andato a vuoto nel penultimo giro, il ducatista ci ha riprovato sotto il ponte
Dunlop all'ultima tornata e questa volta il suo attacco è andato a buon fine. Poi a suon di intertempi record ha staccato la
RC213V del rivale, arrivando ad impennare festante sotto il muretto della
Ducati.
Alle spalle di
Stoner si è piazzata l'altra
Honda ufficiale di
Dani Pedrosa, ma
"Camomillo" è stato senza dubbio una delle delusioni della giornata di oggi, non riuscendo mai a reggere il passo dei primi. Chi invece merita un elogio è
Stefan Bradl, quinto al traguardo e non troppo lontano proprio da Pedrosa: non male per un rookie alla sua quarta gara nella classe regina.
Nicky Hayden poi piazza la sua
Ducati al sesto posto, davanti alle due
M1 della
Tech 3, che nonostante le scivolate concludono davanti agli spagnoli
Hector Barbera ed Alvaro Bautista.
Peccato per i nostri
Danilo Petrucci e Mattia Pasini, che si sono visti scippare la vittoria tra le
CRT da James Ellison: il pilota inglese ha risposto alla grande alle voci di un suo potenziale appiedamento, ma spiace che sia riuscito a superare nel finale un acciaccato
Pasini, approfittando anche della caduta di
Petrucci, che aveva comandato le operazioni per quasi tutta la distanza con la sua
Ioda.
Da segnalare il brivido vissuto al via, quando
Randy De Puniet è scivolato a terra, venendo evitato davvero per un soffio dalla
Suter-BMW di Chris Vermeulen che scattava dal fondo dello schieramento.
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