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Qual è la causa del buco nella gomma di Vale?

La Bridgestone ha avviato un'inchiesta per scongiurare che sia stato un problema di produzione

Blistering. Tradotto dall'inglese: formazione di buchi, di vesciche. Valentino Rossi sabato è dovuto tornare ai box con la Ducati Desmosedici per sostituire la gomma posteriore che sul lato destro aveva dei veri e propri “crateri”. La copertura è stata spedita (iniseme a quelle di Ben Spies e Hector Barbera) con la massima urgenza in Giappone per permettere ai tecnici della Bridgestone un'analisi attenta e scoprire cosa ha causato il cedimento del pneumatico del pesarese. In Bridgestone è scattato l'allarme rosso: “Stiamo monitorando quello che è accaduto ad Assen - ha detto Hiroshi Yamada, responsbile del reparto Motorsport - e manderemo una relazione completa ai team su quanto è accaduto a Valentino”. I tecnici devono capire se c'è stato un problema di surriscaldamento alla copertura della Ducati dovuto alle particolari condizioni ambientali della gara di Assen che si è corsa con circa 20 gradi in più rispetto all'anno prima (c'erano 40 gradi sull'asfalto in Olanda) o se, invece, si è registrato un problema di fornitura. Il blistering ha origine nella parte più interna della gomma, vale a dire quella più stressata e sottoposta alle temperature più elevate. Il fenomeno si verifica quando la gomma vicina alla carcassa si surriscalda, creando piccole bolle d’aria all’interno della copertura: l'alta temperatura determina la dilatazione della vescica piena d'aria, scatenando il distacco della gomma in quei punti. I buchi sono di dimensione variabile a seconda del livello di stress termico a cui le gomme sono soggette. Si formano così dei crateri ben visibili sul battistrada, che talvolta arrivano fino alla carcassa. Questo è il caso di Valentino Rossi, che è stato l'unico ad accusare il blistering in una forma così evidente ad Assen. I tecnici della Bridgestone hanno l'ansia di trovare in fretta una risposta: devono avere la certezza che il problema non si ripeta nel week end al Sachsenring quando si disputerà il Gp di Germania. Durante la produzione di queste coperture, basta che per un istante non ci siano le condizioni sterili perché anche solo un residuo di polvere si insinui nelle nano-molecole per poi generare il fenomeno del blister non appena la copertura si surriscalda. In questo caso la Casa giapponese dovrebbe “bonificare” la produzione togliendo dalla circolazione tutte le gomme prodotte in quella partita, per evitare che il guaio si possa ripetere. In tanti anni di attività la Bridgestone non ha mai avuto alcun problema di affidabilità per problemi di qualità produttiva, ma proprio per questo sono in corso verifiche molto accurate per avere la certezza se i cedimento di Assen sia frutto di un difetto di produzione. La risposta l'avremo nelle prossime ore...

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