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Gresini: "Un aggettivo per Sic? Insostituibile!"

Il team manager ha incontrato i tifosi al Motor Show e ricordato il suo pilota scomparso prematuramente

Gresini:
"Io paradossalmente rivorrei il pilota che avevo pochi mesi fa, se avessi la bacchetta magica farei questa scelta": è probabilmente questo il pensiero più bello che Fausto Gresini ha dedicato a Marco Simoncelli durante la sua visita al Motor Show, quando gli è stato chiesto che pilota vorrebbe al termine del 2012 se non avesse limiti di budget o tecnici. Per il team manager romagnolo questa era la prima uscita pubblica dopo diverse settimane di silenzio e ovviamente la tragica scomparsa del pilota di Coriano, ma anche il difficilissimo momento personale che ha vissuto nelle settimane che sono seguite sono stati i principali argomenti di conversazione. E Fausto ha iniziato spiegando quanto sia difficile, ma doveroso, voltare pagina. Ovviamente con "SuperSic" nel cuore. "E' sempre difficile perchè per quanto sembra che sia passato tanto tempo da Sepang, in realtà ne è passato pochissimo e la ferita è ancora aperta. E' chiaro che la vita deve continuare, bisogna andare avanti, reagire, alzare la testa. Bisogna alzare la testa e ricominciare a lottare perchè sicuramente questo è quello che avrebbe voluto anche Marco. Certamente ci ha lasciato un vuoto profondo e il dolore per una tragedia come questa rimarrà sempre". "Detto, questo abbiamo sicuramente tante cose da fare, perchè per questa vicenda non ho più lo stimolo che avevo prima. Io ho sempre amato le moto, ma in questo momento non riesco ad amarle come prima perchè mi sento un po' come se fossi stato tradito. Ancora mi deve passare e adesso è un po' dura. Però ho tanti bei ricordi di Marco, mi piace pensare a lui per com'era, sempre solare e positivo, mai arrabbiato. Sicuramente, nonostante la sua giovane età, ci ha insegnato tante cose di cui faremo tesoro nel nostro futuro. Era un ragazzo che era capace di comunicare e che sapeva lottare, vincere e perdere sempre con lo stesso sorriso. Era uno sportivo vero e mi piace ricordarlo così. L'unica cosa che gli mancava era una vittoria". Quando gli è stato chiesto di descrivere il Sic con un solo aggettivo, Gresini non ci ha dovuto pensare troppo, dando una risposta che ha scatenato un sentito applauso di tutti i presenti allo stand della Gazzetta dello Sport: "Semplicemente credo di non aver mai conosciuto un'altra persona come lui, quindi direi insostituibile. Marco era diverso da tutti. Era un ragazzo speciale perchè affrontava anche i problemi con il sorriso. Credo di non averlo mai visto arrabbiato. Anzi, nei momenti difficili era lui che magari cercava di alzare il morale ai ragazzi della squadra, che ha sempre difeso a spada tratta. Con loro aveva creato una simbiosi veramente straordinaria. Non l'ho mai visto teso, lui la paura non sapeva neanche cosa fosse. Era un ragazzo semplice, che amava le moto e quando correva lo faceva solo per vincere". Poi Gresini è stato chiamato a fare una disamina dell'incidente di Sepang. Fausto ha scagionato sia il traction control che le gomme, spiegando che secondo lui si è trattato di una pura fatalità: "Il controllo di trazione non è stato un fattore nell'incidente. Quando ha avuto l'impatto la moto di Marco faceva 40 km/h. Lui era uno che la moto difficilmente la mollava perchè era un combattivo. Quando è scivolato, è rimasto aggrappato per parecchi metri, lasciando una lunga striscia nera sull'asfalto. Inoltre aveva fatto una scelta estrema a livello di pneumatici che lo avrebbe penalizzato nella parte iniziale della corsa, ma favorito in quella finale. Lui sapeva che nei primi giri avrebbe fatto fatica e quando è scivolato ha provato a tenere su la moto con il ginocchio. Purtroppo con lo sterzo chiuso la ruota anteriore ha ripreso improvvisamente grip e lo ha riportato in mezzo alla pista. Incidenti così è difficilissimo che capitino, normalmente cadi e la moto ti porta verso l'esterno. Abbiamo detto tante volte che sarebbe andata diversamente se avesse lasciato la moto, ma con i se non si può fare niente. Probabilmente questo era solo il suo momento. Anche Edwards e Valentino non avrebbero potuto fare assolutamente nulla per evitarlo. Abbiamo fatto dei passi avanti da gigante anche per quanto riguarda gli standard di sicurezza dell'abbigliamento, ma Marco è stato sfortunato anche in questo perchè è stato colpito al collo, che è l'unica parte che rimane scoperta". Poi ecco il weekend di Valencia, il primo senza Sic, che per lui è stato veramente duro: "Valencia per me è stata una violenza. Non ero pronto per andare, ma sono stato costretto a farlo. I tempi me lo imponevano e non potevo perdere una settimana così importante. Per andare avanti uno deve metterci il cuore, la grinta e la voglia, ma è stato difficilissimo perchè non ero nelle condizioni di fare quel Gran Premio. Almeno vedere tutta quella gente che è arrivava con il numero 58 è stato un po' di conforto perchè ci ha fatto capire ancora di più che Marco era un grande personaggio, che avrebbe fatto tanto per questo sport. Non credevo però che fosse già tanto amato dal pubblico. Comunque Valencia rimane una gara molto triste". In chiusura ha voluto anche ringraziare tutte le persone che gli sono state vicine in questo momento difficilissimo: "Una cosa che mi ha fatto molto piacere sono i tributi della gente comune e anche gli incitamenti ad andare avanti. Questi sono stati gesti d'affetto verso il mondo delle moto e verso Marco. Se noi siamo ancora qua a lottare è grazie a tutte queste persone che ci sono state vicine".

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