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Quanto Vale l'esperienza nel "nuovo" Rossi?

Il dottore ha rifiutato la gomma asimmetrica con cui si sono stesi Marquez e Chrutchlow

Quanto Vale l'esperienza nel

Valentino Rossi continua a stupire: alla 250esima gara in classe regina conquista il 108esimo successo nel Motomondiale, l’82esimo nella top class, il 69esimo in MotoGP, l’ottavo a Phillip Island, nove anni dopo l’ultima affermazione sull’impegnativa pista australiana. E con il giro veloce conseguito alla nona tornata acciuffa il primatista Giacomo Agostini con 69 giri più veloci in gara. Non solo, ma con il secondo successo stagionale dopo Misano, si porta al posto d’onore nella classifica del mondiale piloti quando mancano ancora due prove, davanti al compagno di squadra, Jorge Lorenzo.

VALENTINO E IL CORAGGIO DI CAMBIARE
Il Dottore vive una seconda giovinezza agonistica: ha cambiato lo stile di guida, il suo era troppo pulito per sfruttare le moderne MotoGP che in alcuni momenti vanno brutalizzate, ha sostituto il fedele Jeremy Burgess con Silvano Galbusera per dare una svolta tecnica e ha curato con maggiore attenzione anche la preparazione atletica: insomma non sembra un pilota di 35 anni ormai in età da pensione, ma un giovane che vuole conquistare il palcoscenico delle due ruote, oggi monopolizzato dal fenomeno, Marc Marquez. Come se non fosse già stato sull’Olimpo per nove volte. Alla velocità, però, aggiunge l’esperienza. E quella è una dote che non si compra.

LA BRIDGESTONE BI-MESCOLA
La chiave della vittoria di Rossi sta nell’aver ripudiato prima di tutti la gomma Bridgestone anteriore asimmetrica, l’ultima “diavoleria” portata dai giapponesi. Al pneumatico bi-mescola posteriore siamo abituati da tempo, ma a quello anteriore devono prendere confidenza anche gli stessi piloti (la spalla sinistra e la fascia centrale sono di mescola dura, mentre la spalla destra è più morbida). Sulla carta dovrebbe garantire la migliore aderenza a ogni curva, ma l’esperienza ha dimostrato che non è sempre così.

ROSSI HA RIPUDIATO L’ASIMMETRICA
Nelle prove libere, quando Valentino stava per montare l’asimmetrica sulla sua M1, è caduto Jorge Lorenzo: un monito che il campione di Tavullia non ha lasciato cadere nel vuoto. Non l’ha mai provata, concentrandosi solo sulla supersoft per la messa a punto. Una scelta che si è rivelata vincente.

MARQUEZ SI PRENDE LA COLPA DELLA SCIVOLATA
Marc Marquez, fresco bi-campione del mondo, si era portato in testa alla gara alla sua maniera con la Honda, ma, una volta stabilizzato il vantaggio, aveva pensato bene di ridurre leggermente il passo per difendere la testa, senza cercare rischi: un “errore” che gli è costato caro. Una scivolata mentre la moto era ancora dritta. È bastato un leggero calo della temperatura per il rinforzo del vento, che la gomma asimmetrica si è raffreddata. E senza aderenza lo spagnolo si è steso. Marc si è assunto la responsabilità della caduta. Così fanno i campioni, ma è palese a tutti che non sia solo colpa sua.

ANCHE CRUTCHLOW SI STENDE MENTRE RALLENTA
Anche Cal Crutchlow ha visto infrangersi un sogno all’ultimo giro: con la Ducati stava arpionando un insperato secondo posto con la “vecchia” Desmosedici, ma anche l’inglese è stato vittima della maledetta asimmetrica: “Valentino era imprendibile – ha detto Cal – e Jorge era ancora lontano dietro, per cui non aveva alcun senso prendere dei rischi inutili: ho rallentato, ma la gomma si è raffreddata all’improvviso e sono finito in terra senza capire il perché”.

E’ BASTATO UN CALO DI TEMPERATURA
Insomma, quel matto di Crutchlow butta via il miglior piazzamento stagionale della Casa di Borgo Panigale proprio quando decide di gestire il risultato: la gomma asimmetrica era più veloce sul giro, ma terribilmente più critica, con una fascia di utilizzo molto stretta. È bastato un calo della temperatura ambientale per provocare reazioni che sono costate care.

JORGE LAMENTA UNO PNEUMATICO FALLATO
Valentino non s’è fatto tentare dalla novità: ha fatto valere il suo bagaglio di esperienza. E il suo fiuto è stato ripagato. A dire il vero la scelta l’aveva azzeccata anche Jorge Lorenzo, ma il maiorchino ha dovuto fare i conti con una gomma che si è distrutta prima del tempo. Era accaduto a Rossi ad Austin, si è ripetuto a Jorge a Phillip Austin. Per una grande Casa come la Bridgestone non dovrebbe succedere mai. E, infatti, Hiroshi Yamada, capo dei giapponesi respinge ogni accusa, parlando di stili di guida diversi e messe a punto sbagliate.

IANNONE DEVE TROVARE I SUOI LIMITI?
Non può aggrapparsi alla scusa delle gomme Andrea Iannone: nel giorno in cui poteva ambire a un grande risultato ha rimediato due figuracce. Prima ha messo quasi fuori Cal Crutchlow (l’inglese se non fosse stato ostacolato dal compagno di marchio dove avrebbe potuto arrivare?) e poi tampona Dani Pedrosa, rovinandogli codone, gomma e cerchio perché non gli sarebbe entrata la prima marcia. “Camomillo” è andato a piangere da Carmelo Ezpeleta perché all’abruzzese venga data una punizione esemplare. Deciderà la direzione gara prima di Sepang, ma Andrea si deve ripulire la fama di “crazy” che ormai gli attribuiscono diversi colleghi e che non giova alla sua carriera.

REAZIONE YAMAHA A TEMPO SCADUTO
Iannone impari da Valentino: il duello con Lorenzo, per esempio, è stato ruvido, ma corretto. I due si rispettano: si sono passati e ripassati senza mai sfiorarsi. Uno conosce il valore dell’altro. Non inquinerebbero l’aria del box per una malevola toccata: anche perché l’obiettivo combinato è di stare davanti alla Honda. Sono quattro gare che la Casa del diapason ha interrotto quello che è stato il dominio di Marc Marquez e della RC213V. Il vincolo dei cinque motori congelati per i team factory ha giocato a favore della Casa campione del mondo nel mantenere lo status quo. La reazione della Yamaha, infatti, è arrivata a tempo già scaduto…

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