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Marc Marquez è il marziano del Motomondiale

E' in atto un passaggio di consegne fra fuoriclasse: Valentino abdica per lo spagnolo?

Tre vittorie di fila: Marc Marquez si conferma il “marziano” della Moto GP. Lo spagnolo, al debutto nella classe regina del Motomondiale, ha già vinto quattro delle dieci gare, dominando le ultime tre di fila. Il pilota della Honda HRC ha solo venti anni, ma si comporta come un campione esperto, consapevole della sua superiorità e della competitività del mezzo che la Casa giapponese gli ha messo a disposizione. Ha letteralmente smontato Dani Pedrosa e Jorge Lorenzo. In questa estate rovente ha costretto i due rivali spagnoli a paurosi voli pur di stare attaccati al suo codone, che non è di paglia. “Camomillo” e il “Mamba verde” si leccano le ferite consapevoli che contro Marc c’è poco da fare, tale è la facilità con cui riesce a “teleguidare” le corse. È già diventato il “burattinaio” del Circus, usurpando un ruolo che era di Valentino Rossi. Detta i tempi della scena e gli altri si adeguano al ruolo dei comprimari. E come tutti i predestinati gli riescono delle cose incredibili con una semplicità disarmante. IL MARZIANO DELLA MOTO GP A Indianapolis Marquez ha dominato: prove libere, qualifica, gara, giro più veloce. Ma soprattutto ha gestito la corsa e le gomme. Non si è preso azzardi in partenza e ha lasciato giocare Lorenzo e Pedrosa, cambiando passo solo quando ha deciso di andarsene inesorabilmente. La Moto GP ha trovato la nuova stella, ma per essere un campionato del mondo è troppo “dipendente” dagli spagnoli. C’ sempre e solo una bandiera che sventola sul podio perché gli iberici fanno filotto in tutte le classi (Rabat in Moto 2 e Rins in Moto 3). VALENTINO PRIMO FRA GLI UMANI Carmelo Ezpeleta (patron della serie, spagnolo anche lui!) ne è consapevole, ma non ha alternative, visto che Valentino Rossi ormai può giocare solo il ruolo del comprimario. Il campione di Tavullia deve aver preso atto che contro i tre che gli sono finiti davanti non c’è storia: i “tre tenori” sono fuori portata. Contro i marziani, Rossi è diventato il primo degli… umani. E anche questo è un segno del cambiamento che è in atto. SORPASSO A CAL CHIRURGICO Come va letto il quarto posto del “Dottore”? Partito nono, dopo qualifiche disastrose, Valentino ha corso quasi da solo per metà gara senza infamia e senza lode e poi all’improvviso, quando la M1 ha iniziato ad essere scivolosa, si è ricordato di essere Rossi e ha cominciato a menare fendenti a tutti quelli che gli capitavano fra le ruote. L’infilzata a Cal Crutchlow nell’ultimo giro è stata chirurgica. E rivela che la “scintilla” del campione è ancora accesa. Una fiammella che forse è flebile, ma c’è. BICCHIERE MEZZO VUOTO Vale era contento come se avesse vinto e, invece, doveva essere furioso perché la sua M1 funziona solo con le gomme usate. C’è anche un bicchiere mezzo vuoto, quindi. I venti secondi beccati da Marquez sono un’eternità, ma bruciano di più i quindici secondi presi da Jorge Lorenzo a parità di materiale. Rossi si lamenta di non riuscire a sfruttare la staccata, una delle sue armi migliori, quando la Yamaha monta Bridgestone nuove. E il pesarese ha anche rinunciato a lavorare per la qualifica, preferendo concentrarsi sulla messa a punto della gara. Problemi non nuovi che non hanno ancora trovato una soluzione dopo dieci appuntamenti. CAMPIONE A INTERMITTENZA Il talento di Valentino è rimasto intatto, ma ce ne dà prova solo sporadicamente. Toccava a lui difendere i colori della Yamaha al Sachsenring e a Laguna Seca, mentre il “capitano” era acciaccato con la clavicola rivettata e, purtroppo, non si è visto. Ha lasciato spazio a Marc Marquez che ora si vuole prendere tutta la scena. È in corso un passaggio di consegne. Il ragazzo di Cervera è solo all’inizio di un lungo cammino, ma vede un futuro tracciato. IL… PERICOLO STONER Solo la Honda potrebbe giocargli un brutto scherzo, rimettendo in gioco Casey Stoner. L’australiano è stufo di andare a caccia di canguri e di correre nelle quattro ruote. Sente il richiamo per quel mondo a cui ha detto di no troppo presto. Ha provato a Motegi la moto del 2014 con il serbatoio più piccolo ed è andato come una fucilata. Come se non avesse mai smesso. Dentro di sé probabilmente si sta rimangiando le parole che ha vomitato contro il mondo che gli ha dato da mangiare. Senza le due ruote Casey è un ricchissimo signor nessuno. Troppo giovane per fare il pensionato. Un pilota, anzi un fuoriclasse che Carmelo Ezpeleta (il nemico) non può lasciarsi sfuggire. CASEY TORNI NEL 2014 E allora si riparla di qualche wild card Honda da giocare nella seconda parte della stagione. Per mettere a confronto due campioni cristallini come Marquez e Stoner che non hanno avuto modo di incrociarsi in pista. Per Marc sarebbe una scelta sciagurata: la HRC andrebbe a mettere una inutile pressione sul suo “gioiellino”, disintegrando definitivamente la convinzione di Dani Pedrosa che verrebbe relegato al ruolo di “paggio”. I giapponesi, invece, devono fare leva sulla voglia di rientrare di Casey per tenerlo in caldo in vista del prossimo anno, quando ci potremmo gustare la sfida di tre campioni del mondo di tre generazioni diverse: Marc Marquez, Casey Stoner e Valentino Rossi. HARAKIRI DUCATI In tutto questo manca la Ducati. La Casa di Borgo Panigale ha fallito il progetto di rilancio: Paolo Ciabatti ci aveva promesso una moto evoluta in estate, con la quale puntare al podio. Nicky Hayden e Andrea Dovizioso fanno le sportellate per un ignominioso nono posto. L’episodio di Indianapolis evidenza il nervosismo che regna a Borgo Panigale. La polemica fra i rider è stata sedata dalla squadra, ma una crepa fra i due si è aperta. E sembra profonda. C’è mancanza di lucidità se si rischia un incidente per… il nulla. Crea agitazione anche il temporeggiare di Gigi Dall’Igna, il tecnico dell’Aprila che è stato contattato dai vertici Ducati per prendere in mano le redini del Reparto Corse, dando il via ad un nuovo ciclo tecnico. I tedeschi dell’Audi si domandano come sia possibile che il blasone del marchio bolognese possa essere così in ribasso, se non è più un orgoglio andare a lavorarci…

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