Se c'era bisogno di un'altra prova della sua grande maturazione,
Dani Pedrosa l'ha senza dubbio fornita oggi a
Motorland Aragon, reagendo alla batosta del ritiro di Misano con una vittoria perentoria, la quarta stagionale e la terza nelle ultime quattro gare.
Ma è il modo in cui è arrivata a far crescere ancora di più il rammarico per quello che sarebbe potuto essere senza lo zero marcato in Romagna, perchè dopo aver superato il rivale
Jorge Lorenzo nel corso del sesto giro, lo ha staccato andando via con una differenza di passo di circa mezzo secondo al giro. Segno di una superiorità davvero importante.
Il secondo posto di oggi, però, è in sostanza una mezza vittoria anche per il leader del Mondiale, che vede ridurre il margine in classifica, ma solo di 5 punti e con una gara di meno da disputare: ora, a quattro Gp dal termine, il pilota della
Yamaha può quindi gestire 33 punti sull'avversario della
Honda. Dunque, può ancora permettersi anche una battuta a vuoto.
Se davanti non c'è stato assolutamente spettacolo, a ravvivare un po' l'ambiente ci ha pensato il terzetto di
Yamaha che ha duellato per il gradino più basso del podio. Fino a 9 tornate dal termine è stato
Ben Spies a fare la "locomotiva", poi però l'americano ha perso un po' il ritmo ed è scivolato al quinto posto, lasciando a duellare i due piloti del
team Tech 3.
E alla fine di un bel duello è stato
Andrea Dovizioso a spuntarla su
Cal Crutchlow in volata, ottenendo così il sesto piazzamento a podio del 2012, che va quindi a riscattare la delusione di quello sfumato in volata a
Misano a favore di
Alvaro Bautista, che oggi ha fatto una gara solitaria in sesta posizione. Così come
Jonathan Rea, settimo in quella che dovrebbe essere la sua ultima uscita sulla
RC213V della
HRC.
Solo ottavo
Valentino Rossi, ma la gara del ducatista è stata compromessa fin dal primo giro, quando è arrivato lunghissimo all'ultima curva nel tentativo di attaccare
Rea. Il pesarese, dunque, è rientrato in ultima posizione e si è reso poi protagonista di una rimonta importante, anche se la sensazione è che il risultato finale non sarebbe stato troppo diverso anche senza questo errore (nel finale ne ha commesso anche un altro).
In casa
Ducati però c'è stata anche grande apprensione per il brutto incidente di cui è stato vittima
Nicky Hayden: l'americano è andato ad impattare frontalmente contro le protezioni, venendo sbalzato via dalla moto e terminando la sua caduta al di là di queste. Fortunatamente però non ha riportato conseguenze rilevanti, rimanendo solo in osservazione per una mezzora a scopo precauzionale.
Peccato anche per
Stefan Bradl, la cui corsa è durata appena lo spazio di quattro giri a causa di una scivolata, anche se fino a quel momento aveva occupato anche la terza posizione.
La top ten, dunque, si completa con la
Ducati di Karel Abraham e con la
ART-Aprilia di Aleix Espargaro, che quindi si è imposto tra le
CRT, spuntandola sulla moto gemella di
Randy De Puniet. Nel
team Aspar però ci deve essere soddisfazione, visto che i suoi piloti hanno dimostrato di poter reggere almeno il ritmo delle
Desmosedici satellite.
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