Jeremy Burgess non sembra aver preso benissimo la separazione da
Valentino Rossi arrivata dopo ben 14 stagioni di collaborazione e 7 titoli iridati vinti insieme. Anche perchè, la sensazione generale, è che il tecnico australiano sia stato preso dal
"Dottore" e dalla
Yamaha un po' come il capro espiatorio per una stagione che è stata sicuramente inferiore alle aspettative.
Dopo i due anni di bocconi amari in
Ducati, tutti si aspettavano qualcosa in più della vittoria di
Assen nell'anno del ritorno del pesarese in sella alla
M1. Invece i risultati sono stati deludenti, specialmente se confrontati con quelli del compagno di squadra
Jorge Lorenzo, che con la stessa moto è salito sul gradino più alto del podio per ben 8 otto volte, inchinandosi a
Marc Marquez per appena 4 punti.
In un'intervista concessa ai francesi di
Gp-Inside, Burgess ha parlato della separazione, ma ora che non ha più particolari vincoli ha anche ammesso che
Valentino probabilmente non è più il pilota di un tempo, ma che fatica ad ammetterlo a se stesso. Alcuni passaggi sono davvero interessanti.
"
Posso solo dire che mi auguro e che sia la decisione giusta- Ho un immenso rispetto per Valentino, ma sappiamo anche che ora è molto più vicino alla fine della sua carriera che non all'inizio. Probabilmente non capisce bene perché i suoi avversari sono più veloce di lui. Probabilmente dentro di se pensa: sono sicuro di essere ancora capace di fare certe cose, posso fare quello che facevo 10 anni fa, e ci sono anche alcune cose che posso fare pure meglio. Ma da qualche parte le informazione non arrivano più così in fretta. Adesso è proprio questo il punto: Valentino sta cercando di andare oltre quelli che sono gli attuali limiti delle sue capacità" ha esordito
Jeremy.
Secondo
Burgess poi il cronometro non mente mai e nella seconda parte di stagione il raffronto con
Lorenzo è stato anche fin troppo chiaro: "
Negli ultimi otto Gp siamo tornati alle basi usate da Jorge, ma quando si confrontano i tempi, Lorenzo in generale è stato sempre più veloce di circa 4 decimi e anche in qualifica lo scarto era lo stesso. Così è la vita. Se fossimo stati in grado di capire esattamente quello che ci mancava, naturalmente anche i nostri risultati sarebbero stati migliori, ma niente dura per sempre nella vita di un uomo".
La parte quasi impressionante di questa "confessione" dell'ex capotecnico del
"Dottore" però arriva verso la fine, quando si dice sollevato perchè temeva che il 9 volte campione del mondo si potesse anche fare male per cercare dei risultati che probabilmente non sono più alla sua portata.
"
Ho visto troppi incidenti orribili, e so benissimo che se Valentino dovesse rimanere gravemente ferito, le persone a lui vicine chiederebbero: ma perché non ha smesso prima? Restituire a Graziano e Stefania, i suoi genitori, un Valentino in perfetta salute è un sollievo per me. Specialmente dopo aver vissuto il dramma di Mick Doohan, non volevo che succedesse ancora".
Infine, si è detto convinto che per
Valentino l'idea di tornare ad essere campione del mondo sia destinata a rimanere solo un sogno: "
Lui è convinto di poter tornare ad essere campione del mondo, e ammiro io questa sua convinzione, ma io non sono un uomo di fede. Sono un uomo che vuole vedere la dimostrazione delle cose. Quando qualcuno dice: io posso farlo. Io poi rispondo: dimostrami che lo puoi fare. E Valentino non è stato in grado di darmi questa dimostrazione. Sarà sempre in grado di combinare tutti gli elementi necessari per vincere in un weekend, ma non necessariamente nell’arco di un’intera stagione".
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