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Dovizioso: "Fiducioso sulle mie condizioni per Sepang"

L'italiano fa il punto della situazione ad una decina di giorni dai primi test della stagione

Dovizioso:
Andrea Dovizioso ha parlato con MotoGp.com della sua nuova avventura che lo vedrà vestire i colori del team Tech 3 Yamaha per il 2012, e della fase di preparazione seguita al recente infortunio alla caviglia. L'ex pilota Honda ha poi voluto condividere il proprio pensiero circa quest'ultimo anno trascorso con la casa giapponese, con la quale ha chiuso al 3º posto il Campionato del Mondo MotoGP. Di seguito, ecco l'intervista integrale apparsa oggi sul sito ufficiale della MotoGp: Come ti senti dopo il recente intervento chirurgico, "come nuovo" come hai postato su twitter? "Dopo l'incidente ho sofferto davvero molto. Fortunatamente, era da tempo che non mi infortunavo seriamente e quindi l'operazione si è svolta senza problemi. È stato doloroso, ma nel mestiere del pilota queste sono cose che possono accadere. Ora sono concentrato sui prossimi test in Malesia". Quanto accaduto può influire sul processo di adattamento alla Yamaha? "In questo momento mi è difficile fare un pronostico su quale sarà la mia condizione fisica in vista della Malesia, perché 23 giorni dopo l'operazione non sono un periodo sufficientemente lungo. I dottori hanno svolto un ottimo lavoro e sono molto fiducioso sul mio stato fisico in ottica Sepang. Quanto succederà in Malesia sarà comunque qualcosa a se stante perché, a parte i 3 mesi di lontananza dalle moto, il circuito è davvero ostico e il tutto si complica ulteriormente se aggiungiamo l'umidità e le alte temperature. Spero di riprendermi del tutto per capire meglio la moto. Probabilmente per i test successivi sarò al 100% e così sarò in grado di rendermi conto del mio livello". Ogni anno, durante l'inverno, qualche pilota si infortuna allenandosi con il motocross o altre specialità off-road, anche se sono in molti a ritenere utile questo tipo di pratica. Puoi spiegarci cosa apporta in termini di fitness e di guida? "Il motocross è molto differente e ben lontano dalla MotoGp, ma è l'unica maniera per allenarsi in sella ad una moto (durante l'inverno). Oltre ad essere un grande appassionato di questa disciplina, per me riveste un ruolo fondamentale nell'allenamento. Per me non si tratta solo di divertimento con gli amici". Negli ultimi appuntamenti della stagione 2011, hai per caso prestato particolare attenzione ai piloti Yamaha, alla loro maniera di guidare e al comportamento delle moto? "Non è stato solo nelle ultime gare che ho cercato di capire il prototipo Yamaha. È normale studiare sempre le altre moto, soprattutto quando si fa parte di un team ufficiale. Osservo la Yamaha dal primo anno in cui sono arrivato in MotoGp. Però, finché non la si prova, è difficile comprendere gli aspetti negativi e positivi di una moto. Si può apprendere qualcosa, ma non tutto". In che rapporto sei con Cal Crutchlow? Dopo alcune stagioni MotoGP spese 'da solo' con Honda, pensi di essere in grado di 'condividere' con un compagno di squadra o lo vedrai come il tuo primo rivale? "Sono contento di avere Cal come compagno di squadra, lo ritengo un bravo ragazzo e un buon pilota. È arrivato nel Campionato del Mondo con molta meno esperienza sulle spalle rispetto a quanto ha fatto in Superbike e Supersport, eppure è qui, e questo vuol dire che è dotato di talento. Credo che nessuno sappia esattamente qual è il limite di Cal, perché è in MotoGp da solo un anno ed è anche finito a terra in qualche occasione, ma sono sicuro possa rivelarsi molto competitivo. Non so dire quanto, ma sono comunque contento di ptoer lavorare e sviluppare la moto con lui". Dopo aver trascorso tutta la tua carriera GP con Honda (tolta un'apparizione con Aprilia), come ti sei sentito nel lasciare la squadra al termine del Campionato 2011? "I risultati che ho raccolto sono stati positivi, soprattutto nel 2011, ma naturalmente non sono bastati. Da fuori è difficile comprendere il livello a cui siamo arrivati...ma nessuno può essere felice al 100% con un 3º piazzamento. Per chi è dell'ambiente risulta subito chiaro la difficoltà che un risultato simile richiede, e proprio per questo sono estremamente soddisfatto". Come pilota professionista e padre di una bimba di 2 anni, il fatto di vederla crescere ti dà una prospettiva differente delle corse? "Da quando è nata mia figlia, la mia mentalità è cambiata parecchio. Negli ultimi due anni ho raccolto i miei risultati migliori, ed ogni cosa è diventata ancora più speciale nel momento in cui lei è arrivata. È bellissimo essere padre. Sono molto giovane ma sono convinto che quanto successo mi abbia aiutato molto nell'affrontare le competizioni".

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