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Intervista

Morbidelli esclusivo: “Quartararo distorce la percezione della realtà”

Prima di cominciare l’ultima parte di stagione, la sua prima nel team Yamaha Petronas, Franco Morbidelli ha concesso un’ampia ed interessante intervista esclusiva a Motorsport.com, dove analizza il suo 2019.

Fabio Quartararo, Franco Morbidelli, Petronas Yamaha SRT
Franco Morbidelli, Petronas Yamaha SRT
Franco Morbidelli, Petronas Yamaha SRT
Franco Morbidelli, Petronas Yamaha SRT
Fabio Quartararo, Petronas Yamaha SRT
Fabio Quartararo, Petronas Yamaha SRT
Fabio Quartararo, Petronas Yamaha SRT
Fabio Quartararo, Petronas Yamaha SRT
Franco Morbidelli, Petronas Yamaha SRT
Franco Morbidelli, Petronas Yamaha SRT
Fabio Quartararo, Petronas Yamaha SRT
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Alla fine dello scorso anno, Franco Morbidelli non poteva immaginare che nella sua seconda stagione in MotoGP tutti gli occhi sarebbero stati puntati su Fabio Quartararo, suo compagno di squadra nel team Yamaha Petronas. Il francese è infatti l’eterna promessa del campionato, vantando solo una vittoria nel suo palmarès (in Moto2 a Montmeló nel 2018). Tuttavia, in questa chiacchierata con Motorsport.com, Morbidelli fa capire che è uno dei piloti più riflessivi della griglia di partenza e che gestisce questa situazione meglio di quanto si possa pensare.

Puoi dire quali sono i lati positivi della prima stagione in sella alla Yamaha e gli aspetti che ancora devi migliorare?
"L’aspetto più positivo è che sono tornato a lottare per le posizioni importanti, essere in prima fila e chiudere una gara in top 5 nella classe dove gareggiano i migliori piloti del mondo. L’aspetto da migliorare è la costanza, perché non siamo sempre davanti. Mi trovo molto bene con la squadra e con la moto, ma se vogliamo puntare più in alto dobbiamo trovare qualcosa in più".

Pensi che l’arrivo del tuo compagno di squadra abbiam distorto un po’ la percezione delle cose?
"Sicuramente. L’arrivo di Fabio distorce completamente la percezione della realtà. Quello che fa ha cambiato le prospettiva mie e di tutti gli altri. È la realtà e bisogna adattarsi, più semplicemente bisogna andare meglio. Non voglio soffermarmi sul fatto che penso che sia un buon anno fino ad ora, ma vado alla ricerca della perfezione. Chi la sta trovando un questo momento è Quartararo".

Fabio Quartararo, Petronas Yamaha SRT, Franco Morbidelli, Petronas Yamaha SRT

Fabio Quartararo, Petronas Yamaha SRT, Franco Morbidelli, Petronas Yamaha SRT

Photo by: Gold and Goose / LAT Images

Cosa ti manca per essere costantemente davanti?
"Mi manca la velocità e per ottenerla devo controllare maggiormente la moto. In questo modo arriverò al livello di feeling che ha Fabio".

Tutto si riduce ad una questione di fiducia?
"La fiducia è il punto di partenza, parte tutto da lì. Più ne hai, più puoi trovare margini su altri aspetti, come il passo in curva, il grip ed altre cose. Per arrivare a questo livello c’è una strada che ancora non abbiamo trovato, nonostante proviamo molte cose".

Esiste un aspetto concreto in particolare in cui ti manca questa fiducia?
"Non è facile da spiegare, ma sì. Per esempio, a Misano abbiamo visto che Valentino ed io abbiamo avuto problemi con la gomma anteriore. Ci è mancato il grip, ma nello stesso tempo credo che anche Fabio (secondo) e Maverick (terzo) abbiano avuto questo problema, nonostante siano stati in grado di gestirlo meglio. Diciamo che ha influito in maniera minore. Credo che sia successo anche perché avevano un controllo maggiore della moto".

"Se vogliamo puntare più in alto dobbiamo trovare qualcosa in più"

Come riesci ad isolarti da tutto il rumore che provoca Quartararo?
"A me nella vita sono successe cose molto più gravi di avere un compagno di squadra che vada più veloce di me (a 18 anni ha perso suo padre in circostanze tragiche, ndr). È solo una situazione che devo trasformare in un’opportunità per migliorare. Diciamo che è un problema, ma non un dramma".

Hai debuttato in MotoGP con una Honda, che era molto complicata. Può essere che questo ti abbia condizionato nel passaggio alla Yamaha?
"Lo scorso anno è stato duro, essendo anche il mio primo in MotoGP. Arrivare e guidare una Honda mi ha permesso di imparare molto, soprattutto ad essere molto elastico. Può darsi che anche questo mi aiuti a non preoccuparmi troppo di Fabio".                      

Gli esempi di Quartararo e Zarco, quest’ultimo sempre stato molto veloce su una Yamaha ma costretto ad arrendersi in KTM, confermano che Yamaha è una moto che trae in inganno quando si tratta di calibrare il valore reale dei piloti?
"Se avessi fatto il cammino opposto, ovvero debuttare su una Yamaha e passare poi alla Honda, avrei avuto molte più difficoltà. La Yamaha è una moto molto intuitiva".

È vero che la tua prima ed unica opzione come responsabile tecnico era Ramón Forcada?
"Sì, ed è facile capire perché. Lo scorso anno è successa una cosa particolarmente difficile, cioè che un tecnico del calibro e dell’esperienza di Ramón fosse libero. Stiamo parlando di uno dei migliori tecnici, se non del migliore, nel suo ambito, un uomo che ha un curriculum pieno di vittorie. È anche un grande appassionato. È come se il Barcellona lasciasse andare Messi. Appena l’ho saputo mi sono fiondato da lui".

Come è cambiato il tuo rapporto con Rossi da quando fai parte di Yamaha?
"Fuori dalla pista non è cambiato niente, ma dentro sì, nel senso che lottiamo più spesso tra di noi per la stessa posizione. Ora parliamo più di moto, perché usiamo la stessa e abbiamo sensazioni simili".

"Se avessi fatto il cammino opposto, ovvero debuttare su una Yamaha e passare poi alla Honda, avrei avuto molte più difficoltà"

Ogni pilota si concentra su se stesso, ma questa è una disciplina in cui si compete contro altre persone, non solo per il risultato, ma anche per la sella migliore. I movimenti di mercato iniziano sempre prima, dove ti vedi fra due o tre anni?
"Io mi concentro sul presente e credo che se focalizzi tutte le tue energie nel momento che stai vivendo, potrai avere un effetto positivo più in là nel tempo. Il futuro più prossimo a cui guardo è la gara successiva che devo disputare. Mi trovo bene con questa squadra, in cui ricevo quasi lo stesso trattamento dei piloti ufficiali. Non mi posso lamentare di nulla. Devo solo concentrarmi nel mio lavoro e farlo nel miglior modo possibile. Se merito o meno una moto ufficiale lo vedremo in futuro".

Come riesce Yamaha a tenere sotto controllo una situazione così complessa come quella che si è generata tra i suoi piloti?
"Non ne ho la più pallida idea. Al contrario, io sono molto contento del modo in cui mi trattano. Sumi (il leader del progetto in MotoG, ndr) è una persona molto concentrata sul lavoro e ci mette molta passione. Molte volte l’ho visto osservare da vicino la mia moto e quella di Fabio con l’idea di provare a trovare un modo per migliorarla. Non succede così spesso, sono cose che ti riempiono il cuore, perché vedi passione e voglia di fare, desiderio di andare avanti. Il fatto che ultimamente la maggior parte delle Yamaha sia davanti non è un caso, questa marca sta lavorando molto, sempre a suo modo, passo dopo passo. Ma sempre in avanti e mai indietro".

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