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Mir attacca: "Se Suzuki non è competitiva non è colpa di Brivio"

Il campione del mondo di MotoGP, Joan Mir, parla dei problemi della Suzuki in questo 2021 e della mancanza di aggiornamenti. Questi hanno fatto sì che le moto di Hamamatsu non riuscissero a tenere il passo di Yamaha e Ducati.

Joan Mir, Team Suzuki MotoGP

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

La prima parte di stagione 2021 di MotoGP non è stata certo al livello dei desideri del campione del mondo in carica della serie, Joan Mir. Il pilota spagnolo si trova in quinta posizione nel Mondiale Piloti, staccato di 46 punti dal leader del Mondiale, Fabio Quartararo.

A preoccupare Mir non è solo questione di punti, ma anche di quanto Suzuki non sia riuscita a progredire a ritmo delle concorrenti tra la scorsa stagione e quella attuale. Ducati e Yamaha hanno fatto sino a ora molto meglio, e questo Mir lo sa bene.

Dopo il difficile weekend passato al Sachsenring, Mir ha dichiarato oggi di non avere troppe aspettative di livello per il weekend di gara di Assen, sede del Gran Premio d'Olanda del Motomondiale.

"Preferisco non creare aspettative su come possa andare il fine settimana, perché non so come potrà andare. E? una pista che mi piace. Nel mio anno da esordiente sono andato abbastanza bene, così come il mio compagno di squadra. Da qui cercherò di lavorare con il pacchetto a nostra disposizione. Cercheremo di fare bene per poi poter andare in vacanza più sereni".

Mir teme che con l'accrescere dell'importanza tecnologica in MotoGP, il ruolo del pilota stia diventando sempre più marginale, sempre meno incisivo e decisivo nei risultati dei fine settimana di gara.

"E' più difficile essere alla pari con gli altri se non si fanno miglioramenti. Abbiamo la stessa moto dall'anno scorso, che ci ha permesso di vincere il Mondiale. Ma tutti gli altri sono migliorati, hanno l'holeshot. Siamo gli unici a non averlo e questo significa che non siamo alla pari con gli altri. In questo sport ci sono piloti e moto. Se da pilota lavori, ma la moto non ti sostiene, è difficile fare la differenza. Le cose stanno così".

Non è solo una questione di presente, ma anche di futuro. Mir teme infatti anche in vista della prossima stagione, quando la Ducati si presenterà in pista con 8 moto.

"E' complicato dare una propria opinione su questo tema, perché alla fine non sono io a decidere. E' vero che la ducati è molto competitiva e questo fa sì che abbia più moto di tutti in pista. Ne avranno 8 nel 2022 e avranno un grande vantaggio sugli altri, perché potranno avere più informazioni, quasi come un monomarca, e questo ti fa migliorare".

"Non conosco la situazione di Aprilia e Suzuki, ma se hanno deciso di non avere più moto per il prossimo anno, una ragione ci sarà. Non è facile dare un giudizio dall'esterno, perché non so bene cosa stia accadendo".

Infine, Mir ha parlato dell'assenza del team manager Davide Brivio, che in questa stagione ha abbandonato la MotoGP per passare al comando dell'Alpine, team di Formula 1 che quest'anno schiera due monoposto per Fernando Alonso ed Esteban Ocon.

"Sono soddisfatto di come siamo ora. Ho piena fiducia in Sahara e se dice che Brivio non è necessario, dobbiamo credergli. Non avere il pacchetto così competitivo non è certo colpa di Davide. Viene da altre cose, non certo da questo".

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