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Intervista

Miller: "Nessuno vince quattro gare in MotoGP per caso"

Poco prima di piazzarsi secondo domenica, Jack Miller si è seduto per una chiacchierata con Motorsport.com nella tenda Ducati all'interno del circuito di Buriram.

Jack Miller, Ducati Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

L'australiano ha già conquistato setti podi in questa stagione, la sua ultima con la Ducati prima di andare a vestire i colori della KTM. Il pilota di Townsville sta vivendo un momento molto dolce: ha appena conquistato la vittoria più importante della sua carriera in MotoGP in Giappone ed ora è in viaggio verso il suo paese d'origine, dove si sposerà nel prossimo fine settimana.

La vittoria di Motegi è stata la più facile della tua carriera?
"Non lo è stata a causa dello stress mentale a cui sono stato sottoposto per la maggior parte del tempo. La concentrazione che si deve mantenere è più alta che in qualsiasi corpo a corpo. Perché si lotta costantemente con il proprio cervello, che ti dice di aver commesso un errore qui o di aver esagerato lì. Ma, a parte questo, la gara è stata straordinaria, qualcosa che non avrei mai pensato di poter fare, perché non mi viene naturale".

Vincere in maniera così netta era qualcosa che cercavi da tempo?
"Certo che lo era. Ho sempre guardato alle vittorie di Stoner, Lorenzo, Pecco o anche Valentino, che hanno vissuto fasi di grande dominio. Piloti che erano e sono in grado di essere leader fin dall'inizio e di rimanerlo per tutta la gara. Ho sempre pensato a loro, perché erano i miei idoli e mi immaginavo di farlo. E' vero che ho vinto a Jerez (2021), ma è stato perché Quartararo ha avuto un problema di sindrome compartimentale. Fabio era stato il più veloce quella domenica".

Quindi la vittoria in Giappone non ha un "ma"...
"Proprio così. Nella prima, ad Assen (2016), sotto alla pioggia, ho lottato con Marc, che però era più concentrato sul titolo che sulla vittoria. Valentino è caduto, così come altri. Quella vittoria aveva molti 'ma'. A Jerez c'era stato il problema al braccio di Fabio. E a Le Mans (2021) ha piovuto, ma è anche vero che ho dovuto fare due long lap penalty. In Giappone non c'erano 'ma'. Non voglio sembrare arrogante, ma nessuno vince quattro gare di MotoGP per caso. Uno forse, quattro no. E' vero che ci sono state volte in cui sono stato fortunato, ma non questa volta".

Vincitore della gara Jack Miller, Ducati Team

Vincitore della gara Jack Miller, Ducati Team

Photo by: Dorna

Considerando il tuo livello attuale ed il fatto che ti sposerai il prossimo fine settimana, è il momento migliore della tua vita?
"Senza dubbio, al 100%. Mi sento completo, felice. Amo il mio lavoro, sono circondato da persone incredibili e posso fare ciò che ho sempre sognato. Ora, inoltre, mi accompagna la mia miglior amica. Questa sensazione è brutale".

In che misura la tua consistenza in pista corrisponde a quella che hai trovato fuori dalla pista?
"Credo che abbia molto a che fare con questo. La consistenza è un aspetto su cui ho lavorato molto. Avere una vita tranquilla e stabile a casa. Non essere sempre soli, ad Andorra, ma avere qualcuno con cui parlare oltre al cane, rende le cose più facili. Le giornate storte sono meno brutte con qualcuno al proprio fianco".

Come è cambiato Jack Miller negli ultimi sei o sette anni?
"Molto. So le cose che ho fatto in passato e penso che siano evidenti anche dall'esterno. Non sono più il bambino selvaggio che ero quando sono arrivato qui. E il cambiamento è stato in meglio".

Cosa diresti a quel ragazzo?
"Fai quello che devi fare. Non cambierei la mia storia per nulla al mondo. Ho imparato molti valori, non solo come pilota, ma anche come persona. Sono diventato l'uomo che sono grazie agli errori ed ai successi che ho ottenuto. Credo che al mondo manchi un po' questa cosa: persone che escono e commetto degli errori. In seguito, ci si rende conto della situazione e si impara da essa".

Jack Miller, Ducati Team

Jack Miller, Ducati Team

Photo by: Dorna

Cosa ti mancherà di più della Ducati?
"Molte cose, ma sicuramente non la quantità di eventi a cui devo partecipare (ride). Mi mancheranno i tecnici, i ragazzi, il gruppo di Gigi (Dall'Igna), la professionalità ed il talento della squadra. Il loro unico obiettivo è vincere questo maledetto campionato".

Cosa pensi del modo in cui la Ducati si sta giocando le sue carte in questo Mondiale?
"Ho la sensazione che tutti abbiano un'opinione sui costruttori italiani. Se si guarda alla Formula 1, la Ferrari viene presa di mira a prescindere dalle decisioni prese. Lo stesso vale per la Ducati. E questo accade perché i volti dei boss sono molto visibili, sono come dei personaggi e questo li rende più vulnerabili, li espone molto più degli altri. Chi criticheranno alla Yamaha, Lin Jarvis? Lin Jarvis lavora alla Yamaha, quindi è diverso. A parte questo, la ducati ha le sue carte, ma ci sono molte variabili".

Ma stiamo parlando di otto moto, un terzo della griglia, che possono giocare a favore...
"Ma cosa succede se nessuno di questi piloti è in testa? Allora, nessuno dei piani che puoi progettare ha senso. Secondo me, quello che è successo a Motegi, in mezzo al gruppo, tra Pecco ed Enea, non sarebbe dovuto accadere. E' stato stupido, è stato un esempio di un pilota che non aveva le idee chiare in quel momento. Mi sono già trovato in quella posizione, con Dovizioso ed anche con Bagnaia. E sono stato molto chiaro sul mio ruolo. Non c'è gloria nel lottare per il quarto o quinto posto. Ma questi ragazzi sono giovani ed affamati".

Come ha fatto la KTM a convincerti a tornare lì nel 2023?
"Non hanno dovuto affatto convincermi, è una cosa venuta da me. Quando ho visto che Ducati mi chiedeva tempo, ho detto ad Aki (Ajo, il suo manager) di parlare con KTM. E sono stati subito entusiasti. Inoltre, tutto è coinciso con l'uscita della Suzuki, che ha messo sul mercato un campione del mondo (Joan Mir) ed un pilota che vinto delle gare (Alex Rins). Ma KTM ha deciso che voleva me, non gli importava che si presentassero alternative inaspettate. Quando ho lasciato KTM nel 2014, ho detto loro che sarei tornato. Mi hanno sempre dimostrato molto rispetto, anche quando la Ducati ha valutato la possibilità di rifirmare Lorenzo. Quella sera del 2020, in Austria, avevo un contratto con la KTM, ma sentivo che il mio lavoro in Ducati non era finito, perché il mio obiettivo era quello di arrivare al team ufficiale".

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Jack Miller, Ducati Team

Jack Miller, Ducati Team

Photo by: Dorna

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