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Marini: “Vale il migliore della storia, grazie per ciò che ha fatto”

Luca Marini riflette sulla grandezza di Valentino Rossi, suo fratello maggiore, al termine del Gran Premio di Valencia. L'ultima gara del Dottore sarà un ricordo incredibile, la giusta conclusione di una carriera che lascia un segno importante nella storia della MotoGP. Ora però, dritti verso il 2022...

Valentino Rossi, Petronas Yamaha SRT, Luca Marini, Esponsorama Racing

Valentino Rossi, Petronas Yamaha SRT, Luca Marini, Esponsorama Racing

Gold and Goose / Motorsport Images

Si conclude a Valencia la prima stagione da pilota MotoGP per Luca Marini, che durante il 2021 ha fatto esperienza nella classe regina del mondiale, lavorando per migliorare in vista della prossima stagione. Il 2022 sarà un anno importante per il pilota di Pesaro, che avrà uno step tecnico sulla sua Ducati e punterà a far bene, alla luce di quanto quest’anno la Desmosedici ha brillato.

Il prossimo anno sarà però totalmente diverso per Marini, che non troverà più in pista suo fratello. Nel 2021 infatti ha condiviso l’asfalto e le gare con Valentino Rossi, ma il Gran Premio di Valencia di domenica ha segnato l’addio del Dottore, la fine di un’era. Tuttavia, il ‘fratellino’ più piccolo conserverà un bel ricordo di questo debutto, tenendo in considerazione il fatto che nonostante l’ampia differenza d’età siano riusciti a correre insieme almeno un anno, cosa che non si aspettava quando ha iniziato.

I risultati di domenica quasi passano in secondo piano in una giornata di festa come quella vissuta a Valencia. Marini è il fratello, ma anche uno dei ragazzi della Academy di Valentino Rossi, e racconta le emozioni che ha provato in questa giornata storica: “Dopo la gara ero nel box con Vale e tutti erano emozionatissimi. Anche per me è stata una giornata molto diversa in questo senso. Anche quando torneremo a casa ci sarà molto tempo per parlare di quest’anno e di condividere le emozioni in pista. C’è poco da dire, quando devi scegliere chi è stato il migliore in questo sport, direi che lui è stato il migliore della storia”.

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“C’è poco da dire per quanto riguarda la pista – prosegue parlando di Valentino – ha ottenuto risultati impressionanti, ha fatto crescere questo sport a livello globale, ha fatto conoscere questo mondo a tantissime nuove persone che si sono appassionate. Grazie alla sua personalità, al suo modo di correre, ai suoi risultati, abbia lasciato un segno indelebile che sfortunatamente forse non potrà mai essere replicato, perché sarà difficile in futuro lasciare un segno così importante. Come fratello, non volevo dilungarmi troppo, ma mi fa ridere. Mi piace parlare con lui di moto, perché ha veramente una grande passione. È una persona gentile, simpatica, sempre solare. Quindi è un lato che mi piace. È un fratello e un amico alla fine”.

Marini è uno dei diversi giovani piloti che stanno crescendo con gli insegnamenti di Valentino Rossi e l’emozione è stata incredibile per tutti. Con grande felicità, Luca riflette sulla fortuna di aver condiviso, anche solo per un anno, la pista con suo fratello: “Ho visto che anche gli altri ragazzi erano molto emozionati, contenti, qualcuno ha pianto. Sicuramente è stato un momento strano, molto particolare. Anche in griglia vedere così tanta gente tutta intorno alla casella di partenza di Vale è stato incredibile. In quel momento c’erano tante emozioni che mi passavano per la testa. È stato un bel weekend secondo me, è andato tutto per il verso giusto, una degna conclusione di questa pagina di storia, della sua carriera. Tutti siamo fieri di lui, è stato bello condividere questi anni insieme in pista e questa stagione in MotoGP. Tra l’altro una stagione inaspettata, perché non avrei mai pensato che lui continuasse così tanto e io arrivassi così velocemente in MotoGP, alla fine è stato bello passare una stagione in pista a battagliare insieme”.

Proprio la Academy ha scelto di omaggiare il suo mentore disputando le rispettive gare con i caschi più iconici della carriera del Dottore. Marini ha scelto quello del biennio 2008-2009, gli anni degli ultimi due mondiali, e spiega il motivo: “Ho scelto la grafica di quel casco lì perché è uno di quelli che mi è sempre piaciuto più di tutti, ha veramente un disegno bellissimo, quasi tutto con il pennello. È veramente incredibile, mi piaceva, era libero e sono andato su quello. Inoltre sono stati gli anni di cui ho più ricordi, di quando ero piccolo, che ho vissuto di più anche dentro al suo box andando a vedere le gare, dove ha anche fatto molte battaglie epiche. Ci sono due o tre delle mie gare preferite tra il 2008 e il 2009”.

Luca Marini, Esponsorama Racing

Luca Marini, Esponsorama Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Anche se l’emotività è stata molta, non può comunque mancare uno sguardo alla pista. Marini è stato autore di una gara opaca, come per sua stessa ammissione: “La gara è stata brutta già dalla partenza, non avevo grip al posteriore e ho faticato molto dall’inizio. Durante il weekend il problema principale è stato l’anteriore, ma poi abbiamo fatto una modifica sulla moto per la gara ed è andata bene. Infatti il mio feeling con l’anteriore è migliorato, ma con la gomma posteriore non sono riuscito ad essere veloce come nelle FP4, per esempio. Ero un po’ più lento, mi aspettavo di essere più competitivo. Questo non è un bel modo di finire la stagione, ma Valencia ogni anno è sempre stata una pista difficile per me, quindi dovrò capire e cambiare un po’ lo stile di guida”.

Tuttavia Maro ritiene che nel 2021 abbia gettato le basi per un 2022 decisamente più solido: “Guarderò i dati per capire dove dovrò migliorare, ma sono anche molto contento e curioso di provare la nuova moto a Jerez. Sono pieno di energia. Alla fine di una stagione si è sempre stanchi e si vuole staccare un po’. Ma onestamente adesso voglio solo tornare in moto e provare quella nuova per iniziare questa nuova avventura il prima possibile. Penso che avrò la moto di Pecco, sono molto curioso di provarla giovedì nei test. Chiaramente sarà un grande cambiamento. Voglio ottenere grandi risultati l’anno prossimo e spero che la pausa invernale sia breve come quella di questa stagione e non vedo l’ora di iniziare il 2022. I test mi piacciono e ora mi servono, avere tempo per girare sulla moto, capire com’è la 2021 sarà molto interessante. Per parlare di aspettative ancora è troppo presto, ho bisogno di fare un po’ di giri sulla nuova moto, capire qual è il mio livello con un pacchetto tecnico simile. Quindi aspetterei ancora un po’ prima di parlare del prossimo anno. Voglio provare a lottare per le posizioni importanti, semplicemente quello, poi vediamo come saranno. In MotoGP poi sono molte le posizioni importanti, non solo le prime tre  

“Non direi che è stato un anno complicato, ma sicuramente con diverse insidie – prosegue – Sono partito da molto lontano, senza aver fatto i test a novembre mi sento di essere partito molto indietro rispetto agli altri ed è stato molto difficile partire diretti dal Qatar. Le prime gare sono servite come un test per cercare di capire la mia posizione in moto, su cui ho lavorato durante tutta la stagione. Ma se guardo da dove sono partito, sono contento di dove sono arrivato adesso, mi sento molto migliorato come pilota e come persona. Secondo me alla fine è comunque una stagione positiva, non mi aspettavo di ottenere risultati migliori, perché comunque mi conosco e conoscevo la situazione in cui ero. Sapevo che sarebbe stata dura puntare in alto e ho cercato di raccogliere più esperienza possibile, finire le gare e alla fine ora penso di avere una buona conoscenza della MotoGP, che non mi aspettavo fosse così diverso dalla Moto2. Ci è voluto un po’, ma adesso mi sento molto migliorato”.

 

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