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L’ascesa di Lüthi in MotoGP: “Molta costanza e nessuna ossessione”

A trentun'anni suonati, "Tom" debutterà nella Classe regina con l’Honda della Marc VDS dopo undici stagioni di militanza nella categoria di mezzo. Michael Bartholemy: “I test con KTM fondamentali nella scelta”.

Thomas Luthi, Estrella Galicia 0,0 Marc VDS

Thomas Luthi, Estrella Galicia 0,0 Marc VDS

Gold and Goose / Motorsport Images

Thomas Luthi
Thomas Luthi
Thomas Luthi
Thomas Luthi, Michael Bartholemy, Estrella Galicia 0,0 Marc VDS Team Principal
Daniel Epp, Thomas Luthi, Michael Bartholemy, Estrella Galicia 0,0 Marc VDS Team Principal
Thomas Luthi, Estrella Galicia 0,0 Marc VDS
Thomas Luthi, Estrella Galicia 0,0 Marc VDS
Thomas Luthi, Estrella Galicia 0,0 Marc VDS
Thomas Luthi, Estrella Galicia 0,0 Marc VDS
Thomas Luthi, CarXpert Interwetten
Thomas Luthi, CarXpert Interwetten
Thomas Luthi, CarXpert Interwetten
Thomas Luthi, CarXpert Interwetten
Thomas Luthi, CarXpert Interwetten
Thomas Luthi, CarXpert Interwetten
Thomas Luthi, CarXpert Interwetten
Thomas Luthi, CarXpert Interwetten
Thomas Luthi, CarXpert Interwetten
Thomas Luthi, CarXpert Interwetten
Thomas Luthi, CarXpert Interwetten

Per la gioia di tutti gli appassionati di moto elvetici, Thomas Lüthi ha finalmente compiuto il tanto atteso salto di qualità. Dopo ben undici stagioni di militanza nella Classe intermedia, il centauro di Oberdiessbach passerà alla categoria regina all’età di 31 anni. 

Campione iridato nel 2005 nella 125cc, Lüthi ha chiuso le ultime due stagioni in Moto2 da vice campione del mondo, terminando alle spalle di Johann Zarco, prima, e di Franco Morbidelli, poi.

Ma come mai ci ha impiegato così tanto tempo lo svizzero a garantirsi un posto tra i grandi? “Semplicemente perché non ho mai avuto realmente l’occasione di farlo”, ammette Tom. 

 

“In Moto2, non ho mai guidato pensando di dover arrivare a tutti i costi in MotoGP. Sono sempre stato motivato e contento di gareggiare nella Classe di mezzo, concentrandomi nella lotta per il titolo. È vero, non ho mai vinto il titolo, ma le soddisfazioni non sono mai mancate”. 

Secondo il parere del 31enne rossocrociato, la costanza con la quale si è piazzato sul podio ha giocato un ruolo fondamentale nella scelta della Marc VDS.

“La regolarità è fondamentale e, in questo senso, la stagione è stata fenomenale. Credo siano proprio stati i dieci podi ottenuti ad avermi garantito una sella in MotoGP per la prossima stagione”, confida lo svizzero. 

La prima presa di contatto tra Lüthi e la Classe regina è avvenuta nell’estate 2016, quando la KTM lo ingaggiò in qualità di tester in sella alla RC16. “Purtroppo, la squadra austriaca aveva già scelto la line-up per la stagione, ma aver lasciato sensazioni positive ha sicuramente aiutato”. 

 

L’infortunio alla caviglia rimediato in Qatar, che lo ha costretto a rinunciare agli ultimi due appuntamenti della stagione, lo ha privato anche dell’opportunità di prendere confidenza con la Honda della Marc VDS durante i test di Valencia e Jerez, dove "Tom" è stato a guardare dai box.

Tuttavia, a rendere più sereno Lüthi sono proprio le prove effettuate la scorsa estate. “Diciamo che non è stato noioso (ride, ndr). Al Mugello, è stata la prima esperienza con un bolide di MotoGP. I primi metri avevo gli occhi spalancati, poi piano piano ci ho preso gusto”. 

E ancora: “Al Red Bull Ring per il secondo test è stato completamente diverso perché ho cercato di tenere il passo degli altri piloti. Lì mi sono reso conto che è molto difficile stargli dietro. Ho comunque preso sufficienti informazioni per non arrivare completamente impreparato al debutto con la Marc VDS”. 

 

“Il salto dalla Moto2 alla MotoGP è qualcosa di fantastico. La differenza più grande è in termini prestazionali. Anche una Kalex o una Suter di Moto2 sono veloci, ma l’accelerazione è completamente diversa, così come il cambio”, conclude il neo rider dell’Honda RC213V della Marc VDS.

Chi ha fortemente voluto Lüthi nella scuderia belga è stato il team manager Michael Bartholemy. “La sua costanza nell’ottenere buoni risultati è stata fondamentale nella scelta. Nei test con KTM al Red Bull Ring riuscì a essere più veloce rispetto ad alcuni piloti più esperti in MotoGP. Lì mi sono convinto che fosse la decisione giusta”, commenta il dirigente.

Lüthi salirà in sella alla Honda del team satellite belga soltanto nel gennaio 2018 , ma a detta di Bartholemy non dovrebbero esserci problemi d’ambientamento. “"Tom" avrà addirittura alcuni vantaggi con la nostra moto. Essere gracili di statura è un ‘di più’, se guidi un’Honda...”.

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