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Lorenzo sta sgretolando le certezze di Stoner?

L'australiano scopre cosa significa annunciare il ritiro con troppo anticipo...

Chissà se Casey Stoner si sta mangiando le unghie per aver dichiarato con troppo anticipo la volontà di ritirarsi alla fine della stagione. L'australiano sta sgretolando tutte le certezze: non riesce più a vincere con la Honda che sembrava lo sciacciasassi del mondiale. La HRC sta facendo come il gambero, al punto che Alvaro Bautista con la moto clienti del team di Fausto Gresini riesce a tenere il passo dei piloti ufficiali, segno che c'è un'involuzione sulla RC213V. L'AZZARDO DELLA MORBIDA Stoner si lamenta del chattering da quando la Bridgestone ha deciso di fornire una gomma anteriore con la carcassa più morbida per fare in modo che le coperture vadano più facilmente in temperatura. Ne hanno tratto vantaggio tutti, tranne che il “canguro”. Casey non ha trovato una soluzione di assetto che lo soddisfacesse e ha preso l'azzardo di partire con la morbida davanti. UN CANOVACCIO DIVERSO Un rischio che non ha pagato: Stoner forse voleva tentare una fuga iniziale, consolidare un certo margine e poi provare a difendere il vantaggio dal ritorno di Lorenzo. Il copione della gara, invece, ha seguito un altro canovaccio e l'australiano si è dovuto accontentare del posto d'onore dopo aver entusiasmato per la caparbietà con cui ha cercato di reagire al primo attacco di Jorge con una M1 molto più a punto. SPETTACOLO IN TRE CURVE I due campioni ci hanno regalato momenti di spettacolo ad altissima adrenalina, disegnando sulla larga pista inglese traiettorie fantasiose e inusitate, ma poi Jorge Lorenzo ha trovato il varco giusto e ha preso il largo. Casey è stato pungente con la Honda (“...ha impiegato 18 mesi per risolvere il chattering posteriore e non ci voleva molto, e adesso non ci sono molto cose da provare per curare i guai all'anteriore), ma si ostina a non volersi impegnare di più nelle prove libere quando potrebbe dispensare il suo tempo per dare utili indicazioni per lo sviluppo alla squadra. HONDA SENZA RIFERIMENTO È vero che gli bastano poche tornare per trovare il limite della moto, ma la Casa giapponese sembra aver perso il suo punto di riferimento, sebbene resti sempre e, comunque, il pilota Honda più veloce. Silverstone, quindi, rischia di diventare una gara che può incidere sull'andamento del mondiale molto più di quanto non dica il risultato. LA CALMA DEI FORTI Jorge Lorenzo, infatti, in Gran Bretagna infila la terza perla di seguito alla sua collana di successi che è arrivata a 21 affermazioni in Moto Gp. Il maiorchino è in forma e ha plasmato una M1 che migliora con il passare delle gare. Per dare stabilità emetiva a sé stesso e alla squadra, rinnova in anticipo un contratto biennale, chiudendo un mercato che non si è mai aperto (in realtà ha sbattuto la porta in faccia ad un eventuale ritorno di Valentino Rossi, dimostrando che stava temendo una riapparizione del Dottore...). LA PARTITA A DUE Lorenzo ha la consapevolezza di chi in questo momento ha il pallino in mano e il successo inglese vale assai più dei 25 punti che dividono lo spagnolo dall'australiano. Intanto è chiaro a tutti che il titolo 2012 è una questione a due: Jorge contro Casey, perché Pedrosa non sa approfittare delle difficoltà di Stoner per rimettersi in gioco. L'HRC SI SENTE TRADITA E si può capire come la HRC si senta “tradita” dal ritiro annunciato dall'australiano, visto che dovrà puntare su Marc Marquez per sperare di trovare un nuovo sfidante del maiorchino, tenendosi Dani solo come elemento di continuità della squadra. CRUTCHLOW STOICO La superiorità della Yamaha è stata evidente non solo con Lorenzo, ma anche e soprattutto con Cal Crutchlow capace di risalire dall'ultimo posto fino al sesto con una rimonta entusiasmante, arrivando alle spalle di Ben Spies, nonostante una caviglia in disordine che non gli ha permesso di effettuare le qualifiche ieri dopo una brutta caduta. Crutchlow si candida alla seconda M1 ufficiale per il 2013, visto che Andrea Dovizioso non riesce a trovare una continuità di risultati da una gara all'altra. DUCATI NON PERVENUTA E la Ducati? Hayden resta attaccato al trenino che conta all'inizio, ma poi è costretto a fare linee impossibili, contrarie alla logica e alla fisica e scivola sempre più indietro. Eppure fa meglio di Valentino Rossi che azzarda la gomma dura sul posteriore, mentre tutti gli altri sono partiti con la morbida. Creatività inutile, visto che il campione di Tavullia non riesce a mandare in temperatura le coperture della sua Desmosedici e rimane imbottigliato nella mischia. Sempre troppo poco per un nove volte campione del mondo...

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