Lorenzo: "Non rischio per 0"1 che non farebbe la differenza"
Il maiorchino ha terminato il GP d'Aragon in penultima posizione, distanziato di ben 46 secondi dal compagno di squadra Marc Marquez.
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
La gara di Aragon ha avuto un chiaro dominatore per tutti i suoi 23 giri. Marc Marquez ha rispettato i pronostici ed ha comandato dall'inizio alla fine. Lo spagnolo non ha dato alcuno scampo ai suoi rivali, precendo il secondo di circa cinque secondi sotto alla bandiera a scacchi.
E' andata decisamente peggio al suo compagno Jorge Lorenzo. Il pilota spagnolo ha vissuto una giornata particolarmente difficile, ritrovandosi a lottare con Karel Abraham, Bradley Smith ed Hafizh Syahrin, riuscendo ad avere la meglio solo sul malese della KTM.
"Siamo andati sempre più indietro, soprattutto perché la gomma posteriore ha iniziato a calare dal terzo giro" ha detto Lorenzo. "La partenza è stata buona, ma abbiamo apportato alcune modifiche che non abbiamo potuto provare durante il warm-up perché c'era bagnato. Questo mi ha causato molta carenza di grip al posteriore e la moto non la smetteva di pattinare. Sembra che la gomma posteriore Michelin non abbia alcun grip e che bisogna cercarlo con il set-up".
I 46 secondi di ritardo nei confronti di Marquez presuppongono che Lorenzo abbia perso due secondi al giro. Una differenza che inizia ad essere imbarazzante.
"La strada per essere competitivi è ancora lunga. Il mio giro migliore è stato più lento di due secondi rispetto a quello di Marc ed ho chiuso a 46 secondi, più o meno come a Silverstone (47 in quel caso). Mi aspettavo di avvicinarmi ai 30 secondi qui, ma con il problema della gomma posteriore è stato impossibile. I miei avversari mi passavano sul rettilineo e dovevo essere molto docile con il gas. Nonostante tutto, la gomma si è distrutta".
Nonostante abbia ribadito il suo impegno nei confronti della Honda, il #99 ha ammesso che non sta guidando al limite a causa degli infortuni, non essendo ancora al 100%.
"Quando un pilota prova dolore, ha meno voglia di cadere. In questo momento non mi sento affatto bene ed è per questo che non rischio quel decimo che non farebbe la differenza adesso. Fisicamente sto meglio e continuerò a migliorare, ma darò sempre il massimo, sia per vincere che per finire a mezzo minuto".
Il pilota maiorchino è arrivato alla Honda già infortunato e, sebbene abbia dato alcune indicazioni dopo essere salito per la prima volta sulla RC213V, il peso dello sviluppo è ricaduto tutto su Marc Marquez.
"Lo sviluppo della moto è stato fatto da Marc, che è un pilota molto aggressivo ed ha bisogno di molta rigidità. Ho parlato con Takeo ed è chiaro che l'aumento di potenza ha causato alcuni problemi sulla percorrenza di curva".
"Gliel'ho detto a Jerez, ma forse era già troppo tardi, perché Marc riesce a sfruttare quella potenza senza perdere troppo in curva. Io uso un set-up diverso rispetto a lui e a Cal, perché con il loro perdo molto feeling sull'anteriore. Ma la Honda segue le indicazioni del pilota più veloce" ha concluso.
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