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Lorenzo: "La mia ossessione è essere il miglior Jorge di sempre"

Il maiorchino ha risposto così quando durante la presentazione di oggi gli è stato chiesto se la prima vittoria con la Ducati sta diventando un'ossessione. Ecco cosa ha raccontato nella sua lunga chiacchierata con i giornalisti.

Jorge Lorenzo, Ducati Team

Ducati Corse

Jorge Lorenzo, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Ducati Team
Bikes of Andrea Dovizioso and  Jorge Lorenzo, Ducati Team
Bikes of Andrea Dovizioso and  Jorge Lorenzo, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Ducati Team, Michele Pirro, tester Ducati, Luigi dall'Igna e Andrea Dovizioso, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Ducati Team
Jorge Lorenzo, Ducati Team
Bike of Jorge Lorenzo, Ducati Team
Bikes of Andrea Dovizioso and  Jorge Lorenzo, Ducati Team
Bike of Jorge Lorenzo, Ducati Team

La stagione 2018 sarà molto importante per la Ducati, ma probabilmente lo sarà ancora di più per Jorge Lorenzo. La Rossa ha già dimostrato di avere tutte le carte in regola per ambire al titolo nel 2017, con Andrea Dovizioso capace di vincere sei gare. Il maiorchino ha avuto un lungo processo di adattamento alla Desmosedici GP e solo nel finale della scorsa stagione ha iniziato a battagliare costantemente per le posizioni di vertice.

Per questo la sua speranza è di ricominciare da dove aveva lasciato per provare a dare l'assalto a quella vittoria che ha mancato l'anno scorso, per la prima volta da quando corre in MotoGP, e magari anche al titolo iridato.

Quale sarà l'errore che non farai quest'anno?
"Non lo so, non abbiamo ancora cominciato. Tutti possiamo fare errori, non solo ripetere quelli vecchi, ma farne anche di nuovi. Ora ho più esperienza come pilota Ducati: ho avuto un processo di adattamento molto lento, ma sempre costante, avvicinandomi a quello che serve per andare forte con questa moto. Nelle ultime gare ho sempre lottato per la top 5 e in Malesia sono andato vicino a vincere la gara. Ho fatto anche tanti giri in testa, ma la vittoria non è arrivata. Non deve essere un'ossessione, l'ossessione deve essere quella di essere il miglior Jorge Lorenzo di sempre. Se riuscirò ad ottenere questo, insieme ad una grande moto, che sicuramente avremo quest'anno, penso che abbiamo la chance di vincere tante gare. Per vincere il Mondiale devono esserci tanti fattori ed uno di questi è anche la fortuna. Però è chiaro che più sei veloce e più hai chance di vincere il titolo".

Il 2017 è stato il primo anno in cui non hai vinto neanche un Gran Premio da quando sei in MotoGP: come l'hai vissuta questa cosa?
"Con assoluta tranquillità, nel senso che io mi vedo un pilota migliore rispetto a due anni fa e molto migliore rispetto a 10 anni fa, quando alla terza gara in MotoGP ho subito vinto. La vittoria non è arrivata per molti motivi ed uno di questi è il fatto che ho cambiato team e moto. L'adattamento è stato più difficile di quanto mi sarei aspettato, perché guidando come facevo sulla Yamaha non avrei ottenuto alcun risultato. Ho dovuto adattare completamente il mio stile di guida. La Ducati ha cercato di venirmi incontro il più possibile, ma non è stato possibile fare un cambio radicale della moto per mancanza di tempo. In questa stagione però ci sarà un cambiamento molto più grande anche sul fronte Ducati, che permetterà al binomio Lorenzo-Ducati di essere molto più competitivo. Quanto non lo so, ma sarà più competitivo".

L'altro grande tema del 2018 è quello legato al fatto che tu e tanti altri piloti siete in scadenza di contratto. Come lo vedi e quanto può incidere su un pilota?
"Sarà molto divertente vedere cosa succederà. E' chiaro che il valore di ogni pilota cambia in continuazione in base ai risultati, a quello che hai fatto nell'ultima stagione. Sono tre volte campione del mondo MotoGP e ho sempre lottato per i primi tre posti nel Mondiale, salvo nell'ultima stagione. E' certo che la mia ultima stagione non è stata buona, ma il mio valore rimane un po' più stabile rispetto a quello di un pilota che non è mai stato campione del mondo. Con i risultati che possiamo fare quest'anno, penso che si possa tornare un po' al valore che avevo prima del 2017. La mia priorità è di continuare con la Ducati per finire quello che ho iniziato, ovvero provare a vincere il Mondiale. Se è possibile continuare con la Ducati, sarei molto felice. Ma è molto presto per questi discorsi, perché non ne abbiamo ancora parlato".

Come sono cambiate le tue aspettative negli ultimi due mesi?
"Non credo solo le mie aspettative, ma quelle di tutta la squadra. Ora crediamo di poter vincere il campionato. Lo scorso anno Dovizioso c'è quasi riuscito, ha lottato per il titolo fino a Valencia ed ha vinto tante gare. Ora tutti nel team credono che sia possibile. Sono impaziente di iniziare questa stagione, perché probabilmente è la prima in cui la Ducati avrà due piloti in grado di lottare per il Mondiale. Questo è quello per cui lavoreremo".

Pensi che il 2018 sarà un anno fondamentale per la tua carriera?
"Tutti gli anni sono stati importanti. Per fortuna ho ottenuto molto di più di quello che mi sarei aspettato quando ho cominciato. Come ho detto prima, sono qui per passione e per cercare di raggiungere degli obiettivi difficili. Per questo sono molto motivato".

Nel tuo box arriva Alex Debon: che ruolo avrà?
"Non mi piace usare dei nomi particolari, come coach o qualcosa di simile. Sono stato il primo nel Mondiale ad utilizzare una figura di questo tipo con Wilco (Zeelenberg) nel 2010. Non so come debba essere chiamato, è una persona che presta molta attenzione alla pista. Ho sempre pensato che sia meglio avere quattro occhi piuttosto che due. Alex mi può dare alcune cose e Michele (Pirro) me ne può dare delle altre. Quindi credo che possiamo creare un team migliore. Alex ha grande esperienza, ha già lavorato con Dall'Igna in passato, mi conosce bene ed ha un carattere forte. Quello che invece può darmi Michele è che io e lui abbiamo esattamente le stesse sensazioni sulla moto. Lui è ad un livello molto alto e può darmi molti consigli su come migliorare la mia guida, oltre ad offrirmi altri due occhi in pista".

Dopo quanto hai appreso nel 2017, pensi di poter iniziare il 2018 essendo subito competitivo?
"Non c'è mai nulla di sicuro, ma ho finito il campionato ad alto livello, anche se non ancora come avrei voluto. Voglio tornare ad essere forte come nel mio periodo migliore in Yamaha e penso che ci posso riuscire con la Ducati. Speriamo di riuscirci fin dall'inizio, fin dal Qatar, dove proveremo a vincere la gara".

Com'è il tuo rapporto con Dovizioso? C'è qualcosa che hai studiato per capire perché lui è andato così veloce l'anno scorso?
"Da Dovi si può sempre imparare, ma non solo da lui, perché tutti i piloti possono avere qualcosa che tu non hai. Dovi è sempre stato un ragazzo intelligente ed un pilota che lavora molto. Dopo cinque stagioni sulla Ducati, lui conosceva molto bene la Desmosedici e come tirarne fuori il massimo. Io all'inizio ero molto lontano, ma poi piano piano, anche osservando i dati di Dovi e degli altri piloti Ducati, ho capito come andava guidata questa moto. Il suo aiuto è stato importante, quindi la relazione con Dovi è buona. E' sempre difficile instaurare un'amicizia con gli altri piloti, perché il nostro è uno sport individuale. Però io e lui andiamo d'accordo e quindi possiamo spingere tutti e due nella stessa direzione.

Escluso il discorso tecnico, nel 2017 ti è mancato qualcosa che secondo te deve esserci assolutamente nella Ducati nel 2018?
"Il tempo. Il tempo per me di adattarmi alla moto. E alla squadra quello per migliorare i punti deboli della moto, perché farlo non aiutrebbe solamente me, ma tutti i piloti. Il mio sogno sarebbe non solo vincere il Mondiale, ma farlo con la moto migliore sulla griglia".

Informazioni aggiuntive di Giacomo Rauli

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