L’inverno ha favorito la maturazione di Joan Mir
Dopo un debutto complicato in MotoGP, Joan Mir mostra quanto le vacanze siano state riparatrici e gli abbiano permesso di fare un salto di qualità nel modo di guidare.
Joan Mir, Team Suzuki MotoGP
Gold and Goose / Motorsport Images
Alla sua prima stagione in MotoGP, Joan Mir non ha potuto dare la miglior versione di sé che Suzuki si aspettava. La sua stagione è stata caratterizzata da un esordio solido con un ottavo posto a Losail, ma anche da un incidente durante i test di Brno, dopo il Gran Premio della Repubblica Ceca, che gli ha procurato una contusione polmonare, constringendolo a saltare due gare (Austria e Gran Bretagna).
A margine della preoccupazione generata da quella caduta, la Suzuki ha cercato per gran parte della stagione di facilitare il proprio pilota nell’adattamento alla GSX-RR, una moto che concettualmente non è la più adatta alle caratteristiche dello spagnolo.
Qualche mese fa, uno degli ingegneri della Casa di Hamamatsu aveva detto a Motorsport.com: “Joan è un pilota aggressivo e questa moto richiede fluidità, che non si forzi e va lasciata correre”.
La distanza a fine stagione tra Mir (12esimo in classifica) ed il suo compagno di squadra Álex Rins (quarto) è stata di 113 punti a favore di quest’ultimo, che ha anche vinto ad Austin e Silverstone, oltre ad aver ottenuto un secondo posto a Jerez.
Ma alla luce di quanto visto nelle due sessioni di test di quest’inverno, tutto lascia pensare che questa differenza si ridurrà, confermando così la strategia della squadra di rinnovare entrambi i piloti fino al 2022.
Da quando è tornato sulla moto nei primi test di Sepang, Mir è apparso diverso dall’anno scorso. Stessa espressione concentrata di sempre, ma molto più sciolto in sella alla moto. L’inverno, tra giorni sulla neve ed allenamenti di motocross, ha avuto un effetto riparatore per lui. Lo ha riconosciuto lo stesso pilota durante la sessione di test in Qatar, dove ha parlato con Motorsport.com.
“Sono sempre stato un pilota dallo stile aggressivo – afferma Mir – Credo che sia più facile diventare più fluidi che intraprendere il percorso inverso, nel caso in cui manchi l’aggressività. Ci sono cose che mi riescono facili, ma che l’anno scorso mi costavano fatica”.
Lo spagnolo continua: “Le mie sensazioni sulla moto sono cambiate molto rispetto a quelle che avevo qualche mese fa. Questo è qualcosa che si doveva studiare, molte volte succede che finisca una stagione in cui hai guidato in un modo. Poi arriva l’inverno, stai due mesi lontano dai circuiti, tranquillo e con la mente rilassata, e quando torni in sella sembri migliore”.
“Sicuramente ho potuto raccogliere tutte le informazioni ed i consigli che mi hanno dato i tecnici lo scorso anno, rifletterci ed assimilarli. Ma è un processo che avviene in maniera inconsapevole. Durante la stagione è più complicato farlo, non so perché”, aggiunge il pilota Suzuki, che in Qatar ha chiuso con il sesto crono nei test, a mezzo decimo da Rins ed a meno di tre decimi da Maverick Viñales, il più rapido.
Per quanto riguarda le sue ambizioni, preferisce essere moderato, tuttavia non nega l’evidenza: “Si è visto che siamo competitivi, anche se non voglio sbilanciarmi e dire che la moto è pronta, perché poi le cose possono andare per il verso sbagliato e devi rimangiarti tutto quello che hai detto in precedenza”.
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