La MotoGP ritira il 46 di Valentino Rossi: "Non è solo un numero, è un marchio"
Carmelo Ezpeleta e Jorge Viegas hanno consegnato al "Dottore" un trofeo con un 46 giallo sul rettilineo del tracciato toscano. D'ora in avanti questo numero iconico non potrà essere più utilizzato da nessuno nella classe regina. Sarà per sempre il suo "marchio" nella storia del motociclismo.
Foto di: Media VR46
Essere una MotoGP Legend non poteva bastare per Valentino Rossi, uno a cui il motociclismo deve veramente tantissimo. Per questo la Dorna e la FIM hanno deciso di fare di più per il nove volte campione del mondo, ritirando il suo iconico numero 46, che non potrà più essere utilizzato nella classe regina delle due ruote.
E il luogo della cerimonia non poteva essere che uno di quelli a cui è più legato e dove ha scritto pagine indimenticabili della sua carriera: il Mugello. Il "Dottore" era già atteso nella sua nuova veste di team principal del Mooney VR46 Racing Team e la Dorna e la FIM hanno colto l'occasione per questa grande celebrazione.
L'arrivo del pesarese sul rettilineo di partenza, scortato dal CEO di Dorna Sports, Carmelo Ezpeleta, e, dal presidente della FIM, Jorge Viegas, ha finalmente portato un po' di "calore" sulla tribuna centrale del circuito toscano, che in questa prima giornata e mezza del GP d'Italia era stata purtroppo un po' "sgonfia".
Ad applaudirlo c'erano anche i ragazzi della VR46 Riders Academy, ma anche la famiglia e gli amici che lo hanno accompagnato nella sua lunghissima e trionfale carriera, che hanno assistito alla consegna simbolica di un trofeo raffigurante un numero 46 giallo, che già lo identificava sulle piste di tutto il mondo da oltre 20 anni, ma che ora sarà suo per sempre.
"Sono io che devo ringraziare voi per questo! È bellissimo!", ha detto Rossi in risposta ai cori provenienti dalla tribuna, che si è magicamente colorata di giallo. "Mi fanno male la schiena e mi fanno male le ginocchia. Da lì ho capito che sono vecchio. Però è stato bellissimo, grazie a tutti", ha concluso al termine di una cerimonia che è stata breve, ma piuttosto intensa.
Poi, ai microfoni della Dorna, ha aggiunto: "E' una sensazione mista. Da una parte è molto triste che io abbia finito la mia carriera e che il 46 sia ritirato dalla MotoGP. Dall'altra parte è molto emozionante, perché è stata una lunga storia ed una carriera indimenticabile, piena di bei momenti".
"Sono molto orgoglioso di questo, poi siamo in un posto che è sempre speciale, quello del nostro Gran Premio di casa. Ho sempre corso con il 46 per tutta la mia carriera, quindi significa molto per me. Era il numero di mio papà Graziano quando ha finito secondo nel Mondiale 250. Non è solo un numero, è un marchio".
"Questa è stata la mia vita per 26 anni, ma non mi manca troppo, perché è stato un viaggio molto lungo e anche molto stressante. Ora sono più rilassato e credo che fosse anche il momento di dire basta. Ma c'è ancora tanta Italia in questa MotoGP, sia con moto che con piloti forti. Io sono tutti i giorni a lavorare con i ragazzi dell'Academy e ci sono anche tanti giovani interessanti che arriveranno dalle categorie minori, quindi credo che l'Italia rimarrà protagonista in MotoGP".
Anche se è quasi superfluo, vale sempre la pena di ricordare i numeri della leggendaria carriera del campione di Tavullia: oltre ai 9 titoli mondiali, si parla infatti di ben 115 vittorie, 89 delle quali arrivate nella classe regina, così come sette delle sue corone iridate. Ritirare il numero di un personaggio di questa caratura era davvero il minimo...
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