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La fine di un'era: Valentino Rossi si ritira dalla MotoGP

Dopo un quarto di secolo nel Motomondiale, Valentino Rossi ha annunciato questo pomeriggio il ritiro dalle competizioni a 2 ruote che avverrà a fine anno. Si chiude così l'era di uno dei piloti più importanti della storia del motociclismo sportivo.

Valentino Rossi, Petronas Yamaha SRT

Valentino Rossi, Petronas Yamaha SRT

Gold and Goose / Motorsport Images

"Preferisco dirti addio", diceva Laura Pausini nella celebre hit "Tra te e il mare". Ma qui il mare non c'entra nulla, così come la cantante. Questo verso, oggi, è stato citato da Valentino Rossi, in una conferenza stampa speciale che certamente passerà alla storia.  Lo farà perché il campione di Tavullia ha annunciato che alla fine della stagione si ritirerà, smettendo di essere pilota di MotoGP, appendendo il suo casco al chiodo.

"Ciao a tutti. Come ho detto nel corso della stagione prendo la decisione legato al mio futuro. Mi ero dato un tempo che poteva essere la prima parte del campionato e ho deciso di ritirarmi alla fine dell'anno. Sarà l'ultima mezza stagione da pilota di MotoGP. Mi dispiace un sacco, perché avrei voluto correre per altri 25 anni, ma non è possibile".

"E' un momento difficile, molto triste, perché è difficile dire che l'anno prossimo non correrò in moto. Ho fatto questo per più o meno 30 anni e il prossimo anno la mia vita cambierà da un certo punto di vista. E' stato un percorso lunghissimo, divertente e bellissimo. Sono 25-26 anni nel Mondiale. E' stato grandioso. Ho avuto momenti indimenticabili con i miei team, con i ragazzi che sono stati con me. Non ho molto altro da dire", ha dichiarato Rossi in conferenza stampa.

Un momento, quello vissuto pochi istanti fa nella sala stampa del Red Bull Ring, che in tanti hanno pensato non potesse arrivare mai. Dal 1996, anno d'esordio di Valentino nel Motomondiale e della prima vittoria arrivata a Brno, Rossi nel Motomondiale c'è sempre stato. E' stato il punto di riferimento, la stella polare catalizzatrice non solo a livello sportivo, ma anche di carisma, a livello mediatico.

L'addio annunciato oggi arriva forse con qualche anno di ritardo. Valentino ha faticato nel corso delle ultime stagioni. Il 2018, ultimo anno in cui è stato davvero competitivo, è arrivato al terzo posto nel Mondiale con 198 punti.

Poi ecco arrivare la stagione 2019, la peggiore della carriera in MotoGP sino a quel momento, chiusa al settimo posto con 174 punti. Nel 2020, complice anche la pandemia da COVID, Valentino non è riuscito a fare meglio di 66 punti e il 15esimo posto nel Mondiale. Nel 2021 ecco il passaggio al team Petronas SRT Yamaha con una moto ufficiale, ma i risultati sono andati in calando. Il decimo posto del Mugello rappresenta a oggi il miglior piazzamento del 2021, condito da 3 ritiri e gare al di sotto delle aspettative.

Oggi il naturale epilogo di un campione che, piaccia o no, resterà nella storia del Motomondiale, dei motori e dello sport italiano grazie ai suoi 9 titoli iridati. Il primo di questi arrivato nel 1997, in 125, per poi replicarlo in 250 nel 1999 e il filotto nella classe regina, tra 500 e MotoGP (2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2008 e 2009).

A oggi sono 423 i gran premi disputati, con 115 vittorie. L'ultima di queste è però quasi un lontano ricordo: il Gran Premio d'Olanda, tenutosi ad Assen nel 2017. 235 i podi complessivi, 65 le pole position e 96 i giri veloci. 6.330 i punti, che però sono un dato che - con tutta probabilità - sarà migliorato da qui a fine anno.

4 le Case con cui ha corso nel Motomondiale: dal 1996 al 1999 Valentino ha difeso i colori dell'Aprilia nelle categorie propedeutiche alla 500 prima e alla MotoGP poi. L'esordio nella 500, poi MotoGP assieme a Honda con le strepitose NSR500 e RC211V, poi il clamoroso passaggio alla Yamaha dal 2004 e quello ancora più clamoroso alla Ducati, nel biennio più buio. Dal 2013 il ritorno in Yamaha, Casa di cui ancora difende i colori nel Motomondiale, ma con il team Petronas.

Nel corso della sua carriera, Valentino ha subito due gravi infortuni. Il primo al Gran Premio d'Italia 2010, al Mugello, dove si ruppe tibia e perone (frattura esposta). Nel 2017, durante un allenamento, si procurò la frattura scomposta di tibia e perone. Il momento più brutto, poi, avvenne a Sepang, in Malesia, il 23 ottobre 2011. Dopo pochi chilometri dal via del GP, Valentino, assieme all'amico Colin Edwards, fu sfortunato protagonista dell'incidente in cui rimase ucciso Marco Simoncelli, per lui quasi un fratello minore.

Con l'addio di Valentino, la MotoGP perde uno dei più grandi della storia, ma anche uno dei simboli con cui, nel corso degli ultimi 20 anni, ha fatto la sua fortuna in ogni autodromo del pianeta, arrivando a elevare la categoria a livelli inimmaginabili solo a inizio anni 90. Si chiude un'era, ed è inevitabile. Rimane però quello che Valentino ha saputo scrivere nei libri di storia. Capitoli esaltanti, fatti di strepitose vittorie e di violente cadute, che mai, però, potranno essere cancellati.

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