Carlos Checa non parla. Ha la consegna del silenzio dopo aver svezzato la
Ducati Desmosedici GP12 per tre giorni a
Jerez. Insieme al collaudatore
Franco Battaini, il campione del mondo in carica della Superbike ha saggiato le doti dell'attesa moto dotata del telaio perimetrale in alluminio, vale a dire l'arma con cui la Casa di Borgo Panigale conta di tornare ad essere competitiva in
MotoGp.
Lo spagnolo, che aveva espresso giudizi poco lusingheri sulla versione precedente, avrebbe lasciato intendere che la
GP12 adesso non si fa portare, ma si guida. E il sorriso con cui ha accompagnato la chiusura dell'importante sessione è stata emblematica sull'inversione di tendenza.
Troppe volte nel 2011 c'era stata in casa Ducati la sensazione che si fosse trovato il bandolo della matassa. Ora la Casa bolognese ha preferito mettere la sordina, lasciando che a esprimere un giudizio siano solo i pareri di
Valentino Rossi e Nicky Hayden dopo le prove di Sepang, ma è innegabile che nell'ambiente regna un certo ottimismo.
L'attenzione non si sarebbe rivolta solo alla ciclistica, ma anche alla rinnovata elettronica che accompagna lo sviluppo del nuovo motore mille. Le indicazioni sono positive: la guidabilità della moto è migliorata e non palesa comportamenti imprevedibili.
Insomma si sarebbe trovata una base di lavoro sana, sulla quale iniziare il lavoro di sviluppo. Questo non vuole dire che in un colpo sia stato annullato il gap dalla Honda. Si scoprirà in Malesia lo stato dell'arte, ma è indiscutibile che il duro lavoro invernale dell'ingegner Preziosi finalizzato a mettere Valentino Rossi nella condizione di dare il suo meglio, comincia a dare i suoi frutti...
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