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La colonna di Mamola: "La Suzuki deve fare qualcosa con Iannone"

Nella sua ultima colonna per Motorsport.com, Randy Mamola spiega di essere rimasto sorpreso dall'andamento della stagione di Andrea Iannone e ritiene che la Suzuki deve reagire rapidamente per risolvere la situazione.

Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP

Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP

Gold and Goose / Motorsport Images

Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP

Valentino Rossi e Maverick Vinales sono stati ben al di sotto delle loro aspettative a Jerez. La stessa cosa è accaduta a Marc Marquez e Dani Pedrosa al Mugello. Anche Jorge Lorenzo non ha vissuto un inizio di stagione da sogno.

Tuttavia, l'instabilità vista per ora in questa stagione della MotoGP non può essere una scusa per Andrea Iannone ed il terribile avvio della sua avventura in Suzuki.

Il costruttore giapponese ha ingaggiato Vinales come sostituto di Vinales, quando lo spagnolo ha deciso di firmare per la Yamaha, con la convinzione che l'italiano potesse continuare a far crescere la GSX-RR.

La moto ha vinto una gara nel 2016 (Silverstone) ed è anche salita sul podio quattro volte, permettendo a Vinales di piazzarsi quarto nel Mondiale. L'intenzione della Suzuki sarebbe stata quella di utilizzare l'esperienza di Iannone in MotoGP per arrivare a lottare alla pari con Honda, Yamaha e Ducati.

Dopo il primo terzo di stagione, possiamo dire che l'evoluzione della moto si è fermata: Andrea è 15esimo in classifica, con appena 21 punti all'attivo, poco meno della metà di quelli che Vinales aveva accumulato nel 2015 (46), l'anno in cui la Suzuki aveva fatto il suo ritorno.

In una situazione complicata come questa, entrambe le parti sono chiamate a fare qualcosa e la prima cosa che farei è parlare direttamente con il pilota, per capire che momento sta attraversando.

E dovranno farlo con i dati in mano: non è normale che a Barcellona, Iannone ha girato per la maggior parte della gara sull'1'49"5, poi quando Sylvain Guintoli lo ha ripreso al 20esimo giro, ha iniziato a girare sei decimi più forte, staccandolo nuovamente.

Se fossi il capo del team, andrei direttamente al punto e chiederei spiegazioni, perché a prima vista non esiste alcuna giustificazione. Iannone non sembra troppo felice alla Suzuki e il primo passo dovrebbe essere capire se la distanza tra le due parti si può colmare o meno.

Anche se sono convinto che Andrea non si sente a proprio agio su quella moto, e che i problemi di adattamento siano reali, non sono così sicuro che stia lottando con tutte le sue forze per uscire da questa situazione.

La griglia della MotoGP è piena di combattenti. C'è Pedrosa, che ha sempre dovuto affrontare i problemi che gli crea la sua corporatura. C'è Marquez, che questo fine settimana è scivolato ben cinque volte, ma si rialza sempre e non smette di crederci. C'è anche Lorenzo e lo vediamo reagire con rabbia alle difficoltà che sta vivendo in Ducati. E Aleix Espargaro, che è un altro esempio di un pilota che lavora duro e non nasconde la sua frustazione quando non raggiunge gli obiettivi che si era prefissato.

Per essere onesti, non vedo questa stessa grinta in Iannone, e questa invece è l'attitudine che la Suzuki deve chiedere ad un pilota che ha scelto per essere il suo leader.

Molti credono che il cuore e la mente di Andrea siano concentrati su altri aspetti della sua vita, o almeno questo è quello che traspare dando un'occhiata ai suoi social media.

La Suzuki deve dargli modo di dimostrare che il campionato è ancora la sua priorità. Ma chiariamo una cosa: è lui che deve mostrare il meglio di sé. E deve farlo in fretta.

Nel caso in cui non dovesse riuscire a farlo, i vertici della Suzuki devono iniziare a pensare come rompere il contratto di due anni firmato l'anno scorso, non solo per migliorare i risultati e far crescere la moto, ma anche perché Alex Rins è un pilota di grande talento, che però ha bisogno di una guida per trovare la sua strada.

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