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Intervista

Battistella: "Il confronto con Lorenzo è molto motivante per Dovizioso"

Il manager di Andrea Dovizioso racconta da vicino la recente esplosione del portacolori della Ducati, uomo del momento in MotoGP dopo le due grandi vittorie di Mugello e Barcellona.

Podium: Andrea Dovizioso, Ducati Team

Podium: Andrea Dovizioso, Ducati Team

Gold and Goose / Motorsport Images

Andrea Dovizioso, Ducati Team, Dani Pedrosa, Repsol Honda Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team celebrate
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Podio: secondo Marc Marquez, Repsol Honda Team, il vincitore Andrea Dovizioso, Ducati Team, terzo Da
Andrea Dovizioso, Ducati Team
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Andrea Dovizioso, Ducati Team, Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Podio: Danilo Petrucci, Pramac Racing, Domenicali, Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team

Ora che i potenti riflettori della MotoGP lo stanno avvolgendo con l’intensità riservata ai grandi, quello di Andrea Dovizioso è un nome sdoganato dai confini dei soli appassionati delle due ruote. Non accade tutti i giorni, ma lo sport a volte propone storie di chi ha avuto ragione a tenere duro, anche quando non era così scontato farlo. Da ufficiale a privato, da privato ad ufficiale, sette anni senza successi. C’era materiale per intaccare certezze che in Andrea Dovizioso non sono mai vacillate, ed ora eccolo li, a sette punti dalla vetta della classifica di campionato reduce da una ‘doppietta’ da sogno.

Testimone diretto della storia del “Dovi” è Simone Battistella, suo manager dal 2003, tre lustri tra alti e bassi che hanno cementato un rapporto professionale ed umano. Battistella, sempre un passo indietro Andrea, si gode anche lui la tranquillità di un momento che ripaga i tanti sforzi profusi in tempi meno esaltanti.

Partiamo dalla domanda che si pongono molti appassionati: è cambiato il “Dovi” o si sono finalmente incastrati tutti gli elementi che servono per vincere?
“Entrambe le cose. Certamente è cambiato qualcosa in Andrea, ma credo che tutto risalga al 2016. La scora stagione Andrea è arrivato ad un punto del suo percorso di maturazione che gli ha permesso di iniziare ad esprimersi ad un livello più alto. Nella prima fase del campionato ha perso per strada molti punti a causa di problemi tecnici ed incidenti nei quali non ha avuto alcuna responsabilità. Senza questi imprevisti sarebbe stato comunque nei primi tre del Mondiale”.

Sta raccogliendo ora i frutti di un 2016 poco fortunato?
“La maturazione è proseguita nel corso dell’inverno, sia sul fronte fisico che mentale, ed anche l’arrivo in squadra di Lorenzo lo ha aiutato. Potersi confrontare sulla stessa moto con un compagno di squadra di grande valore, è stato estremamente motivante per Andrea. Anche essersi evoluto insieme alla moto credo che abbia migliorato molto il suo feeling, ed oggi riesce a tirar fuori il massimo dal potenziale tecnico che ha a disposizione”.

Andrea è sempre stato visto come un pilota molto riflessivo ed attento ai particolari rispetto alla media degli avversari...
“Si, è un pilota dotato di un’incredibile capacità di analisi, e se ci soffermiamo sulla sua carriera è sempre emerso quando le condizioni si sono rivelate più complesse del previsto. Questo approccio a volte si è però rivelato un limite, intendo quando ci sono state situazioni in cui sarebbe stato necessario il giro della ‘morte’, o il lanciarsi in gara senza pensare ad alcuna strategia. Come spesso accade nello sport, in certe circostanze le qualità diventano un limite, perché ci si fa troppo affidamento. Ma col tempo si comprende e si cresce, e la gara del Mugello, vinta senza strategie particolari, ne è la prova”.

C’è chi ha associato la crescita di Andrea alla sua capacità di saper interpretare le gomme Michelin...
“Il cambio Bridgestone-Michelin è stato traumatico. Tutti i piloti erano abituati a guidare una moto con un anteriore molto stabile, e di colpo si sono dovuti adattare ad un comportamento differente. In più la Michelin ha portato in pista un prodotto molto performante ma al momento con una finestra d’utilizzo ridotta, ed uscire da questo ‘range’ vuol dire perdere la strada. L’attenzione al dettaglio e la metodicità che ha sempre contraddistinto Andrea, sono utili ad interpretare le situazioni molto bene. Ma ci vuole anche la moto….se osserviamo cosa sta accadendo in Yamaha lo vediamo chiaramente”.

Andrea sembra sempre geloso della sua privacy. Tra una gara e l’altra non si parla molto di lui...
“In questo periodo le cose sono un po’ cambiate…in senso positivo! Perché gli impegni sono un po’ aumentati. Molti anni fa ricordo che ci confrontammo un po’ su come presentarsi al pubblico. Sapevamo che di base Andrea ha un carattere introverso, non ‘buca’ lo schermo come altri sportivi. Però la decisione è stata quella di rispettare la sua natura, e puntare sulla spontaneità. E nel tempo, anche se non si riesce mai a piacere a tutti, questo approccio si è rivelato positivo. Il ‘Dovi’ era ed è una persona spontanea, che ha trovato un suo equilibrio personale. E stagione dopo stagione sono sempre di più le persone che apprezzano questa ‘normalità’ a dispetto di un divagante sensazionalismo”.

La convivenza con Lorenzo: pro e contro…
“Ci sono solo aspetti positivi, almeno per ora non ci sono davvero controindicazioni. Una sana rivalità in squadra, tra due piloti che si rispettano, significa remare nella stessa direzione. Finora non ci sono stati momenti di tensione in pista, forse siamo stati fortunati, ma dobbiamo anche ricordare che questi due ragazzi si conoscono da molti anni, da quando erano in 125. Anche se hanno sposato programmi diversi, la strada percorsa è stata la stessa, si conoscono molto bene e si rispettano. Finora zero tensioni, e per Andrea non è poi una novità”.

Hai sempre creduto che sarebbe arrivato il momento che state vivendo ora, o ci sono stati dei periodi in cui hai pensato che Andrea sarebbe rimasto un po’ incompiuto?
“Dubbi ce ne sono stati, e credo che ce ne saranno anche in futuro, perché se non hai qualche problematica non cresci più. I dubbi sono una parte essenziale di un processo di maturazione, ci sono stati dei momenti di grande frustrazione, ma sono sempre stato convinto che le doti di base fossero eccezionali, come nel caso di tanti altri piloti che sono stati capaci di vincere dentro o fuori dal contesto MotoGP. La differenza la fa il talento, ovvero la capacità di non imporsi dei limiti, o quando accade, la capacità di saper superare gli ostacoli. E’ chiaro che ci sono stati dei momenti meno felici di altri, ma come detto, tutto fa parte del processo di maturazione, e i risultati attuali confermano che Andrea è progredito nella giusta direzione”.

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