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Analisi

Il rientro di Marquez in Qatar è più logico di quel che sembra

Ci sarà chi pensa che il possibile rientro di Marc Marquez alla prima gara della stagione sia una mossa azzardata, ma la maggior parte degli indizi portano a pensare che partire già dal Qatar sia la cosa migliore che il pilota Honda possa fare.

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Foto di: Repsol Media

Oggi sono esattamente otto mesi dall’ultima volta che Marc Marquez è salito in sella alla sua RC213V. È stato a Jerez, durante la prima fase di qualifica del secondo appuntamento sulla pista andalusa. Poi rientrato ai box abbandonando l’idea di correre la domenica, solamente cinque giorni dopo l’operazione al braccio effettuata per ridurre la frattura all’omero destro rimediata la settimana prima durante una caduta in gara.

Quell’episodio ha reso evidenti il suo impegno e il suo valore, ma ha pagato un prezzo altissimo: si è rotta la placca che fissava l’osso del braccio e lì è iniziato un calvario che lo ha portato a sottoporsi ad altre due operazioni e a cambiare medici (dalla Clinica Dexeus alla Ruber Internacional), prima di tornare a sorridere.

Le prime buone notizie sono arrivate a metà febbraio, quando il controllo effettuato dieci settimane dopo l’ultimo intervento ha rivelato che l’osso cominciava a consolidarsi facendo il callo. Da quel momento, tutto è andato nella piena velocità con cui normalmente Marquez affronta le cose.

In pochi giorni, il pilota catalano ha potuto iniziare ad intensificare la sua preparazione fisica, sette giorni fa ha ricevuto l’ok dei medici per tornare ad allenarsi in moto e, da allora, già ha girato due giorni (per quanto si sa): venerdì scorso, ad Alcarras, è salito su una pit bike di bassa cilindrata e martedì scorso a Barcellona ha girato con una Honda RC213V-S, modello di serie che più si avvicina al prototipo MotoGP.

La velocità con cui Marquez ha bruciato le tappe nell’ultima fase del suo recupero ha aperto la porta alla sua possibile partecipazione alla prima gara del campionato, prevista per domenica 28 marzo a Losail, dove il resto della griglia ha svolto i test di pre-stagione poco meno di dieci giorni fa. C’è chi ha ancora qualche perplessità e considera che lo spagnolo prenda un rischio e stia ripetendo l’errore fatto a luglio 2020, ma la maggior parte delle indicazioni portano a pensare che provare a correre in Qatar è una delle cose migliori che possa fare.

Innanzitutto, lo stesso pilota afferma di aver imparato dagli errori del passato. Il 22 febbraio, giorno della presentazione del team Repsol Honda, ha affermato: “Salirò in moto solamente con l’approvazione dei medici”. Secondo quanto ha ribadito più volte Marquez, i medici che lo avevano operato la prima volta non gli avevano saputo togliere dalla testa l’idea di tornare a Jerez e di questo ha fatto tesoro affinché non si ripeta più.

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Secondo quanto appreso da Motorsport.com, nel test di martedì scorso a Barcellona, Marquez non solo ha girato, ma ha anche forzato la moto nella maniera in cui poteva farlo, per vedere fino a che punto l’omero lo limitasse. Una persona che era presente al Circuit de Catalunya, afferma a chi scrive queste righe che il pilota non ha sentito alcun fastidio oltre a un po’ di tensione al braccio, probabilmente frutto del lavoro fatto ultimamente in palestra.

Al Montmelo, Marquez è sceso in pista poco dopo le 11 di mattina, si è fermato meno di un’ora per mangiare alle 14 e dopo le 15 è tornato in pista macinando chilometri fino alle 17. Molti dei run erano di 15 giri, una quantità considerevole e che difficilmente potrebbe affrontare con un certo livello di dolore. In questo senso, il fatto che optasse per allenarsi con una RC213V-S invece che con una CBR, molto meno aggressiva, è un’altra dimostrazione della buona forma fisica che vanta ora l’otto volte campione del mondo.

Ma, al di là della questione medica che chiaramente è l’aspetto principale, ci sono altri indizi che lasciano concludere che la cosa migliore sia tornare il prima possibile alle dinamiche della competizione. Il meno rilevante di questi è l’obbligo di viaggiare in Qatar in ogni caso per la somministrazione della seconda dose di vaccino anti-Covid, dopo che domenica scorsa ha ricevuto la prima dose.

Se c’è qualcosa di cui lo spagnolo ha bisogno in questo momento è girare, accumulare quanti più chilometri possibile per riprendere pian piano il ritmo che gli manca a causa dell’inattività. Proprio per questo, non c’è niente di meglio che tornare a Losail, dove sicuramente dichiarerà che comincia la sua pre-stagione. Il buonsenso fa pensare che sarà meno traumatico mettersi alla prova con il resto della griglia in questo primo appuntamento del mondiale rispetto a rientrare alla seconda gara della settimana dopo, quando anche i suoi rivali arriveranno, sempre sulla stessa pista, con ancora più riferimenti rispetto a lui. Inoltre, se il pilota Honda prende parte alla prima gara del 2021 potrà confrontare la velocità della sua evoluzione nella seconda gara.

Tutto lascia pensare che il dominatore degli ultimi anni torni a correre la settimana prossima. Questo però non significa che vedremo la sua migliore versione a cui siamo abituati, come lo stesso Marquez ha ripetuto più volte.

Ad ogni modo, non esiste una notizia migliore di quella del suo rientro nel campionato che sicuramente ha sentito la mancanza del proprio punto di riferimento. Colui che, secondo Pol Espargaro, suo compagno di squadra in HRC, “è il migliore di tutti, l’incaricato di segnare il livello a cui dobbiamo arrivare tutti noi altri”.

Marc Marquez, Repsol Honda Team
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Marc Marquez, Repsol Honda Team
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