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Iannone: "Suzuki? Era importante un progetto basato tutto su di me"

Il pilota di Vasto è stato ufficializzato oggi per il 2017, ma preferisce pensare ancora a raggiungere la vittoria con la Ducati nelle 13 gare che restano. Non nasconde il dispiacere per l'addio alla Rossa però: "Non volevo crederci, ma è andata così"

Andrea Iannone, Ducati Team

Andrea Iannone, Ducati Team

Gold and Goose / Motorsport Images

Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team
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Andrea Iannone, Ducati Team
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Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team
Andrea Iannone, Ducati Team after falling during qualifying
Andrea Iannone, Ducati Team

Anche se mancano ancora 13 GP alla conclusione della stagione, da questa mattina Andrea Iannone sa con certezza che il suo futuro sarà alla Suzuki. La Ducati ha scelto di confermare Andrea Dovizioso accanto al già annunciato Jorge Lorenzo, quindi il pilota di Vasto si è dovuto cercare un'altra collocazione e l'ha trovata nella squadra ufficiale della Casa di Hamamatsu.

Anche se il tema caldo della giornata è quello, nel debrief con i media italiani Andrea ha provato a glissare, iniziando dalle aspettative per il Mugello: "Sono veramente molto contento di essere qui al Mugello, perché per noi è sempre una pista speciale, dove comunque ho vinto più volte e l'anno scorso ho ottenuto un secondo posto molto positivo, a 5" da Lorenzo. Alla fine credo che anche quest'anno possiamo essere abbastanza competitivi. Bisognerà solamente capire come fare senza scivolare, perché ultimamente è capitato spesso, dando molto fastidio".

Poi però quando gli è stato chiesto del suo addio alla Rossa, non ha potuto evitare di sottolineare il suo dispiacere: "Oggi piange anche il cielo (ride perché al Mugello piove davvero fortissimo, ndr). Fino ad un po' di tempo fa non volevo crederci, facevo fatica, ma ormai è andata così. Credo che insieme abbiamo trascorso degli anni bellissimi ed ho sempre avuto un ottimo supporto dalla Ducati e dagli sponsor. Mi sono sempre sentito coccolato ed apprezzato. Ho avuto una crescita positiva come pilota ed a livello di risultati. Ovviamente pesa, ma sono tranquillo, perché io ho cercato di fare il possibile e lo stesso vale per la Ducati. Adesso bisognerà pensare ancora a quest'anno, perché il campionato è lungo ed abbiamo entrambi un grande potenziale, quindi è un peccato non riuscire a sfruttarlo. Bisogna restare concentrati e sfruttare la nostra velocità, poi il futuro vedremo".

Sui motivi che lo hanno portato a scegliere la Suzuki per il futuro poi ha provato a tagliare abbastanza corto, spiegando che secondo lui è ancora un po' presto per parlarne: "Ci sono tante cose che mi avrebbero potuto convincere, in particolare la più importante è che sono un pilota ambizioso, quindi avere un progetto basato tutto su di me, dallo sviluppo della moto a tutto il resto, era molto importante per me. Adesso però non mi sento di parlare troppo di questa scelta. Sono contento, ma fino a campionato non voglio pensarci, perché non è giusto farlo già da adesso e si tratta di un futuro lontano. Soprattutto perché siamo qui al Mugello".

Anche perché ha ribadito che ci sono ancora 13 gare da correre quest'anno, a cominciare da quella di domenica, che è importantissima per la Ducati: "La gara si affronta in maniera molto semplice: come le altre. Abbiamo un potenziale molto grande, quindi è giusto provare a sfruttarlo. Non cambia assolutamente nulla il discorso che a fine anno ognuno avrà la sua strada. Io sono un professionista e darò la vita, il cuore, per ottenere dei risultati importanti con Ducati. E sono convinto che la Ducati farà lo stesso con me. Poi le scelte mie e di Ducati credo che dispiacciano ad entrambe le parti, ma credo anche che fossero inevitabili".

Andrea però è stato anche un po' pungente quando gli è stato chiesto se si aspettava che la Ducati scegliesse Dovizioso o se è stato un fulmine a ciel sereno: "E' inutile parlare di quello che poteva essere o di quello che mi aspettavo. Sono successe delle cose molto strane dalla fine dell'anno scorso ad oggi, per le quali anche io fatico a darmi delle spiegazioni. Magari è una lezione positiva per il futuro, perché anche io ho imparato a capire l'importanza di determinate cose".

Ora ci sono 13 gare per chiudere alla grande l'avventura in Rosso, magari centrando l'obiettivo finale, ovvero la vittoria: "Spero di riuscire a raggiungerla, sicuramente è un nostro obiettivo. Vincere è importantissimo, ma essere il primo mi piacerebbe, perché prima vinci e prima sei contento. L'importante però è vincere, che sia prima o dopo".

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