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Iannone: "Lascio la Suzuki. Il problema sono sempre stato io, mai la moto"

Il pilota di Vasto non ha idea del futuro dopo che la Suzuki ha deciso di prendere Mir nel 2019. E trova una similitudine con Lorenzo: "Si abbiamo fatto cag... tutti e due. Per lui la colpa era della moto, mentre dal mio lato il problema ero io".

Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Marc Marquez, Repsol Honda Team, Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP, Jorge Lorenzo, Ducati Team
Podio: Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing, Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Podio: Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP

È arrivata la mazzata. Andrea Iannone ha scoperto al Mugello di non far più parte dei piani della Suzuki che ha deciso di scommettere su Johann Mir. Il pilota di Vasto si aspettava qualche sorpresa perché la Casa giapponese stava tirando per le lunghe un’eventuale trattiva per il rinnovo, per cui l’italiano ha preso atto della situazione…

“Penso che il mio futuro con la Suzuki non verrà prolungato, nel senso che si interromperà alla fine di quest’anno. Avremo vissuto due anni positivi che ci hanno fatto crescere, a loro nella moto, a me come persona. E in ogni caso abbiamo ancora tutta questa stagione davanti e cercheremo di dare il nostro meglio…”.

Nella tua voce c’è un po’ di rammarico…
“Ci sono tante cose in ballo che potranno succedere, ma valuto solo delle situazioni che potranno essere interessanti. Si sono aperti degli scenari nelle ultime settimane: vedremo…”.

Dovrai disputare ancora 14 gare con la Suzuki, ora cambierà qualcosa?
“Non ci sarà niente di diverso. Sarò un pilota Suzuki fino alla fine dell’anno. Adesso siamo in un momento positivo, perché ci sono state fasi molto, ma molto peggiori nelle quali siamo riusciti a stare insieme. Adesso l’obiettivo è sfruttare al massimo il potenziale della moto…”.

Ti ha sorpreso l’arrivo di Mir?
“No, non mi ha sorpreso, assolutamente”.

Cosa ti dispiace?
“Che l’anno scorso, quando non andavamo, tutte le colpe erano date al sottoscritto, poi è venuto fuori che era la moto che non era all’’altezza di competere per le posizioni alle quali ambivamo. Tant’è che quando la moto è cresciuta non ci abbiamo messo molto tempo a fare dei risultati importanti”.

E, quindi?
“In Suzuki ci sono io a fare lo sviluppo, quest’anno è arrivato un team satellite con Guintoli, ma prima non esisteva. Il mio compagno di squadra l’anno scorso ha avuto tanti infortuni per cui ha saltato tante gare. La MotoGP di oggi non è affatto facile quando ti confronti con otto Ducati in pista, cinque Honda e quattro Yamaha. La KTM è due anni che c’è con due moto: sicuramente arriverà, sono molto forti, ma non è facile pur avendo un pilota come Pol Espargaro”.

Insomma non ti aspettavi tante critiche...
“Purtroppo a volte si ascolta quanto viene detto al bar prendendo un caffè: qualcuno pensava che fossi bollito, ma Iannone sarà bollito fra 20 anni per andare in moto e cerebralmente spero il più tardi possibile”.

Poteva andare in modo diverso?
“Certo, ma a volte bisogna avere l’obiettività delle difficoltà che si sono vissute e bisogna assumersi delle responsabilità. Io me le assumo sempre: quando sbaglio entro dentro il box e chiedo scusa. L’anno scorso non avevo molta voglia di parlare con voi perché ero incazzato, la volta dopo, però vi chiedevo scusa, invitandovi a capire la situazione che non era facile. In Suzuki sono successe tante cose, ma non ho mai sentito dire è colpa nostra…”.

C’è una tua similitudine con un campione come Lorenzo?
“Lui è molto più campione di me, questo è indiscutibile”.
“Diciamo che per lui il problema è sempre stato la moto, mentre dalla mia parte il problema sono sempre stato io e mai la moto”.

Ma dov’è la similitudine?
“La similitudine è che abbiamo fatto cag... tutti e due: ma la differenza è che alla Ducati Dovizioso ha vinto con la stessa moto sei gare, mentre di qua il problema ero io, anche se la moto non vinceva con nessuno”.

Cosa farai ora?
“Ci vuole un po’ di tempo, non prendermi nemmeno in considerazione è stata una cosa grave. Lo scorso anno è stato difficile e non è stato facile da digerire. Io sono una persona che non porta rancore e che digerisce le cose in fretta. Sono magro e bello fino, ho un metabolismo molto veloce. E, invece, c’è tanta gente che corre tutto il giorno nel paddock ma resta con la pancetta…”. (e ride…)

Come affronti il Mugello?
“Sono positivo: siamo al Mugello, in Italia. Arriviamo da test positivi svolti a Barcellona. Nell’ultimo giorno abbiamo anche fatto una simulazione di gara e, quindi, il feeling con la moto sta migliorando sempre di più”.

Cosa ti aspetti?
“Qui sarà da capire come potremo andare perché ci sono dei punti molto positivi come le percorrenze in curva e gli inserimenti, mentre c’è un lungo rettilineo che rappresenta il punto negativo. Vedremo come riusciremo a compensare nel resto della pista le carenze che avremo sul dritto…”.

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