Forcada: "La Yamaha quest'anno si è rivelata molto... capricciosa!"
L'ingegnere di pista di Viñales ha analizzato il calvario incontrato dalla M1 dello spagnolo e di Rossi, che dopo un buon avvio di stagione è diventato un mezzo inguidabile senza capire quale fosse la causa precisa.
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
Ramon Forcada è convinto che la grande sensibilità ai cambiamenti accusati dalla Yamaha M1 siano stati la causa dei guai incontrati quest'anno.
L'ingegnere di pista di Maverick Viñales evidenzia che lo spagnolo era partito molto bene sostituendo il partente Jorge Lorenzo, ottenendo ottime prestazioni nei test pre-stagione e due vittorie nella coppia di gare d'apertura del Motomondiale.
Tutto è cominciato poi a scemare, con Viñales capace solo di trionfare a Le Mans, mentre le grandissime performance mostrate dalla moto in Qatar ed Argentina sono venute meno successivamente, evidenziando problemi con cambi di temeperature, condizioni meteo e di pista, o addirittura gommatura dell'asfalto dopo le gare di Moto2.
"La moto con cui abbiamo sofferto tantissimo a Jerez (dove Viñales chiuse 6° a 24" dalla vetta e Valentino Rossi addirittura 10° a 38") e Montmelò (Rossi 8° e Viñales 10°) era la medesima con cui avevamo vinto in Qatar, in Argentina e a Le Mans - sottolinea Forcada parlando con Motorsport.com del telaio utilizzato - Il guaio peggiore è che non siamo riusciti ad isolare un unico problema. Abbiamo provato a girare con la stessa moto di Qatar e Argentina a Brno, ma non era altrettanto competitiva".
Il tecnico catalano prende poi in prestito una descrizione della Mercedes utilizzata ad inizio anno quando la propria Formula 1 non andava così bene.
"Di fatto la nostra M1 si è rivelata molto capricciosa, cosa non comune per noi. In Mercedes avevano detto di aver costruito un'auto così, ma noi abbiamo sofferto ogni cambio di condizione".
Dopo aver perso ogni possibilità di lottare per il titolo, Yamaha a Valencia ha deciso di far correre i propri piloti con il telaio del 2016. L'obiettivo era di trovare un punto da cui partire per risolvere i problemi e cominciare a pensare al 2018.
"Abbiamo iniziato a ragionare sul prossimo anno con il telaio del 2016. Nel warm-up era andato tutto bene, poi in gara è stato il solito disastro, ma tutto è accaduto perché cercavamo risposte. Solo che così c'è stata ancor più confusione".
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